Lui, lei e l'altro

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"Entra pure, la porta è aperta" si udì con voce allegra provenire dall'altra parte.
Jirou rimase spiacevolmente sorpresa nel sentire quella risposta, non avevano incontrato nessuno lungo il tragitto ed il suo amico si trovava nella sua stanza senza apparente motivo, pensò che era come se il destino stesso volesse che le cose andassero per il peggio.
Il ragazzo girò la maniglia ed entrò, Denki stava rovistando tra i vari cassetti, ma sentendo la porta aprirsi si girò con la sua solita espressione solare. Indossava la sua tipica maglietta con la scritta 'thunder bolt' sopra i pantaloni blu della UA.
"Ehy Shinso, che ci fai da queste parti? Ti serve aiuto?"
Non rispose, fece qualche passo più avanti per fare spazio alla ragazza. Kaminari la osservò, aveva uno sguardo spento, vuoto, piatto, come quello che hanno i sonnambuli, quando capì che c'era qualcosa di strano la sua espressione divenne preoccupata.
"Che sta succedendo? Le è capitato qualcosa? Dobbiamo portarla..."
"Io e te dobbiamo parlare" lo interruppe.
Continuò ad avanzare con aria minacciosa.
"Cosa ho fatto? Per un giorno credevo di non aver combinato casini"
Mise le mani avanti agitato ma Hitoshi lo afferrò per il collo e lo spinse fin contro la parete.
"Vieni più vicina, osserva bene" intimò alla ragazza.
Il corpo privo di volontà di Kyoka si spostò in modo da avere un'ottima visuale sulla scena.
Kaminari comprese cosa era successo, il suo sguardo si fece subito duro, rabbioso.
"Hai usato il tuo quirk su di lei, non è vero?"
"Wow, non ti facevo così perspicace" rispose ironico.
"Non ha senso. Perché l'hai fatto?"
"E' venuta da me, prima, parlando di cose senza senso, sul nostro rapporto, sul fatto che le cose dovevano cambiare, sul fatto che non le prestavo attenzione, ed io so che quella marea di stronzate gliele hai dette te, che è colpa tua se io ora rischio di perderla"
Pronunciando con molta enfasi l'ultima frase sferrò un pugno al ragazzo che lo colpì all'arcata sinistra. Era totalmente inaspettato, Kaminari non ebbe neanche il tempo di proteggersi. Gli faceva male, per qualche istante non riuscì ad aprire l'occhio, ma non aveva cambiato espressione.
Jirou, internamente, era scioccata, non aveva mai creduto che un ragazzo come Shinso, dal temperamento tranquillo e riservato, potesse avere un'indole violenta o anche solo lasciarsi andare a scatti d'ira.
"Reputi così stupida la tua ragazza? Più stupida di me, tanto da lasciarsi convincere dalle mie parole? Credo sappia benissimo ragionare e decidere per conto suo, anche se evidentemente tu non la pensi così, visto che hai dovuto usare il tuo potere per portarla fin qui contro la sua volontà. Perché mai avrei dovuto fare ciò che dici?"
"Mi credi idiota al par tuo?! Sento quello che mi racconta Kyoka su di te, ho notato come la guardi, il fatto che le giri sempre intorno e che fai quasi tutto quello che ti chiede. Tu sei geloso, la vorresti tutta per te e non puoi sopportare che invece non ti consideri, che ci sia qualcun altro prima di te"
Staccò il ragazzo da contro il muro solo per sbattercelo nuovamente contro, facendogli battere fortemente la nuca.
Il biondino si voltò, faticosamente per via della mano che gli bloccava il collo, verso la ragazza e la guardò dritta negli occhi blu scuro.
"Sei una persona fortunata, hai trovato una ragazza carina, talentuosa e, anche se ha uno strano modo di dimostrarlo, premurosa. Hai ragione sai, io la amo, vorrei essere io il suo sostegno, il suo porto sicuro, il suo conforto, ma ahimè non lo sono. Ma proprio perché la amo faccio di tutto perché sia felice e se per essere felice deve stare vicino a te allora l'aiuterò anche in questo, come ho sempre fatto finora. Io non ho mai cercato di portartela via, lei può scegliere, non è un oggetto che può essere rubato, devi sapere che in tutto questo tempo ho fatto l'esatto opposto, ho sempre cercato di far funzionare le cose tra voi. Mi ero rassegnato all'idea che non mi amasse ma ho fatto tutto ciò che potevo per renderla felice e se ora ha deciso che non ha più bisogno di te per esserlo è solo colpa tua"
Lei rimase stupita dalle sue parole, non aveva mai pensato che il suo migliore amico potesse provare tali sentimenti per lei, non aveva mai notato qualcosa di particolare nei suoi atteggiamenti, ma probabilmente perché non ne aveva mai cercati. In quel momento comprese quanto doveva essergli stato difficile starle vicino, quanto avesse potuto soffrire, aveva represso i suoi veri sentimenti solo per aiutarla, aveva messo la sua felicità in secondo piano purché lei la raggiungesse. Si sentì stupida, nel cercare di risolvere i suoi problemi con Shinso non si era mai accorta di chi avesse affianco, quel premuroso, altruista, solare e perennemente fuori luogo idiota non si meritava tutto ciò, si sentì ancora più colpevole per quello che gli stava succedendo.
Hitoshi strinse forte la mano dalla rabbia e scagliò un altro colpo prendendolo al naso, Denki si protesse il viso parandosi da un paio di cazzotti ma l'altro gli sferrò un montante in pieno stomaco, facendolo tossire violentemente e facendogli cedere la guardia, per poi tirargli altri due pugni al viso, uno alla guancia ed uno alla tempia, i suoi colpi non avevano seguito uno schema, stava semplicemente sfogando la sua frustrazione per una situazione che non era riuscito a gestire. Si accanì su di lui ancora ed ancora finché non lasciò il braccio molle mentre riprendeva fiato.
La ragazza avrebbe voluto gridare, aggrapparsi al braccio di Shinso e fermarlo o pararsi davanti al suo amico per proteggerlo, fare una qualunque cosa per porre fine a quella scena straziante, ma non poteva, stava soffrendo ad ogni attacco subito dal biondino come se fosse lei a riceverlo.
Gli lasciò il collo, il ragazzo si lasciò scivolare, con la schiena aderente al muro, senza neppure provare a rimanere in piedi, e finì seduto per terra.
"Perché non ti difendi? Perché non usi il tuo potere? Non sei in grado di usarlo senza friggere tutti?"
Non ottenne alcuna risposta, il ragazzo dal quirk elettrico continuava a fissare il suolo, era stordito dai colpi appena ricevuti.
"Andiamocene" disse aggiungendo un cenno con la mano.
Si incamminò verso la porta, il corpo di Jirou stava per seguirlo quando Kaminari si mise faticosamente in ginocchio, appoggiandosi sulla gamba sinistra, allungò il braccio ed afferrò la mano della ragazza.
"Non credo proprio verrà via con te, non se sei tu ad imporglielo" respirò affannosamente "questo non te lo lascerò fare"
Kyoka percepì un lieve strattone, sentì quella mano stringere la sua, provò a muovere l'altro braccio e ci riuscì, quel gesto di Denki era bastato a far terminare l'effetto del quirk.
Il ragazzo dai capelli viola si girò ed andò verso quello inginocchiato con aria irritata ma Jirou si mise in mezzo, la guardò stranito e stupito.
"VATTENE!"
Aveva i muscoli tesi, era nervosa, carica di rabbia, quest'insieme di emozioni si tramutò in lacrime che iniziarono a bagnarle il viso. Lui si avvicinò di appena un passo, non più interessato al ragazzo ma preoccupato per la sua fidanzata, lei gli poggiò le mani sul petto e lo spinse con tutta la forza che aveva in corpo, sbilanciandolo, dovette indietreggiare di qualche passo per non cadere.
"VATTENE DA QUI!"
La osservò, aveva il viso tirato dalla rabbia che le scorreva in copro. Aveva lo sguardo duro nonostante gli occhi umidi ed in quel momento comprese lo sbaglio che aveva commesso, si era lasciato sopraffare dalle emozioni, non era stato lucido, ma non aveva potuto farci niente, gli era scattato qualcosa dentro, come un raptus, le cose non erano andate come avrebbe voluto e si stava pentendo delle sue azioni. Si voltò ed uscì dalla stanza tirando un forte pugno allo stipite, era rabbioso ma questa volta contro sé stesso.
Kyoka chiuse la porta sbattendola e si girò verso Kaminari, il ragazzo si era trascinato fino al letto e si era seduto alla sua base appoggiandosi ad esso. Gli si avvicinò e lo guardò attentamente, stava iniziando a diventare viola ed a gonfiare su tutta la parte sinistra del viso, non riusciva quasi ad aprire l'occhio, gli usciva sangue dal naso, aveva il labbro spaccato in più punti e probabilmente aveva problemi alla mandibola, anche se ancora non se ne era accorto per via dell'adrenalina.
Notò che il sangue che stava colando dal naso e dalla bocca si stava unendo, raggruppandosi sotto il mento per poi gocciolare sul pavimento, prese il pacco di Kleenex che il ragazzo teneva sul comodino e si sedette affianco a lui, estrasse qualche fazzoletto dalla confezione e glieli passò, lui la osservò un istante, fece un cenno di ringraziamento e li prese, li mise sotto naso e si piegò leggermente in avanti.
La ragazza si schiarì titubante la voce, cercando di calmarsi, prima di parlare.
"Allora...come stai?"
Lui si girò verso di lei per guardarla fissa con l'occhio sano.
"Scusa, scusa, hai ragione, domanda stupida" ammise ridacchiando.
Ci fu un attimo di silenzio.
"E' un peccato ti abbia ridotto così, la bellezza era la tua unica qualità"
Stavolta ridacchiò lui.
"Dai, sono anche simpatico a volte"
"A volte" sottolineò lei.
Il suo viso divenne serio ma aspettò un istante prima di parlare.
"Perché non ti sei difeso? Ti ho visto spesso allenarti, conosco le tue capacità, so che avresti potuto fulminarlo senza farmi alcun male, quindi perché non l'hai fatto?"
"Non volevo, mi avrebbe fatto finire solo dalla parte del torto, non è importante cosa mi abbia fatto, tu stai bene e lui pure"
"Ogni tanto credo tu sia troppo buono per fare l'eroe"
Denki stava respirando in maniere faticosa.
"Quel ragazzo ci tiene veramente a te, ha fatto tutto ciò solo perché aveva paura di perderti"
"Sarà anche vero...ma se questo è il suo modo di tenere a me forse sono io che non tengo più a lui"
Non sapeva che dire, avrebbe voluto scusarsi, farsi perdonare per l'accaduto e chiarire tante cose, soprattutto ciò che aveva detto su di lei, ma non sapeva come farlo.
Per un momento stettero entrambi in silenzio.
"Non essere imbarazzata" le disse come se le avesse letto nel pensiero "non è stata colpa tua, ne sono certo, non mi tratti sempre bene ma non mi spaccheresti mai la faccia" sorrise lievemente, divertito.
La realtà era che anche lui non sapeva come comportarsi dopo l'accaduto, aveva aperto il suo cuore e rivelato i suoi veri sentimenti ma non sapeva se lei, nella condizione in cui era, lo avesse sentito e quindi non riusciva a capire se avrebbe dovuto affrontare l'argomento o no.
Ci fu qualche secondo in cui i due non parlarono. Gli occhi di Jirou iniziarono a vagare per la stanza di Kaminari, da un oggetto ad un altro, senza una meta precisa e senza che quasi se ne accorgesse iniziò a canticchiare, cosa che le capitava spesso quando era assorta nei suoi pensieri.
"Feeling feelings I feel about us, try to fight it but it's never enough"
Il ragazzo appallottolò i fazzoletti sporchi di sangue e li poggiò a terra con noncuranza, in quel momento le condizioni del pavimento erano l'ultima cosa che gli interessasse.
"Hai sempre una voce bellissima...che canzone è?"
"Head & heart" rispose prima di rimettersi a cantare "My heart is certain, it's more than a crush, 'cause I'm frozen in motion and my head tells me to stop"
Si fermò per un attimo e rifletté sul senso delle parole che aveva appena pronunciato.
"Pensavi davvero ciò che hai detto prima?" chiese seria.
"E così potevi sentirmi anche se eri sotto il suo controllo eh" pensò attentamente a cosa dire "Si...ti amo...da tanto tempo...non te l'ho mai detto perché pensavo di non avere speranze con te per cui ho deciso di non creare problemi alla tua storia con Shinso e di non correre il rischio di perderti anche come amica, non lo avrei mai sopportato"
"Scusa, non deve essere stato facile per te tacere tutto questo tempo rimanendomi comunque vicino"
"Non devi scusarti, è stata un mia scelta non parlarne, e viste come sono andate le cose forse avrei dovuto farlo subito...o non farlo per niente. Sono stato stupido, come sempre"
"Non buttarti giù, non sei di certo il genio della classe, ma non basta quello per definirti stupido. Tu ci sei sempre stato per me quando ne avevo bisogno, grazie"
"Per te? Ci sarò sempre e comunque"
Si mise in ginocchio davanti a lui e gli passò una mano nei capelli spettinati, lui alzò la testa per guardarla.
"Ora vorrei esserci io per te"
Poggiò la mano sinistra sulla guancia sana e si avvicinò sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo, fece congiungere le proprie labbra alle sue, con delicatezza, non voleva fargli male viste le varie spaccature sul labbro inferiore, sentì il sapore ferreo del suo sangue ma non le diede fastidio considerandone la causa. Rimasero così per un paio di secondi prima che lei si staccasse ed appoggiasse la fronte sulla sua, chiusero entrambi gli occhi.
"Scusa se non ho compreso prima né ciò che provavi per me né ciò che io provavo per te"
"Scusa se non ho avuto il coraggio di rischiare e di esprimerti subito i miei sentimenti"
Si separarono, Jirou si alzò e gli porse la mano sorridendo.
"È il caso che tu vada in infermeria" disse con voce premurosa.
Il ragazzo si alzò aiutato dalla sua nuova ragazza, le passò un braccio sopra le spalle mentre lei lo sosteneva, non aveva nessun problema alle gambe ma non riusciva a mantenere l'equilibrio, l'effetto dell'adrenalina stava finendo e così iniziava ad aver male al viso ed a girargli la testa. I due si incamminarono così.
"Sai devo assolutamente dire a Sero che sono riuscito ad uscire dalla friendzone"
"Forse dovresti rivedere le tue priorità in questo momento Denki" disse ridacchiando.
"Forse si...Kyoka"

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