15

167 7 1
                                    

HEAL

8 anni prima...

Le dissi di Nate quella domenica. Prima che la mia famiglia tornasse, mentre la stavo aiutando a prendere tutta la sua roba. Avevamo vissuto quei tre giorni come coppia, come conviventi, come un'unica persona. Non mi ero mai sentito così felice in vita mia. Mai. speravo solo di aver rovinato tutto. Evie all'inizio mi tenne il muso e non mi parlò per i giorni successivi e di conseguenza neanche la sua amica Kate con cui avevo stretto un buon legame. Perdere due ragazze nel giro di qualche minuto non mi stava affatto bene e avevo intenzione di fare qualcosa. Si sarebbe tenuto il viaggio di fine anno a cui avrebbero partecipato il penultimo e l'ultimo anno, solo che io ad una settimana fatta di feste, uscite con amici, ragazze e alcol preferivo una settimana con la mia ragazza, la mia Dea, in una baita sulla cima di una montagna dove aveva sempre voluto fare una vacanza. Prenotai la casa, il volo e tutto il resto prima di prendere sia lei che la sua migliore amica e trascinarle in un'aula vuota durante la pausa pranzo. Non avevamo ancora detto nulla a Nate. Evie era convenuta con me che non fosse il caso per evitare di ferirlo. Spiegai a entrambe la mia idea e le vidi cedere nello stesso momento. Fu una vittoria vedere anche solo la loro faccia in quel momento e l'espressione con cui loro stavano guardando me. Come se fossi il ragazzo perfetto al mondo.

-Per quanto mi piacerebbe venire, non ci tengo a fare da terzo incomodo. Ma tu dovresti Ev- cazzo... Ero stato così preso dalla mia idea da non pensare a lei come avrei dovuto. Cercai di scusarmi e di proporle lo stesso di venire con noi, ma rifiutò per darci lo spazio che 'una coppia necessitava'. Parole sue. Proposi addirittura di invitare Nate, infondo era mio fratello e sarebbe stato un buon momento per dirgli la verità, ma Evie fu irremovibile. Era ancora un tasto dolente quello e non voleva che lui sapesse di noi tanto quando non lo volevo io e fingere per un'intera settimana era fuori questione. Non avrei resistito al dovermi trattenere ogni volta che volevo sfiorarla, toccarla, baciarla o anche solo coccolarla.

-Io andrò al viaggio e starò con Nate cercando di non fargli capire niente su di voi, ma voi comportatevi bene. Non voglio ancora diventare zia!- si alzò ridendo e uscì dall'aula lanciandomi uno sguardo di approvazione. Schivò per poco un mio schiaffetto sulla sua schiena e se ne andò. Mi avvicinai a Evie e la abbracciai senza dire niente. Non ce n'era bisogno. Resistette qualche minuto e poi mi abbracciò a sua volta. Le iniziai a raccontare tutto del viaggio che avremmo fatto a breve e ascoltai lei pianificare le nostre giornate. So che era da pazzi, ma a me sembrava una luna di miele e non vedevo l'ora di farla con la ragazza di cui ero innamorato.

Dopo scoprii da Kate che il 16, giorno in cui avremmo festeggiato il nostro secondo mesiversario, sarebbe stato anche il compleanno di Evie. Per questo la nostra amica ci restò così male. Mi spiegò che sarebbe stato il primo compleanno in tutta la loro amicizia che avrebbero passato separate. La mia mente iniziò già ad elaborare il modo per rendere quello il compleanno più memorabile della sua vita.

Il giorno della partenza dissi a Nate di coprirmi con tutti, specialmente la nostra famiglia, perché avevo in programma qualcosa di molto meglio. Sapeva ci fosse una ragazza di mezzo, non era idiota, solo che non sapeva chi. Odiavo quella distanza che si era creata tra noi e ancora di più odiai il fatto di averla creata io. Lasciando tutti i sensi di colpa io e la mia Celine partimmo insieme a tutti gli altri per non creare sospetti ai suoi genitori. Alla prima sosta ci separammo dagli altri, senza farci notare dai professori, e andammo verso l'auto che avevo noleggiato per l'occasione. Volevo che fosse tutto più che perfetto per lei. Arrivammo nel tardo pomeriggio, ma la stanchezza sparì completamente dal mio corpo vedendo la sua reazione. Aveva gli occhi sgranati e la bocca spalancata alla vista di quella baita. O meglio villa... Eravamo solo in due, ma volevo che sentisse di poter avere tutto perché io glielo avrei dato. Gli avrei dato anche la Luna e le stelle con tutto il firmamento se solo me lo avesse chiesto. Avrei fatto di tutto per vedere quell'espressione tipica di una bambina la mattina di Natale. Non le diedi neanche il tempo di guardarsi intorno che la afferrai da dietro e le baciai il collo assaporandola. I bagagli da qualche parte all'entrata. Era stata una tortura non poterla baciare durante il viaggio, né guardarla come avrei voluto. In compenso però lei aveva guardato me e mi aveva tenuto la mano addosso per tutto il tragitto scoccandomi anche un bacio di tanto in tanto. Ho sempre creduto che, per stare bene con una persona, dovessi stare bene anche in silenzio e non sentirti a disagio. Piuttosto essere contento di restare in silenzio con quella persona senza sentire la necessità di parlare e io era così che mi sentivo con lei. ed ero sicuro che anche lei provasse lo stesso dato che non aveva provato ad intavolare una conversazione banale per rompere il silenzio, ma semplicemente si era goduta il viaggio.

Il Mio Inferno PersonaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora