Un incontro fortuito

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Era una serata tranquilla, il cielo era sgombro e pieno di stelle, vi era la luna calante che illuminava fiocamente con la sua tenue luce e non si udiva nessun suono fuori dai dormitori.
Era ormai autunno inoltrato e l'aria era fredda, motivo per cui non vi era quasi più nessuno studente che usciva la sera per chiacchierare o fare un passeggiata in compagnia, come invece capitava nei periodi più caldi.
Izuku osservò il fiato caldo uscire dalla bocca, mischiarsi al vento freddo e formare un piccolo ammasso simile a fumo, che si dissolse subito. Si era incamminato qualche minuto prima ed aveva raggiunto una delle stradine più isolate tra quelle che si ramificavano all'interno del complesso della UA, era un luogo leggermente rialzato dalla quale si aveva una buona visuale sui dormitori dell'ultimo anno, il motivo per cui non si recava molta gente in quel luogo era la sua ubicazione perimetrale, non vi era praticamente nulla lì a parte qualche solitario lampione e gli alberi sul lato più esterno della strada.
Mentre si avvicinava sovrappensiero alla sua meta notò che sotto una delle luci vi era un figura scura, vestita con un paio di jeans ed una felpa nera col cappuccio, aveva le braccia conserte ed un piede appoggiato alla staccionata che contornava il lastricato nel lato più interno. Man mano che si avvicinava divenivano più nitidi i contorni del soggetto e quando vide chiaramente la particolare forma della testa riconobbe il proprio compagno.
"Ehy Tokoyami, non mi aspettavo di trovarti qui"
Il ragazzo dal viso simile a quello di un rapace girò lievemente il viso, senza voltarsi completamente, osservò con la coda dell'occhio chi lo aveva salutato e si rimise ad osservare il panorama, era molto serio, pensieroso, e pareva disturbato dalla presenza dell'amico.
"Una zona buia ed isolata, secondo la vostra opinione non dovrebbe essere il posto perfetto per me?"
Izuku sorrise impacciato preso alla sprovvista dalla risposta aggressiva e tagliente, anche se pronunciata con tono pacato.
"Sai, a volte non capisco se questo sia il tuo vero io" disse seriamente affiancandolo "ti comporti in maniera così lugubre, anche quando non ce ne sarebbe motivo, ma non si capisce perché. Non ci hai mai raccontato nulla di te quindi non posso comprendere cosa ti abbia portato ad essere così"
"Ogni tanto diventi ciò che ti fanno diventare, tutto qui" rispose freddamente.
Il ragazzo dai capelli verdi non capì chiaramente cosa intendesse il suo compagno, comprese che vi erano delle cause profonde dietro al suo atteggiamento, ma non voleva essere invasivo ed indagare sul suo passato quindi decise di lasciar stare. Si appoggiò con le mani alla staccionata e stette per un attimo in silenzio, scrutando il mediocre panorama davanti a lui composto da edifici per la maggior parte uguali l'uno all'altro differenziati solo dalle diverse luci delle camere accese.
"Cosa ci fai qui?"
"Potrei farti la stessa domanda"
"Touchè" rispose levando per un attimo le mani in alto in segno di resa, il ragazzo alzò lo sguardo senza guardare nulla di preciso "Vedi, si dice che la notte porti consiglio ed io credo sia vero. Di giorno c'è sempre qualcosa da fare, qualche lavoro da finire, viaggia tutto veloce, in maniera frenetica, caotica, non si ha il tempo di fermarsi e pensare a ciò che si vuole, ma di notte no, la notte è calma, placida, tranquilla. Ascolta" chiuse gli occhi e fece un profondo respiro "Il silenzio...uno riesce ad ascoltare i suoi pensieri ed ha tutto il tempo che vuole per farlo. Vengo qui per riflettere, io e la luna, la luna ed io"
Fumikage guardò il compagno, sospirò, quasi come dovesse togliersi di dosso la tensione, e sciolse le braccia dal suo intreccio piegandosi in avanti, appoggiandosi alla staccionata come il suo amico.
"Immagino di essere qui per lo stesso motivo. Mi attanaglia un dubbio, il cuore vorrebbe agire ma le tenebre della mia anima mi bloccano...e per questo soffro...e faccio soffrire"
"Secondo alcuni filosofi le tenebre avvolgono tutto, è inevitabile, esse fanno paura, ci immobilizzano, ma in fondo sono deboli, basta anche la più piccola e flebile luce per scacciarle. Però non è sufficiente volerla, bisogna lottare per essa, sacrificarsi per essa, e dopo di che bisogna difenderla, perché senza quella luce...beh...rimangono solo tenebre" Izuku si avvicinò all'altro ragazzo poggiandogli una mano sulla spalla ma guardando sempre nello stesso punto, aveva uno sguardo sognante, rapito dal suo stesso discorso "vai a meritarti quella luce Tokoyami"
Il ragazzo corvino rimase disarmato dinanzi a quest'ultima affermazione, si voltò e lo guardò stupito.
"Come facevi a sapere qual era il mio problema?"
Midoriya ridacchiò divertito, abbassò lo sguardo e si girò verso il suo interlocutore.
"Non lo sapevo" disse alzando le spalle.
Fumikage restò qualche istante nel suo stato confusionale prima di riprendere la sua aria composta, sbuffò sommessamente, divertito da come fosse stato facile per il suo amico consigliarlo senza che avesse detto praticamente nulla, si incamminò verso i dormitori ma si fermò un metro alle spalle del suo compagno.
"Grazie"
Detto ciò riprese a camminare, Midoriya non rispose, né si voltò, semplicemente sorrise tra sé e sé, aveva aiutato un suo amico ma si stava domando se sarebbe riuscito ad aiutare con altrettanta facilità se stesso.
Tokoyami stava riordinando i suoi pensieri, anche se aveva trovato il coraggio di agire non sapeva ancora come farlo, cosa dire, aveva perso la fiducia della persona a cui più teneva e l'aveva fatta soffrire ed ora non era certo che sarebbe riuscito a rimediare.
Accelerò il passo, senza neanche accorgersene, ed in poco tempo si trovò davanti alle due grosse porte di legno scuro del dormitorio, prese un respiro profondo, non sperava il pian terreno fosse vuoto, era praticamente impossibile vista l'ora, ma avrebbe quantomeno gradito passare inosservato, non aveva voglia di perdere tempo in inutili convenevoli, aveva un obiettivo. Raccolse la sua convinzione ed entrò.
Appena entrato percepì subito con tutto il corpo il tepore della stanza, in forte contrasto con l'aria fredda che si trovava fuori, a cui si era abituato, gli piaceva sentire il freddo entrargli nei polmoni e la sensazione pungente sulla pelle, lo calmava. Ebbe subito caldo, sia per la differenza di temperatura sia per l'agitazione che lo stava cogliendo, aprì la zip della sua felpa mostrando la t-shirt color verde acqua che indossava sotto.
Si diresse nell'area comune dove si trovavano Jirou, Iida, Momo, Koda, Aoyama e Mineta, le due ragazze stavano chiacchierando tra di loro mentre bevevano del tè, l'aveva sempre giudicata una bella amicizia la loro, non erano molto estroverse con gli altri ma quando stavano insieme cambiavano atteggiamento, diventavano molto più solari, si aiutavano e riuscivano a tirar fuori il meglio dall'altra. Dal lato opposto della stanza i ragazzi stavano ascoltando, con aria abbastanza annoiata, Yuuga che parlava in maniera entusiasta ed esagerata, come suo solito, ma non perse tempo a cercare di capire l'argomento del monologo.
Fumikage era sollevato dal fatto che la persona che voleva incontrare non si trovasse lì, si sarebbe imbarazzato molto a chiederle di parlare in privato davanti ad altre persone, non si trovava male in quella classe ma era ben consapevole che i suoi compagni amassero spettegolare e questa cosa ogni tanto lo infastidiva, ora però doveva pensare a dove si potesse trovare. Quella mattina aveva sentito conversare Kaminari e Sero ed aveva capito che la bakusquad si sarebbe riunita nella camera di Mina, ma difficilmente si sarebbe trovata lì, non faceva parte di quel gruppo, per quanto tutti si trovassero bene con tutti all'interno della 3a A. Con ogni probabilità si trovava in camera sua.
"La soluzione più facile è solitamente quella giusta" pensò mentre si incamminava verso le scale.
Appena svoltò per iniziare la gradinata vide in cima ad essa Shouji che stava scendendo, probabilmente si stava dirigendo dagli altri al pian terreno. Quando si raggiunsero, a circa metà scalinata, il ragazzo dagli arti multipli si fermò per parlargli, il compagno corvino si arrestò di conseguenza.
"Ciao Tokoyami, sei appena rientrato?"
"Ciao Mezou, si, appena qualche istante fa"
"Hai trovato le risposte che cercavi?"
Shouji era l'unico a cui Fumikage avesse raccontato la sua storia, il suo passato e ciò che gli gravava sull'animo in quel momento, si fidava di lui, erano simili, tranquilli e riservati, non si parlavano tanto ma non esitavano a cercare consiglio l'uno dall'altro, erano migliori amici, anche se era complicato da capire dall'esterno, solo per questo si prendeva la libertà di chiamarlo col suo nome.
"Diciamo che qualcuno mi ha aiutato nel farlo, anche se in circostanze molto fortuite, forse è stato il fato a guidarmi"
"Pare che tu non sia l'unico in giro stasera, evidentemente alla gente piace il freddo autunnale"
"O altre persone hanno fardelli che pesano sulla coscienza"
"Chissà" Mezou si girò come se dovesse ricominciare a muoversi "quindi stai andando da lei?"
Il ragazzo guardò verso il piano di sopra.
"Si"
"Spero tu riesca nel tuo intento"
"Grazie"
Shouji riprese a camminare, aveva uno sguardo imperscrutabile, già di per sé i suoi occhi risultavano di difficile lettura ma il fatto che coprisse anche parte del volto rendeva impossibile carpirne le emozioni, l'amico lo osservò finché non svoltò l'angolo, dopo di che proseguì anche lui nel suo cammino.
Salì fino al secondo piano, senza incontrare nessun altro, e si fermò davanti alla camera di Asui.
Era agitato, stava respirando in maniera affannosa, così chiuse gli occhi ed iniziò a rallentare il respiro mentre si convinceva del fatto che stesse facendo la cosa giusta, quella che avrebbe messo fine alla storia, anche se non era certo avrebbe avuto un esito positivo, ma in un modo o nell'altro avrebbe chiuso la questione.
Aprì gli occhi e fissò la porta davanti a sé, si poteva sentire della musica lofi hip hop provenire dall'interno della stanza, si ricordò che Tsuyu era solita metterla di sottofondo mentre studiava o faceva faccende di poco conto da sola, creava un'atmosfera rilassante secondo lei, in qualche modo quella melodia tranquillizzò anche lui.
Prese coraggio e bussò, si sentirono dei passi e dopo qualche istante la musica si fermò.
"Chi è?" chiese la voce femminile al di là del legno.
"Sono Tokoyami"
"Cosa vuoi?"
Dal tono della voce non si riusciva a comprendere quali fossero le emozioni della ragazza.
Si appoggiò con un braccio alla porta.
"Solo parlare" disse con una voce pesante, quasi malinconica.
Ci fu un attimo di silenzio.

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