Forgive, don't forget

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Momo venne svegliata di soprassalto da un rumore in lontananza, qualcuno nel lato maschile dei dormitori, con cui la sua stanza condivideva una parete, aveva sbattuto violentemente la porta.
Si alzò ancora leggermente frastornata e si guardò allo specchio, indossava un maglioncino sottile rosso e dei pantaloni neri con due strisce bianche sui lati, mentre dormiva le si era sciolta la coda ma non aveva i capelli troppo spettinati così decise di non legarli, prese l'elastico, che era rimasto sul letto, lo infilò al polso ed uscì.
Raggiunse la stanza di Jirou, che si trovava allo stesso piano della sua, provò a bussare un paio di volte, ma non ottenne risposta, poggiò l'orecchio sul legno ma non sentì alcun suono all'interno. Pensò a dove potesse trovarsi. Sapeva che non era una persona molto socievole, per quanto non fosse di cattiva compagnia, semplicemente preferiva avere pochi amici ma buoni, così dedusse che si doveva trovare in camera di Kaminari, l'altro suo grande amico. Ai suoi occhi era palese che lui provasse qualcosa per la sua compagna, anche se lei non riusciva a capirlo, ma non aveva mai detto nulla per evitare di complicare il rapporto che c'era tra i due, considerando il fatto che lei era già fidanzata.
Passò per la sala comune, dove si trovavano Sero e Bakugo, e raggiunse con calma la camera del suo amico, non avrebbe avuto problemi a parlare dei suoi dubbi davanti a lui, aveva visto come si comportava con Kyoka e sapeva che avrebbe potuto contare anche sul suo aiuto.
Non fece in tempo a bussare che la porta si aprì davanti a lei mostrando la sua amica che aiutava il suo compagno malconcio.
"Oddio Kaminari, che ti è successo?" chiese mentre lo sosteneva per il braccio libero.
"È una lunga storia...a dire il vero no...ma è meglio che non sia io a raccontarla" rispose il ragazzo, con un fare non tanto solare quanto più stordito.
Momo si sporse per guardare la ragazza.
"C'è di mezzo Shinso ma ti racconterò tutto dopo, ora mi aiuteresti a portarlo in infermeria?"
"Certo"
"Cosa ci fai qua?" domandò Kyoka.
"Devo parlarti, credo tu avessi ragione prima, avrei dovuto darti retta invece di andarmene"
"C'è una qualcosa di interessante in ballo?" chiese il ragazzo.
"Non direi Denki, ma comunque non sono affari tuoi"
"Vedrò di farti un riassunto più tardi" concluse Yaoyorozu.
I tre scesero le scale. Appena giunsero al pian terreno i due ragazzi, che stavano discutendo sui divanetti, li notarono e prontamente accorsero dal loro amico.
"Cosa è successo idiota? Chi ti ha ridotto così?" domandò Bakugo con fare aggressivo come se fosse stata colpa del biondino stesso.
Per quanto gli pesasse ammetterlo ci teneva a Kaminari e non avrebbe perdonato facilmente chiunque lo avesse conciato così.
"Tranquilli ragazzi, sto bene, mi gira solo la testa, mi fa male tutto il volto e faccio un po' di fatica a pensare, ma quello direi che è normale, no?"
"Questo non mi pare star bene" disse Hanta.
"Mi dispiace solo dover finire qua la serata con voi senza aver provato i nuovi giochi da tavolo"
"Hai delle priorità veramente discutibili" aggiunse Jirou.
"Tranquillo tanto la serata è finita, ti stavamo aspettando qua proprio per dirtelo"
"Ah...meno male...credo...ora scusate ma devo andare in infermeria, voi non preoccupatevi"
"Volete che lo portiamo noi?" chiese, in maniera straordinariamente apprensiva Katsuki.
"No, grazie, ce la facciamo" rispose la ragazza dai capelli blu scuro "ah già, Sero" aggiunse mentre si stavano già allontanando "Denki è uscito dalla friendzone"
I tre uscirono chiudendosi dietro la porta, il ragazzo rimase un attimo spiazzato da quelle parole, si guardò intorno confuso prima di ricordarsi il discorso avuto poco prima con l'amico in camera di Ashido.
"Pare che la serata stia andando bene per tutti, tranne che per noi" concluse mentre stava per appoggiarsi sulla spalla del suo gregario, che però lo fulmino con lo sguardo.
"Non mi toccare" disse scandendo le parole.
Si voltò e si diresse in camera, seguito dall'amico sconsolato.
Kaminari sembrava apprezzare l'aria fredda della notte, gli parve quasi che alleviasse leggermente il dolore, le due ragazze, però, che non apprezzavano allo stesso modo, accelerarono il passo per giungere prima a destinazione.
Arrivati dinanzi alla porta dell'infermeria un dubbio colse le due ragazze, era ormai notte inoltrata e con ogni probabilità non ci sarebbe stato nessuno in infermeria per aiutare il loro amico, la cosa giusta da fare sarebbe stata andare a parlare col professor Aizawa, ma decisero comunque di fare un tentativo trovandosi già lì.
Jirou bussò poco fiduciosa. Si sentirono dei movimenti all'interno e qualcuno parlare a bassa voce, dopo qualche secondo la porta si aprì.
"Cosa ci fate voi tre qui a quest'ora?" domandò seria Recovery Girl.
Senza attendere una risposta si sporse verso il ragazzo, spostandogli da un lato un viso per poter osservare meglio le ferite, Kaminari fece una smorfia di dolore quando la dottoressa provò a toccare la parte coperta di ematomi.
"Non sei messo bene, caro" disse l'anziana con tono amorevole "come si è ridotto così?"
"È un po' lungo da spiegare ora" rispose la ragazza dai capelli blu scuro.
La dottoressa scrutò i tre ragazzi notando l'aria tesa delle due accompagnatrici, comprese molto più di quello che chiunque altro avrebbe fatto, in fondo era da tanti anni che ricopriva quel ruolo alla UA ed ormai poche cose avrebbero potuto sorprenderla.
"Dai entrate, da questa parte" aggiunse facendo un cenno col braccio.
La donna fece accomodare i ragazzi e li condusse in una delle stanze.
Mentre stavano entrando un suono attirò l'attenzione di Momo che si voltò di scatto, vide una figura alta, coi capelli di due colori diversi, che stava uscendo dalla stessa porta da cui erano appena entrati con qualcosa in mano, le ricordò fortemente un suo compagno. Avrebbe voluto corrergli dietro e fermarlo, ma in quel momento la priorità era il suo amico.
"Mettetelo pure qui" disse indicando il letto ospedaliero che si trovava in una stanza dai colori tenui, principalmente azzurro e bianco, sostanzialmente vuota se non per un paio di armadi di legno con buona parte delle ante in vetro per poterne vedere l'interno, una sedia di legno bianca e qualche poster di quelli che si trovano nelle cliniche.
Denki sembrò trovare molto comoda la sua sistemazione, vista l'espressione rilassata che assunse una volta stesosi sul letto.
"Tenetelo sveglio" disse Recovery Girl, che aveva notato l'aria troppo tranquilla del ragazzo "non deve addormentarsi prima di aver preso i farmaci" spiegò prima di uscire dalla stanza.
Kyoka prese la sedia e si sistemò affianco al ragazzo.
"Capito Denki? Vedi di tenere gli occhi aperti" intimò mentre gli punzecchiava con un jack la guancia sana.
"Dovresti essere più gentile nei miei confronti visto il mio stato" rispose il ragazzo smanacciando come si fa quando si è infastiditi da una mosca mentre girava lentamente la testa dall'altra, per poi rigirarsi per via del dolore provocatogli dall'appoggiare la parte ferita.
"Non vedi quanto sono stata gentile? Ti ho pure portato qui" replicò ridacchiando.
La ragazza dai capelli lunghi e neri era in piedi, a riflettere, stava guardando la scena ma era come se non la stesse vedendo, non poteva fare a meno di pensare che la figura vista uscire qualche istante prima le ricordasse Todoroki, ma non riusciva a comprendere cosa ci facesse in quel luogo e perché fosse sgattaiolato via senza volersi far notare. Brutti pensieri le invasero la testa, era un ragazzo estremamente introverso ed altrettanto impulsivo, aveva paura avesse fatto qualcosa di stupido senza parlarne con qualcuno . Voleva andare ad incontrare Shouto, voleva capire se c'era qualcosa che non andava e, se necessario, aiutarlo. Si era stancata di osservare e basta, voleva agire e meritarsi quella fiducia che lui per primo le aveva dato.
"Ragazzi vi dispiace se torno in dormitorio? Tanto non avete più bisogno di me, sarei solo di disturbo" chiese con occhi seri.
"Non sei affatto di disturbo" rispose Kaminari, che pareva ancora poco lucido.
"Già, ha ragione, ma sei vuoi andare vai pure tranquilla, hai già fatto più di quanto dovessi. Grazie mille per avermi aiutato"
"Per te e Kami questo ed altro" replicò sorridendo.
Si diresse verso l'uscita, proprio in quel momento rientrò Recovery Girl, per poco le due non si scontrarono.
"Mi scusi tanto" disse chinando il capo prima di dirigersi fuori.
La signora la guardò andarsene con sguardo vigile per poi rigirarsi verso i due che erano rimasti. Si avvicinò al ragazzo ed allungò le labbra per dargli un bacio sulla fronte, dopo di che gli porse un bicchiere con un liquido trasparente all'interno, lui lo annusò e ne bevette un sorso che gli procurò un'espressione disgustata, che fece ridere Kyoka, aveva un sapore terribilmente amaro ed un odore forte, come alcol molto concentrato. Mandò giù in un solo fiato quanto ne rimaneva, scosse la testa nauseato e restituì il bicchiere.
"Questo dovrebbe bastare ma, a differenza di quanto ha appena fatto la tua amica, tu resterai qui per la notte, devo assicurarmi che non abbia danni di natura cerebrale" si girò verso la ragazza "tu puoi tornare al dormitorio, hai fatto bene a portarlo qui, non avrà problemi a guarire"
"Scusi, potrei rimanere qui con lui?" chiese la ragazza.
"Certo, almeno non dovrò rimanere io a tenergli compagnia" rispose ridendo "se dovesse succedere qualcosa io sono nella stanza accanto, ora fareste bene a riposarvi entrambi"
"Va bene, la ringrazio" disse facendo un segno col capo.
L'anziana uscì chiudendo dietro di sé la porta.
Denki allungò la mano ed afferrò quella di Jirou.
"Grazie, hai già fatto tanto per me stasera, non sentirti obbligata a stare qua, torna pure in camera, tanto hai sentito ciò che ha detto Recovery Girl, starò bene"
Lei poggiò l'altra mano sulle due intrecciate e sorrise, senza farsi notare, felice per la premura mostratagli dal ragazzo nonostante la sua condizione.
"Ora vedi di riposare un po'"
"Mi canteresti una ninna nanna?" chiese con un tono fanciullesco.
"Ogni tanto sembri veramente un bambino" rispose con finta voce stizzita.
Iniziò a cantare, dolcemente, con voce soave, Kaminari, che aveva sempre amato sentirla cantare, ne venne cullato e si perse nei suoi sogni. Quando Kyoka si accorse che il suo amato si era addormentato non smise, continuò sottovoce, per rilassarsi. Erano successe tante cose quella notte ed aveva bisogno di mettere chiarezza nella sua testa, di calmarsi, la musica ed il canto l'avevano sempre aiutata in ciò, fin da piccola. Si ricordava quando per farla addormentare i suoi genitori le cantavano le loro canzoni, la facevano sentire tranquilla, al sicuro, la facevano sentire bene, anche grazie a quei ricordi si era appassionata alla musica, voleva portare anche lei emozioni positive a chi l'ascoltava, anche se con un genere diverso.
Ad un certo punto la porta si aprì, la ragazza tacque, si aspettava che si trattasse di Recovery Girl ma vide spuntare un ragazzo dai capelli violacei e lo sguardo che pareva assonnato.
"Non è stato difficile trovarti, è bastato seguire il suono della tua bellissima voce"
"Shinso vattene da qui" disse con un misto di rabbia e paura mentre istintivamente stringeva i pugni.
"Tranquilla, non sono qui per fare altri casini" replicò mettendo le mani avanti.
Denki si svegliò, infastidito dalle voci, e si guardò intorno lievemente intontito.
"Oh, ciao Shinso" disse facendo un cenno con la mano appena notò il ragazzo.
"Sono venuto a chiedere scusa"
"Credo sia il minimo" aggiunse Jirou.
"Non volevo capitasse tutto ciò, non so se sia vero o no ciò che mi hai raccontato ma in qualunque caso non avrei dovuto reagire così, ma sappi che, per quanto conti poco ormai, l'ho fatto solo perché amo Kyoka e non volevo perderla. Ho perso le staffe, ti chiedo scusa per ciò che ho detto e fatto e ti ringrazio di non avermi folgorato, anche se me lo sarei meritato. Accetterò qualunque punizione mi verrà inferta"
"Tranquillo, può capitare di avere un lapsus, non vorrei punirti ma purtroppo non dipende da me. Sai, stasera non tutto il male è venuto per nuocere" guardò la ragazza seduta al suo fiancò.
Hitoshi sorrise infastidito dinanzi all'ironia della scena, gli venne in mente una frase di un film, a volte si incontra il proprio destino sulla stessa strada scelta per evitarlo, pensò che forse faceva già parte della pena che il fato gli aveva riservato.
"Grazie Kaminari, non mi aspettavo tutta questa clemenza" disse grato ma mantenendo un'aria fredda.
"Forgive...but don't forget, caro Shinso" rispose con un sorriso sornione.
"Volevo chiedere scusa anche a te Kyoka...Jirou...non avrei dovuto comportarmi in quel modo, tu volevi trovare una soluzione ai nostri problemi mentre io ho preferito cercare un colpevole, un capro espiatorio, pur di non riconoscere i miei errori. Vorrei dirti che sono disposto a lavorare su di noi, su di me, ma credo sia tardi ormai, vero?"
Il viso della ragazza divenne triste, quasi malinconico.
"Mi piacevi, ma non ho mai capito se ti amassi davvero, forse stava diventando solo abitudine, stavo cercando di convincermi che il nostro fosse effettivamente amore, per questo ignoravo tutte quelle piccole cose che mi infastidivano di te, anche il fatto che stessi iniziando a darmi per scontata. È vero ciò che ti ha detto Denki, è sempre stato dalla tua parte, anzi dalla mia parte, dalla parte di chi credeva potesse rendermi felice, anche dopo quello che è successo stasera, ma sono io che non posso più esserlo. Ti ringrazio per i bei momenti che abbiamo passato insieme ma ho capito che i miei sentimenti sono per qualcun altro"
Si aspettava questa risposta, ciò che non si aspettava era di essere perdonato, o quantomeno che non portassero rancore verso di lui, sapeva che ci sarebbe voluto del tempo per riacquisire la loro fiducia, conscio che forse non avrebbe più riottenuto la loro amicizia.
"Capisco...meglio vi lasci riposare. Grazie a tutti e due" aveva un'aria rassegnata.
Detto ciò si girò lentamente ed uscì chiudendo delicatamente la porta.
La ragazza stava ancora guardando il pavimento con aria cupa e tesa. Kaminari se ne accorse e poggiò una mano sul suo avambraccio, lei si voltò e guardò il suo fidanzato, lui non disse nulla, semplicemente le sorrise con la sua solita espressione felice.
Jirou si sentì stranamente meglio, più serena, era come aveva detto Denki, non tutto il male era venuto per nuocere quella sera. Sorrise.
"Fatti più in là, non ti aspetterai mica che passi la notte su questa sedia?!"
"Scusa hai ragione" rispose facendole spazio.
La ragazza ridacchiò vedendo l'agitazione sul viso del biondino per una cosa così stupida e banale e capì che certamente lui non l'avrebbe data per scontata.
Si coricò poggiando la testa sul suo petto mentre lui l'avvolgeva con un braccio. Ad un certo punto sentì farsi più profondo il respiro del suo ragazzo e capì che si era addormentato, chiuse gli occhi. Percepì il calore del suo corpo, il braccio che la stringeva a lui, l'odore della sua t-shirt ed il battito del suo cuore. Si sentì tranquilla, come quando i suoi genitori le cantavano la ninna nanna, e pensò che avrebbe potuto farci l'abitudine a tutto ciò. Prima che potesse accorgersene si addormentò pure lei.

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