La legge di Coulomb

833 35 10
                                    

"Dimostramelo!"
"Ehy, avete sentito?" chiese Mina guardandosi intorno.
"Si, veniva dalla camera qui affianco" rispose Kaminari indicando la parete.
"È la camera di Asui, deve esserci qualcun altro con lei, è strano che gridi, da quando hanno cambiato le camere e ci hanno messe vicine è la prima volta che la sento"
"Scommetto che si tratta di Tokoyami" disse Hanta battendo la mano sul basso tavolino viola su cui vi erano impilate le carte da UNO.
"Non era uscito?" domandò il ragazzo biondo col ciuffo nero mentre giocava la sua carta.
"E' vero, ma secondo me ha ragione Sero, sarà andato da lei per parlare, sapete Tsuyu ci è rimasta molto male quando si sono lasciati, quindi non mi sorprenderebbe se lui fosse venuto nel tentativo di risolvere la situazione" ribatté la ragazza.
"Perché dovrebbe essere Tokoyami a sistemare la faccenda? Non l'aveva lasciato lei?" aggiunse il ragazzo dai capelli scuri.
"Si vede che non capite nulla di ragazze o di relazioni voi due, non mi sorprende che siate ancora entrambi single, meno male che ci sono io in questa compagnia a farvi da insegnante. Comunque UNO!" sventolò la sua ultima carta pavoneggiandosi.
"Allora spiegaci il perché lo avrebbe lasciato per poi rimanerci male"
"Beh...ecco...non so proprio tutta la storia..." balbettò presa alla sprovvista.
"Dai smettetela di farvi gli affari degli altri voi tre" disse scherzoso Kirishima che era seduto alla sinistra della ragazza.
"Uff, dai amo, lasciaci fare un po' di gossip" rispose sbuffando.
"Si infatti, non abbiamo molto altro di cui parlare" aggiunse Denki.
"Se non dei casini che ha di nuovo fatto boom boom boy oggi in classe" concluse ridendo Sero.
"Com'è che mi avresti chiamato distributore di scotch ambulante?!" sbottò Bakugo che fino a quel momento era stato tranquillo a giocare senza lamentarsi particolarmente.
Mentre Katsuki provava a saltare addosso al suo compagno, trattenuto a fatica da Ejiro, gli altri tre stavano ridendo divertiti dall'eccessiva reazione del loro amico, si divertivano a punzecchiarlo per vederlo andare in escandescenze, ma gli volevano bene ed era il leader indiscusso del gruppo nei momenti importanti.
In quel momento si sentì qualcuno bussare con decisione alla porta.
"Che ne dici se evitiamo di distruggere la camera di Mina inutilmente?" chiese Kirishima a Bakugo, che stava per sfuggirgli dalla presa con cui lo aveva bloccato.
Katsuki aveva senza ombra di dubbio un carattere estremamente irascibile ed aggressivo, cosa che gli rendeva complicato stringere dei rapporti solidi, ma per qualche motivo aveva trovato nel suo compagno dai capelli rossi un ottimo amico, il suo essere sempre amichevole nei suoi confronti, indipendentemente dal suo comportamento, lo aveva sorpreso, con lui non si comportava in maniera differente rispetto agli altri ma lo rispettava ed era praticamente l'unico a cui desse retta e che riusciva a calmarlo, a farlo ragionare quando perdeva le staffe.
"Tsk, va bene" rispose il biondino distogliendo lo sguardo e mettendosi nuovamente seduto.
"Avanti, è aperto" disse la ragazza dalla pelle rosa acceso senza preoccuparsi di chi fosse la persona che aveva bussato.
La porta si aprì lentamente e comparve da dietro di essa la testa di Kyoka, che si stava sporgendo per assicurarsi di non star interrompendo nulla di importante, dato che aveva sentito da fuori il baccano provocato da Bakugo.
"Scusate se disturbo la vostra serata bakusquad ma mi annoiavo da sola, posso aggiungermi a voi?" domando con fare incerto.
"Ma certo Jirou" esclamò entusiasta Mina, che nel mentre si era alzata per andare ad abbracciarla.
La ragazza entrò e si accomodò, i sei ragazzi erano seduti a terra, sui numerosi cuscini che possedeva Ashido, intorno al tavolino.
"Come mai sei rimasta sola? Prima ti avevo vista in sala comune con Momo" chiese Sero rompendo gli indugi.
"Abbiamo finito di bere il nostro tè serale ed è andata in camera, mi ha detto che era stanca e che sarebbe andata a dormire ma mi sembrava strana, turbata" aveva un'aria lievemente preoccupata mentre parlava.
Le due ragazze avevano preso l'abitudine di bere del tè insieme la sera prima di andare a dormire, era ormai diventato un rito, chiacchieravano del più e del meno, facevano un po' di gossip e poi si ritiravano nelle loro camere.
"E Shinso?" domandò con un tono neutro Denki, come se fosse una noiosa frase di rito, anche se per chi lo conosceva meglio era evidente che lo infastidiva toccare quel determinato argomento.
"Effettivamente avremmo dovuto passare la serate insieme, nella sua camera, ma mi ha scritto un messaggio prima dicendomi che era indietro con lo studio e che quindi non potevamo vederci" sul viso di Kyoka era comparsa un'espressione leggermente rassegnata.
"Devo dirtelo, non ho mai capito come siate finiti insieme voi due. Non voglio sembrare cattiva nei suoi o nei tuoi confronti ma mi sembra non ti dia le attenzioni che chiedi, ti ho già sentito dire più volte che avete dovuto annullare i vostri appuntamenti, a volte organizzati anche con giorni di anticipo, perché aveva altro da fare, non mi pare ti dedichi il tempo che meriti. Ho provato a farmi raccontare la storia completa da Kaminari, che è quello che ne sa di più a riguardo, ma non mi ha voluto dire niente, quindi ti chiedo scusa in anticipo se ho frainteso la situazione"
"Jirou mi racconta tutto perché sono il suo migliore amico, mi pare ovvio che poi io non dica nulla a te che sei certamente la persona più chiacchierona dell'istituto"
"Migliore amico? Non ti allargare troppo Pikachu" disse con tono fintamente serio la ragazza corvina, per punzecchiarlo.
"Ecco, visto. Sappi che sono profondamente offesa" aggiunse scherzosa Mina mentre incrociava le braccia e si voltava dall'altra.
Kyoka ridacchiò per la scena.
"Ogni tanto me lo chiedo anche io, sai Ashido. Quando l'ho visto al festival sportivo, il primo anno, mi aveva intrigato, era particolare, serio ma sfrontato, riservato ma che non si fa assoggettare, poi quando è stato promosso al corso per eroi, al secondo anno, abbiamo avuto la possibilità di incontrarci con più frequenza e di conoscerci meglio, così siamo usciti qualche volta insieme. Era simile a me, tranquillo, silenzioso, pacato ed anche se non sembra è un amante della musica rock, quindi ho pensato valesse la pena provarci ed evidentemente lui era della stessa idea"
"E' proprio questo il problema, siete troppo simili, a te serve qualcuno di più vivace, di più attivo, di più energico, per bilanciarvi. Ti serve qualcuno che porti un po' di entusiasmo ed alla quale tu possa dare un freno quando esagera. Ti serve qualcuno come..." Mina mosse lo sguardo alla sinistra di Kyoka, dove si trovava Denki.
Il ragazzo se ne accorse e subito divenne paonazzo, iniziò a muovere la mano di taglio all'altezza del collo mentre sgranava gli occhi per implorare la ragazza di non finire la frase. Jirou non si accorse di ciò perché il biondino si trovava alle sue spalle e lei stava guardando verso Ashido.
"D'altro canto ce lo dice pure la fisica" si intromise Hanta, si schiarì la voce e continuò con aria molto seria "Coulomb dimostrò che due corpi, carichi elettricamente, si respingono se la loro carica è simile e si attraggono nel caso essa sia opposta, quindi devi trovare qualcuno di opposto che ti attragga a sé"
Tutta la compagnia lo guardò con un'espressione sorpresa e stranita.
"Hai di nuovo fumato prima di venire qua, vero occhi a mandorla?" chiese irritato dall'idea Bakugo.
"Preferirei non rispondere" ribatté ridacchiando.
"Devi fare qualcosa per questo problema" disse con tono premuroso Kirishima "comprendo che si tratti solo di marijuana, e dunque non sia dannoso per il tuo organismo trattandosi di droghe leggere e viste le dosi che assumi, ma non mi pare corretto che un futuro eroe faccia uso di sostanze illegali ed inoltre non vorrei che ne diventassi dipendente"
"Va bene, va bene. Penseremo ai problemi di dipendenza di Sero in un altro momento" tagliò corto Mina mentre poggiava una mano sulla spalla di Ejiro "dobbiamo prima risolvere faccende più importanti come il problema tra Jirou e Shinso, questione di priorità"
"Guarda che non c'è nessun problema tra noi" replicò la ragazza mettendo le mani avanti.
"Oh si che c'è"
"Oh no che non c'è"
"Ed invece c'è" si intromise Denki.
Tutti lo guardarono stupiti, soprattutto Kyoka. Lei si era sempre confidata con lui, era effettivamente il suo migliore amico, si trovava bene con lui, riusciva sempre a strapparle un sorriso, non importava quanto fosse giù, gli tirava spesso delle frecciatine, lo punzecchiava ed ogni tanto lo prendeva in giro, non lo faceva con cattiveria, era il loro modo di essere ad aver portato a quel tipo di rapporto, ma comunque era rimasta sorpresa dal fatto che lui sopportasse tutto e gli fosse rimasto comunque così vicino. Era senza alcun dubbio la persona a cui teneva di più, al pari di Momo, e sapeva che lei era altrettanto importante per lui. Nonostante tutto quello che le aveva raccontato su Hitoshi aveva sempre cercato di consigliarle una soluzione ai loro battibecchi e litigi, di trovare un modo per rendere felici entrambi, non gli aveva mai consigliato, né aveva preso in considerazione l'idea, di lasciarlo, proprio per questo era rimasta così sorpresa da quell'affermazione.
"Un problema c'è, è inutile nasconderlo, mi pare sempre più che tu stia con lui per abitudine invece che per amore, non è il tipo di rapporto che vorresti e non ti fa bene continuare questa farsa. Forse c'è una soluzione a tutto ciò, o magari no, ma hai un solo modo per scoprirlo, affrontare il problema faccia a faccia con lui. Dovete confrontarvi e se c'è un modo per risolvere il problema uscirà fuori, ma la vostra relazione non può continuare così com'è"
"Hai per caso fumato insieme a Sero?" domandò ironica Mina.
"Sorpresa che riesca a fare anche dei discorsi seri?" replicò impettito il ragazzo.
Jirou rimase a bocca aperta dinanzi alle parole del suo amico, aveva ragione, non si ricordava altre volte in cui Denki era stato così chiaro e pulito nello spiegarsi e che, per di più, non avesse avuto nulla da ridire, da ribattere, era assolutamente d'accordo con lui. In fondo sapeva anche lei che c'era un problema con il suo ragazzo ma aveva paura ad ammetterlo, era da un po' di tempo che lo sentiva distante, distaccato e disinteressato a lei, ma per quando i suoi sentimenti non fossero più quelli di una volta continuava a provare qualcosa per lui, era il suo fidanzato dopo tutto, forse non lo amava ma comunque teneva a lui, per questo aveva cercato di non dar peso alla faccenda e di andare avanti ma era stata messa dinanzi all'ovvietà dei fatti, doveva fare qualcosa.
Si alzò di scatto con sguardo deciso.
"Hai ragione, vado subito a parlargli"
"Sero segnati questo giorno sul calendario, Jirou Kyoka mi ha dato ragione" disse con tono entusiasta Kaminari mentre gesticolava come se stesse dando il titolo di un grande evento.
"Non è colpa mia se normalmente dici solo cose sbagliate" replicò mentre gli spingeva debolmente, in modo scherzoso, le testa, aveva la sua solita espressione fredda, che spesso non rispecchiava la realtà delle emozioni che provava.
Si diresse verso la porta.
"Aspetta, vuoi andarci proprio adesso?" chiese sorpreso Kirishima.
"Certo, non vedo perché dovrei aspettare"
"Si...certo...ma..."
"E lasciatela andare" sentenziò Bakugo, che aveva compreso il perché della scelta della compagna, non era sicura che se avesse aspettato un altro momento avrebbe mantenuto il coraggio e la volontà che aveva in quell'istante "ogni tanto mi chiedo se almeno uno di voi quattro abbia più di due neuroni, lasciate che faccia quello che vuole"
"Grazie ragazzi, buona serata" disse mentre salutava con un gesto della mano.
"Grazie, anche a te" risposero solari quattro dei cinque ragazzi seduti, praticamente all'unisono.
"E vedi di non cambiare idea a metà strada" aggiunse Katsuki con un tono che doveva sembrare aggressivo ma che lasciava trasparire la sua premurosità.
La ragazza fece un cenno con la testa, intuendo che il biondino aveva compreso il suo stato emotivo, e chiuse la porta dietro di sé.
"Coooomunque mentre VOI pensavate agli affari di Jirou IO, che in quanto donna riesco a fare più di una cosa alla volta, ho vinto" gongolò Mina mentre mostrava le mani in cui non vi erano più carte.
"Ma è impossibile" esclamò Sero mentre buttava la carte che gli rimanevano sul tavolo.

Tutto in una notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora