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8 anni prima...

Io ed Emma stavamo passando in rassegna l'intero reparto dolce e salato per fare rifornimento in vista del weekend che avremmo passato solo noi due a casa sua. Un fine settimana sì e uno no, i signori Young andavano via per un viaggio di lavoro e in quei giorni io e la mia migliore amica vivevamo insieme. Era venerdì sera e avevo avvertito Heal che nei prossimi due giorni non ci saremmo visti molto, Emma si era sentita trascurata e aveva ragione dato che non trascorrevamo un paio d'ore insieme all'infuori della scuola da quando le cose si erano fatte più serie. Lui ne avrebbe approfittato per uscire con Nate, speravo che gli dicesse finalmente di noi. Quella settimana io e Nate avevamo parlato del più e del meno, ma non ci eravamo mai incontrati tutti e tre insieme. io avevo intravisto loro tra i corridoi e Heal aveva intravisto me e il suo amico senza mai avvicinarsi. Non riuscivo proprio a capire perché, ma di sicuro aveva i suoi buoni motivi e io mi fidavo ciecamente di lui.

-Sono scioccata. Non parli o vedi Heal da ben quarantasette minuti e non vedo ancora segni di cedimento- la mia amica mise nel carrello che stavo portando io una busta gigante di patatine, consapevole del mio folle amore per loro, mentre io le rivolgevo un'occhiataccia. Quello era il suo modo per dirmi che le ero mancata, che mi voleva bene e che si preoccupava per me, ma accettava la mia relazione con Heal. Continuavano a litigare di continuo e io dovevo sempre separarli. Erano come due fratellini piccoli. Ma si stavano affezionando, lo dimostrava come la mia amica avesse smesso di screditare il mio ragazzo cercando di mettermi in guardia. Non lo avrei comunque lasciato, ma avere la sua approvazione era importante per me.

-Molto divertente, ma il nostro weekend tra ragazze è sacro. Ho bisogno di un po' di tempo con la mia migliore amica. Mi manca- vidi tutta la sua tensione scomparire mentre mi si avvicinò per stritolarmi in un abbraccio.

-Anche tu mi sei mancata...- mi lasciò libera di respirare e prese lei il carrello mentre andavamo dall'altro lato del supermercato, verso le casse.

-Ma non te la caverai così in fretta. Allora, il tuo caro fidanzatino è focoso come sembra?- sentì irrimediabilmente un calore partire dal basso ventre che poi si dilaniava in tutto il mio corpo al solo pensiero di lui e delle sue mani su di me. Le sue labbra che mi divoravano ogni volta che ne aveva l'occasione.

-A giudicare dalla tua espressione direi proprio di sì-

-Stai pensando alle sue labbra?- si stava proprio divertendo a torturarmi. Non le risposi e continuai a camminare ignorando il rumore della sua risata.

-Siete già andati oltre la prima base?- stavo per ucciderla. Sul serio.

-Com'è messo lì sotto?- mi voltai continuando a camminare all'indietro e non potei fare a meno di ridere insieme a lei. se fosse stata un'altra l'avrei presa a capelli probabilmente per aver parlato in quel modo del mio Heal, ma con lei non riuscivo proprio ad arrabbiarmi. Smisi di ridere quando mi scontrai contro qualcosa di duro e due mani si posarono sui miei fianchi per evitare di farmi cadere. Vidi nello sguardo della mia amica una strana luce che non riuscii a spiegarmi e, lentamente, mi voltai ritrovandomi avanti Nate. Mi sorrideva come sempre, le mani ancora sui miei fianchi. Era una presa dolce, quasi impercettibile rispetto a quella rude e protettiva, possessiva, di Heal.

-Nate. Che ci fai qui?- il sorriso sulle mie labbra si spense lentamente quando mi resi conto che lui non doveva trovarsi lì. Doveva essere con Occhi Ghiaccio. Forse era anche lui nei paraggi? Ma laniando una rapida occhiata intorno non lo vidi ed ero diventata brava a trovarlo anche in mezzo ad una folla di persone.

-La spesa come voi. Almeno credo. Tu che ci fai qui Evie? A parte andare addosso alle persone s'intende- lanciò una rapida occhiata al carrello e al suo contenuto per poi rilassare la fronte e liberarmi dalla sua presa. Era così tenera che avevo dimenticato mi stesse ancora tenendo. Lui ed Emma si erano conosciuti al suo ritorno a scuola ed erano andati subito d'accordo. Avevano molte cose in comune e, onestamente, ce li vedevo bene insieme come coppia.

-Non dovresti essere con lo Stronzo dal cuore tenero?- se Ocean aveva trovato un nomignolo per la mia amica, lei non era stato di certo da meno.

-Sì. Sto facendo rifornimento prima di andare, un po' come voi- da lì non sentii più nulla. Ero sollevata e rassicurata. Per un attimo avevo creduto... I miei due amici continuarono a parlare e a scambiarsi sguardi ambigui per tutto il tempo che restammo in fila alle casse. Mi si stava formando una strana idea in testa e non avrei potuto aspettare fino a lunedì per parlarne con Heal di persona quindi gli mandai un messaggio mentre loro erano distratti.

Io: Dovremmo far mettere insieme Nate ed Emma!!!

Oggi

Ero seduta sul divano dell'appartamento della mia migliore amica sorseggiando il mio bicchiere di vino rosso. Era stata una giornata stancante ed era giusto festeggiare l'accordo tra le nostre aziende. Avevo tolto i tacchi e mi ero rannicchiata contro lo schienale, come facevo sempre. Quando avevo smesso di suonare pronta per andare via Heal non c'era più. Mi sono sentita offesa in un certo senso, lui sapeva quanto la musica significasse per me e quanto quello, suonare, fosse importante eppure se n'era andato. Non aveva voluto ascoltarmi. Riversai la mia frustrazione sull'uomo al mio fianco che voleva portare me e la mia amica a cena fuori per festeggiare rifiutando il suo invito. Erano appena un paio di giorni che suo fratello era ritornato in città, ripiombando nella mia vita, e già mi aveva scombussolata totalmente tant'è che non riuscivo neanche a stare nella stessa stanza con Nate senza sentirmi in colpa ed evitare il suo sguardo come la peste. Quella notte avrei dormito lì, con Emma, proprio per evitarlo. Non volevo che stesse male, ma non sapevo proprio come gestire quella situazione.

-Stavo pensando che potremmo annunciare pubblicamente la nostra collaborazione al gala dell'anniversario dell''azienda. Si terrà tra qualche settimana quindi avremo tutto il tempo di organizzarci al meglio e poi esporre pubblicamente i nostri interessi- sapevo che quello sarebbe stato un rischio, ma finora avevo sempre puntato il tutto per tutto senza uscirne mai danneggiata o sconfitta. La mia sfortuna in amore forse non era un male così grande se mi rendeva fortunata nel gioco dopotutto.

-Perfetto- prese posto accanto a me, nella mia stessa posizione con il suo bicchiere di vino bianco in mano. Avevamo mangiato una pizza e di lì a poco avremmo guardato un film come ai vecchi tempi, quando eravamo delle ragazze che andavano ancora al liceo o all'università.

-Adesso perché non mi racconti di come stai davvero?- era un angelo. Sempre pronta a sostenermi e consolarmi, così come io c'ero sempre per lei. sotto quest'aspetto mi ricordava molto Nate. Un tempo credevo sarebbero finiti insieme. quel pensiero non mi fece ingelosire o arrabbiare, come invece succedeva se pensavo a lei e al mio ex nello stesso letto, ma mi rendeva felice. avevo sempre creduto fossero fatti l'uno per l'altra, ma a quanto pare non era così.

-È normale che sono più gelosa al pensiero di te col mio ex piuttosto di te con il mio attuale ragazzo?- le chiesi senza giri di parole. Lei era l'unica con cui mi confidavo apertamente su tutto e non avrei fatto eccezione in quel caso.

-Come non è normale che continui a definire Nate il tuo ragazzo e non il tuo uomo o fidanzato. Considerando anche che ha cercato di farti la proposta più volte di quante me ne ricordi e hai sempre sviato il discorso interrompendolo, direi che sei proprio nei guai amica mia-

-Cosa dovrei fare secondo te?- ero disperata. Non era certo così che doveva sentirsi una ragazza che stava per ricevere la proposta di lì a poco. Perché conoscevo Nate e sapevo che non si sarebbe arreso.

-Solo ciò che ti senti. Heal ti ha distrutta a suo tempo, però anche lui mi sembra diverso. Sofferente. Dovresti chiarire prima con lui e fare chiarezza con i tuoi sentimenti prima di progettare una vita con suo fratello. A cui, te lo ripeterò fino alla nausea, devi dire la verità. Avresti dovuto farlo già tre anni fa, ma eri troppo spaventata all'idea di perderlo. Lo capisco. Ma lui merita di sapere chi vuole sposare- forse era solo la mia immaginazione o forse no, ma avvertii un pizzico di istinto protettivo troppo forte verso i suoi confronti. E forse anche un po' di gelosia. Ma di sicuro era colpa del vino altrimenti la mia amica me ne avrebbe parlato sicuramente di ciò che provava. Non c'erano segreti tra noi.

-E ora guardiamoci un film- ci accoccolammo l'una contro l'altra sul divano e ci godemmo una serata solo nostra anche se la mia mente continuava a ripensare a due occhi ghiaccio che mi si raffiguravano appena chiudevo le palpebre sempre sullo stesso volto. Hell. Il mio inferno personale.

Il Mio Inferno PersonaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora