Qualcosa di più

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"Stasera ho preparato del Oolong" disse Momo versando del tè all'interno di due tazze di porcellana nera con delle decorazioni floreali bianche che raffiguravano dei fiori di giglio.
"Del cosa? Non l'ho mai sentito" domandò incuriosita Kyoka appoggiandosi al bancone della cucina.
"È una varietà di tè meno conosciuta le cui foglie sono più ossidate di quelle del tè verde, ma meno del tè nero. È un tè semi-ossidato"
Posò la teiera, prese le tazzine e ne porse una alla sua amica.
"Non credo di averci capito molto, ma ho fiducia che sia buono" rispose sorridendo.
La ragazza prese le tazza ed entrambe si diressero nella sala comune in cui si trovavano Iida, Aoyama, Mineta e Koda, che stavano parlando tra di loro, Ojiro e Tooru, che chiacchieravano tranquillamente, e Todoroki, il quale stava osservando annoiato il suo smartphone facendo scorrere lentamente le dita sullo schermo.
La coppia di amiche si sedette sull'unico divanetto vuoto ed iniziò a sorseggiare il caldo contenuto delle tazze.
"So che per te i soldi non sono un problema ma era necessario portare in dormitorio queste porcellane? Non mi sembrano per nulla economiche e questa classe non mi pare la più tranquilla, potresti almeno toglierle dalla cucina"
"Sei sempre così negativa Jirou, pensi che il tè avrebbe lo stesso sapore bevuto in un bicchiere di plastica? Serve dell'ottima porcellana per gustarlo appieno, quindi rimarranno qui e rimarranno in cucina, non ho voglia ogni sera di portarle su e giù per il dormitorio"
"Va bene, se mi servono per bere il tuo tè nel migliore dei modi non mi lamenterò oltre"
Yaoyorozu sorrise all'amica e fece un lungo sorso, lei la imitò.
"Mi serviva proprio, oggi è stata veramente una giornata pesante" disse la ragazza coi jack ai lobi scrocchiando il collo "quei test fisici mi hanno massacrato"
"Esageri sempre"
"Non sono forte come te, Uraraka o Ashido. Io sono un eroe di supporto, non mi servono i vostri muscoli per combattere"
"Volevo giusto parlartene negli spogliatoi dopo l'allenamento ma me ne sono dimenticata, non hai mai pensato di sviluppare uno stile di combattimento corpo a corpo? Sei poco preparata da quel punto di vista"
"Io? Non ho le caratteristiche fisiche e poi come ho già detto non mi serve" rispose mentre si guardava le braccia.
"È vero che le caratteristiche del tuo quirk non si addicono al combattimento in mischia ma un buon eroe deve essere eclettico. Non serve essere troppo forzuti, potresti sfruttare gli amplificatori che hai ai polsi per creare uno stile basato sullo stordire col suono per poi colpire rapidamente subito dopo, basandoti più sullo stordire l'avversario con una serie di rapidi attacchi invece che puntare sulla forza. Dovresti chiedere aiuto a Kaminari."
"Perché con tanti validi combattenti in questa classe dovrei andare proprio da lui?"
"Poverino, non essere così cattivo con lui" disse ridacchiando, Denki era probabilmente il ragazzo con cui si trovava più a suo agio, lo considerava un buon amico e si divertiva con lui, ma riconosceva i suoi limiti "ti ho consigliato proprio lui perché aveva il tuo stesso problema, era abile solo nel combattimento a distanza, ma l'anno scorso ha sviluppato uno stile di lotta ravvicinato basato sullo schivare per poi folgorare, sulla fine a lui basta afferrare l'avversario per poterlo inondare di corrente. È possibile abbia qualche buona idea anche per te"
"Certo che non ti sfugge proprio niente cara vice-rappresentante. Visto che me lo hai consigliato tu lo farò, ma so che lo ha allenato Ojiro, quindi chiederò direttamente a lui, anche perché dubito che Kami sia in grado di insegnare"
"Ovviamente non lo fai perché altrimenti Shinso sarebbe geloso, vero?" chiese con tono sarcastico.
"Guarda che non c'entra nulla" rispose seria.
"Se lo dici tu" replicò ridacchiando.
In quel momento Mashirao ed Hagakure si alzarono e si diressero verso le scale che portavano alle stanze del lato femminile del dormitorio, lei sembrava particolarmente entusiasta ma non si capiva precisamente per cosa, era avvinghiata al suo braccio, o comunque era quello che si poteva dedurre dalla forma dei suoi abiti, lei indossava una felpa marrone morbida, di quelle leggermente pelose, con due orecchie da orso sul cappuccio, che teneva su, probabilmente per far capire in che direzione stesse guardando, con sotto dei pantaloni neri, mentre lui aveva un t-shirt gialla con un ideogramma bianco e dei pantaloncini da ginnastica neri.
Momo rimase incuriosita dall'espressione del ragazzo con la coda, sembrava felice ma al tempo stesso anche un po' imbarazzato dell'eccessivo entusiasmo della sua compagna, non vi era una effettiva relazione sentimentale tra lui, si trattava semplicemente di una solida amicizia, ma passavano tanto tempo insieme e si trovavano molto bene in compagnia, nonostante le palesi differenze caratteriali, era proprio questo dettaglio che interessava alla ragazza col quirk della creazione, in fondo anche lei aveva stretto un legame con una persona ben diversa, e cercava di comprendere tale fenomeno.
Todoroki alzò lo sguardo dal cellulare e vide che la compagna era intenta ad osservare qualcosa, seguì la traiettoria del suo sguardo e capì che stava fissando la coppia, la quale stava imboccando le scale. I suoi occhi tornarono sulla vice-rappresentante, accennò un sorriso che svanì quasi immediatamente, riacquisì la sua fredda espressione e tornò a guardare annoiato il telefono.
Kyoka notò l'insolito comportamento di Shouto e fece comparire un sorriso malizioso sul suo viso, diede due rapidi colpetti alla spalla dell'amica.
"Allora, Momo, qualcosa ti sfugge dopotutto"
La ragazza si voltò di scatto, come colta alla sprovvista, visto quanto era immersa nelle sue riflessioni.
"Cosa intendi?" chiese prima di fare un altro sorso di tè.
"Non hai notato Todoroki?" rispose facendo un cenno con la testa nella direzione del ragazzo.
"È li seduto da un po', e quindi? Cosa ci sarebbe da notare?"
"Non in quel senso" rispose ridacchiando "un attimo fa, mentre eri intenta a fissare Ojiro e Tooru, ha staccato gli occhi dal cellulare, ti ha guardata ed ha pure sorriso, cosa che non credevo nemmeno sapesse fare"
Yaoyorozu cercò di osservare il compagno senza dare nell'occhio, cosa che non le riuscì, anche se non lo comprese, dato che lui aveva notato gli sguardi delle ragazze con la coda dell'occhio.
"A me pare abbia la stessa espressione di sempre"
"Ti giuro che prima ha sorriso, si vede che hai fatto colpo"
"Dai, smettila" replicò imbarazzata.
Il ragazzo capì di essere al centro degli argomenti delle due amiche. Bloccò lo schermo del cellulare, lo mise in tasca e si alzò, non aveva un'aria né irritata né infastidita, con il solito volto impassibile si diresse verso il lato maschile del dormitorio.
Momo lo seguì con lo sguardo fin quanto poté per poi rigirarsi verso il suo tè con un viso impercettibilmente più cupo, osservò il fumo levarsi dalla superficie del liquido e salire fino a dissolversi, sperava di non aver infastidito il compagno ma c'era anche qualcos'altro che la turbava.
L'amica le poggiò preoccupata una mano sulla spalla richiamandone l'attenzione.
"Tutto ok?"
"Si, certo" rispose cercando di camuffare i suoi veri sentimenti dietro un sorriso.
"Ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, vero?" domandò apprensiva.
"Ovviamente, sei la persona che più mi sta vicino, con cui ho legato di più, sei la mia migliore amica"
Tokoyami entrò dal portone del dormitorio, stette per qualche secondo fermo, a scrutare uno per uno i ragazzi presenti nella stanza, e si diresse con passo spedito verso le stanze delle ragazze senza proferire parola.
Mentre le due compagne stavano finendo di bere il tè, in silenzio, arrivò Shouji, che osservò i presenti e si andò a sedere affianco a Iida.
Jirou posò la tazza sul tavolino che avevano di fronte, poggiò completamente la schiena al divano e guardò verso il soffitto mettendosi le mani dietro la testa.
"Sai, non sono la migliore nel capire cosa pensino gli altri, anzi sono veramente pessima, quindi ti chiedo scusa se tutto quello che dirò ora sarà solo un cumulo di scemenze, ma credo sia meglio che ti dica ciò che penso. Tu fin dall'inizio hai sempre nutrito una profonda ammirazione per Todoroki, ti sembrava forte, stoico, deciso, ciò che dovrebbe essere un eroe secondo te, ed ancora adesso lo reputi tra i migliori, se non addirittura il migliore, del terzo anno. Non è possibile che tu abbia sviluppato dei sentimenti per lui che vadano oltre la stima? Potrebbe essere questo che ti porta ogni tanto a comportarti in questo modo strano"
Yaoyorozu ignorò completamente la domanda e continuò a fissare la sua porcellana sul tavolo, ormai svuotata di qualunque liquido. Si alzò.
"Forse avevi ragione, è stato molto stancante l'allenamento di oggi, credo andrò a dormire" disse sgranchendo prima una spalla e poi l'altra.
L'amica fu colta alla sprovvista dalla reazione della compagna.
"Oh certo, vai pure, penserò io a mettere a posto le tazze"
"Grazie mille, buonanotte" disse mentre si incamminava.
"A domani" rispose con tono titubante, era ovviamente in pensiero per Momo.
Jirou raccolse le tazzine e si diresse in cucina, le sciacquò, le asciugò e le rimise al loro posto. Si appoggiò al bancone pensierosa, la sua migliore amica si era già ritirata nelle camere ed il suo fidanzato aveva altro da fare, era ancora troppo presto per andare a dormire per cui non le rimaneva che un'opzione: andare a vedere cosa stesse facendo Kaminari. L'amico le aveva detto che si sarebbe ritrovato con la sua squad in camera di Mina, così decise di dirigersi lì.
Momo si buttò sul suo letto a baldacchino e si mise a fissare il soffitto color bianco panna, nel silenzio della stanza iniziò a pensare.
La sua amica con ogni probabilità aveva ragione, lei provava qualcosa per Shouto. All'inizio era semplice ma profonda stima, lui era il figlio del grande Endeavor, l'eroe numero 2, ma sembrava non sentire la pressione di questo titolo, era sempre impassibile e deciso in ciò che faceva, non era sempre impeccabile nelle scelte ma le portava avanti con convinzione, anche grazie ad un quirk strabiliante, era anche stato il primo a mostrarle fiducia, a farle capire che contava su di lei, ed era stato proprio da ciò che erano iniziati i problemi. Quel senso di approvazione l'aveva fatta stare bene, l'aveva portata a vederlo con altri occhi ma lui non era cambiato, era rimasto impassibile nei confronti di tutti, lei sapeva del suo passato, di ciò che era successo nella sua famiglia, e comprendeva che fosse quella la causa del suo distacco generale. Avrebbe voluto aiutarlo, confortarlo, renderlo felice e che lui rendesse felice lei, ma continuava ad essere imperscrutabile ai suoi occhi, inavvicinabile, non sapeva come approcciarlo, soprattutto perché non si considerava alla sua altezza. Per quanto il crescere in una famiglia agiata le avesse dato molti privilegi, tra cui un'istruzione di prim'ordine, una volta giunta alla UA si era trovata dinanzi ad una dura verità, il suo quirk le dava una serie di possibilità quasi infinite ma non aveva ancora trovato il modo di sfruttarlo al meglio per cui, se dal lato puramente didattico continuava a primeggiare, sul lato più pragmatico si era vista surclassare da poteri più forti e da ragazzi che, nonostante abilità più basilari, erano riusciti a padroneggiarli decisamente meglio, divenendo più efficaci di lei. Tutto ciò aveva minato profondamente la sua autostima, proprio per questo era stata estremamente colpita dalla fiducia mostratagli da una persona forte come Todoroki. Capì che doveva parlare alla sua amica di quello che le passava per la testa, ma mentre era immersa nei suoi pensieri le palpebre si fecero pesanti e senza accorgersene si addormentò.

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