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HEAL

8 anni prima...

Mi svegliai con una leggera pressione sulle labbra e un calore che conoscevo fin troppo bene. Si allontanava e poi tornava da me. Evie mi stava baciando... Non fu necessario neanche aprire gli occhi per capirlo. Adorava mordermi dolcemente, proprio come stava facendo in quel momento scagliandosi contro il mio collo. La avvolsi con un braccio e poi rotolai sopra di lei, al centro del letto, ancora gli occhi chiusi e le labbra increspate in attesa di un suo bacio che non tardò ad arrivare. La mia lingua amava la sua, era assodato, tanto quanto il mio cazzo amava la sua intimità e quanto io amavo lei. non mi preoccupai di tenermi sollevato per non schiacciarla. Volevo sentire il suo seno premere contro il mio petto e un sorriso mi incurvò le labbra. Non l'avevo ancora guardata, ma sapevo che stava sorridendo con me.

-Mi stai soffocando- esordì in una piccola risata che servì a farla aderire ancora di più a me. la sua voce era sommessa, ma non mi spostai.

-Vorresti farmi credere che non ti piace?- evitai di aggiungere cose più volgari perché mi ero appena svegliato e non volevo esagerare. Non avevo ancora il pieno controllo del mio corpo. Presi a baciarle la mandibola come se stessi baciando altro aumentando così le mie fantasie e la mia erezione mattutina...

-Non ho mai detto questo- portò le bracci attorno il mio collo e mi sorrise sulle labbra. Lo sentii l'attimo prima che mi baciasse quindi aprii gli occhi e fu come avere una visione. Era bellissima la mia Dea. Perfetta cazzo.

-Ciao...- la salutai con gli occhi socchiusi. Ero ancora sdraiato su di lei, ma non sembrava affatto infastidita, tutto al contrario.

-Ehi...- sorrise mentre la sua mano si frappose su di noi per posarsi sul mio petto. era quella col braccialetto che le avevo regalato quella notte. Senza pensarci troppo le presi il polso e glielo baciai senza staccarle mai gli occhi di dosso. Forse per una sveltina riuscivo a convincerla. Come se mi avesse letto nella mente, o forse nello sguardo che trasudava desiderio e malizia, portò la sua mano sul mio inguine e iniziò a massaggiare per fermarsi quasi subito. Proprio quando iniziavo a lasciarmi andare.

-Mi dispiace Derek, ma ho i crampi fortissimi e non sono in vena- mi rivolse un sorriso di scuse mortificata. Sospirai affondando di nuovo nel suo collo mentre lei mi accarezzava la schiena nuda e passava distrattamente le mani tra i miei capelli.

-E questa... cosa quanto dura di solito?- non avevo sorelle e di certo non avevo mai avuto amiche femmine. Per non parlare di ragazze serie. Ero appena maggiorenne, volevo solo divertirmi prima di incontrare lei, quindi non sapevo bene come funzionava tutto quello. Certo sapevo la parte biologica grazie alla scuola, ma nulla di più. Non mi imbarazzava parlare di sesso o di qualunque altra cosa, ma quello era un mio tabù e me ne resi conto solo allora.

-La cosa come la chiami tu...- si interruppe per ridere di me e baciarmi la fronte con fare possessivo.

-O più comunemente mestruazioni, di solito durano cinque giorni. Mi dispiace- scrollo le spalle, ma era davvero dispiaciuta. Non voleva deludermi... Bene, niente sesso fino alla fine del viaggio, ma ci saremmo potuti divertire comunque. Non era di certo un impedimento per me. avevo fatto venire ragazze con solo uno sguardo ed ero riuscito a far venire lei senza toccarla lì sotto. L'avrei presa come una sfida personale che ero intenzionato a vincere, solo non ora.

-Voltati- non era una richiesta, ma il mio tono la convinse ad obbedirmi. Sapevo quanto odiasse che qualcuno le dicesse cosa fare, anche in camera da letto, quindi cercavo sempre di usare un tono più accondiscendente per evitare sfuriate inutili. Iniziai a massaggiarle la schiena, sistemandomi sul suo culetto sexy e adorabile che reclamava di essere morso. Mi abbassai e lo feci godendo ne sentirla sussultare per il piccolo dolore. Le alzai la mia maglietta fin sopra le spalle mentre la massaggiavo. Le mie mani finirono sul davanti, sui suoi seni, che accarezzai e coccolai. Li contemplai per un'infinità. Erano così perfetti e compatibili con le mie mani. Sembrava fatto apposta per me.

-La schiena è dall'altro lato playboy- Evie si stava rilassando, gli occhi chiusi, le braccia lungo il corpo e la bocca semiaperta rivolta verso la porta. Ridendo riportai le mie mani sulla sua schiena e continuai a massaggiarla anche quando le mani iniziarono a fare male. Volevo alleviare il suo dolore come meglio potevo e sembrava proprio che ci stessi riuscendo alla grande. Non lasciammo il letto prima di pranzo. Io scesi per preparare da mangiare lasciandola nel letto a riposare un altro po'. Aveva addirittura dimenticato di provare le battute, il che mi fece capire quanto grave fosse la situazione in quel momento. Non era ancora pronto quando mi raggiunse in cucina e mi abbracciò da dietro baciandomi le spalle da sopra la t-shirt bianca, mentre giravo il sugo che stavo preparando.

-Non è ancora pronto. Potevi restare un altro po' a letto- le feci notare senza voltarmi. Mi piaceva quando mi accarezzava in quel modo.

-Mi sentivo sola in quel letto senza di te...- il suo tono malizioso mi fece subito mettere da parte il mestolo di legno che stavo usando, facendomi voltare verso di lei. la presi da sotto le ascelle facendola sedere sul bancone alle sue spalle e posizionandomi tra le sue gambe.

-Non tentarmi. Dovrei essere io qui il tuo Inferno, Dea- le divorai la bocca senza possibilità di replica. Ne avrei mai avuto abbastanza? Forse potevo sembrare ripetitivo e lo ero anche, ma era così bella...

-Perché non apparecchi mentre io finisco di preparare? Non abbiamo fatto coazione quindi devo sfamarti molto di più rispetto al normale- le chiesi ancora sulle sue labbra mordicchiandogliele e succhiandogliele. Assolutamente perfetta. Io colazione l'avevo fatta eccome. Assaporandola e sentendola su tutto il mio corpo, fin dentro la mia anima. Lei annuì per poi avvolgermi le gambe attorno la vita e baciarmi. Stavo quasi per salire sul bancone e fregarmene del ciclo e fotterla. Dovetti trattenermi con tutte le mie forze per resistere. Invece la sollevai e, dopo aver fatto qualche passo indietro, la posai a terra dandole un ultimo bacio e una pacca sul sedere mentre si allontanava da me per andare verso la tavola.

-Metti un paio di posti in più- la avvertii prima di tornare al mio sugo che era ormai pronto.

-Aspettiamo visite?- avevo ormai stuzzicato la sua curiosità e sorrisi per quello continuando a darle le spalle ed eludere le sue domande. Alla fine, quando il campanello suonò, scattò in piedi e corse ad aprire. Le avevo fatto più sorprese io in quei giorni che chiunque in tuta la sua vita e la cosa non le piaceva per nulla. Misi i piatti a tavola e poi raggiunsi la mia ragazza abbracciandola da dietro e dandole un bacio affettuoso sulla testa mentre lei, a bocca spalancata, chiedeva alla sua migliore amica cosa ci facesse lì. Io la salutai con un abbraccio, lasciando poi che le due ragazze urlasse e si raccontassero di tutto in meno di due secondi parlandosi sopra. La cosa buffa è che capirono tutto ciò che l'altra diceva. Poco dopo ci raggiunse anche mio fratello con la sua valigia e quella della nostra amica in comune. Mi allontanai di scatto da Evie, anche se controvoglia, e non mi sfuggì l'occhiata piena di dolore e di rabbia che mi riservò lei. Emma aveva detto a mio fratello che avremmo organizzato una sorpresa a Evie, omettendo il fatto che io e lei ci trovassi in quella casa dall'inizio della settimana. Avremmo passato insieme i restanti due giorni, ma mentre loro due avrebbero raggiunto gli altri all'aeroporto per tornare con la scuola, io e Evia saremmo tornati per conto nostro così da restare ancora un altro po' soli. Sapevo che lei e Nate erano buoni amici, per questo avevo invitato anche lui alla sorpresa. Mi sentivo uno stronzo bastardo, ma non avrei voluto farlo perché non volevo dover fingere di non amare la mia ragazza e non volevo neanche costringere lei a fingere, ma mi era sembrata la cosa più giusta da fare quando avevo organizzato tutto con l'aiuto della mia complice e fidata amica, Kate.

-Entrate e raccontateci tutto mentre mangiamo o i piatti si fredderanno- dissi facendoli entrare e andare verso la cucina. Evie si girò nell'immediato, le braccia incrociate al petto e le labbra serrate in una linea sottile. Lo sguardo che mi stava folgorando sul posto.

-Sorpresa- tentai di dire con un accenno di sorriso che scomparve subito quando lei mi puntò contro il suo indice che, contro ogni ragione, avrei voluto follemente succhiare in quel momento. Arrabbiata era sexy da morire.

-Io e te facciamo i conti dopo...- detto questo andò in cucina dai nostri ospiti sculettando consapevolmente via da me. Mi passai le mani tra i capelli mentre mi mordevo il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Solo dopo aver messo a bada la mie, evidente, erezione andai da loro. Rivolsi alla mia ragazza uno sguardo che le comunicava perfettamente ciò che sarebbe successo dopo, quando saremmo stati in camera da soli. E lei leggendomi nel pensiero sorrise. 

Il Mio Inferno PersonaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora