Coraggio e gelosia

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Kirishima chiuse la porta, scese le scale e si diresse in cucina, il tutto seguito dal suo amico Bakugo. C'era il ragazzo in grado di parlare con gli animali che aveva appena finito di mangiare il suo spuntino e stava mettendo a posto il piatto ed il coltello che aveva usato, dopo averli sciacquati ed asciugati ovviamente.
"Ehy Koda" esordì allegro appena entrò nella stanza.
L'altro salutò con un cenno della mano sorridendo con la sua solita aria bonaria.
"Non ti sei mica sbafato tutto il cibo vero?" chiese ironico nel tentativo di essere simpatico.
Lui scosse la testa preoccupato, non capendo l'ironia della domanda.
"Sta scherzando, non ti agitare" intervenne duro Katsuki.
Dopo l'iniziale spavento, dovuta all'aggressività del ragazzo dal quirk esplosivo, sul suo volto comparve un'espressione imbarazzata per l'aver mal interpretato la situazione. Chinò il capo per salutare e se ne andò a passo spedito.
I due lo osservarono andarsene leggermente spiazzati dalla sua reazione, tutti gli volevano bene, era una persona tenera e dolce, un pezzo di pane, ma la sua timidezza spesso era un problema quando si trattava di parlare con lui, dopo più di due anni, però, la classe ci aveva fatto l'abitudine.
"Quel ragazzo è un fifone" sentenziò Bakugo.
"Non dire così, non è gentile. È solo timido e buono...forse troppo buono, ogni tanto credo che il lavoro da eroe sia fuori dalla sua portata"
"Troppo buono? Credi di essere la persona più adatta per fare un commento del genere?"
Il ragazzo dai capelli rossi osservò l'amico mentre cercava di capire cosa intendesse.
"Hai ragione" disse sfregandosi la nuca imbarazzato "non sono la persona giusta per dire queste cose, ma non credi che la sua indole possa creargli problemi?"
"Se l'essere buoni e gentili fosse un problema per diventare Hero passeremmo il corso forse in cinque in questa classe e tu saresti tra gli esclusi, ovviamente. È il coraggio quello che serve, la capacità di saper fare quello che serve senza paura, e quello non è dipendente dall'essere buoni o cattivi, timidi o socievoli "
Katsuki a primo impatto poteva sembrare solo un ragazzo scontroso, aggressivo ed egoista ma in realtà teneva molto ai suoi amici, per quanto lo dimostrasse in maniere poco convenzionale, inoltre era dotato di grande intelligenza e rapidità di pensiero, cosa che metteva in mostra non solo quando si trattava di combattere, il suo difetto era semplicemente un'alta considerazione di sé, tipica di chi è forte e sa di esserlo.
"Ancora una volta hai ragione" ammise prima di iniziare ad aprire le varie ante della cucina "cosa prendiamo da mangiare?"
"Per quei tre? Cerca dei pacchi di patatine, o qualsiasi cosa ci assomigli, e saranno felici"
Dopo qualche secondo di ricerca Ejiro estrasse da uno dei mobili una confezione e si girò verso l'amico.
"E se facessimo dei pop-corn, tanto mi pare si possano fare al microonde questi" disse soddisfatto mentre leggeva sulla confezione i metodi di cottura.
"Va bene tutto, purché ti dia una mossa"
Il ragazzo prese un contenitore, vi versò dentro i semi, inserì il tutto nel microonde ed impostò il timer.
Si appoggiò al bancone affianco al suo amico, che stava aspettando in silenzio a braccia conserte con la sua solita aria spazientita.
Bakugo stava battendo l'indice sul braccio in modo impaziente, dopo qualche secondo sospirò, come se dovesse svolgere un compito ingrato e si girò verso Kirishima.
"Vogliamo veramente far finta di niente?"
"Non capisco di cosa tu stia parlando Bakubro" rispose preso alla sprovvista dall'improvvisa domanda.
"Mi hai scambiato per quel faccia da scemo di Kaminari? Credi non mi sia accorto di nulla finora?" replicò aggressivo.
"Veramente non sto capendo" ribatté con un sorriso tirato mettendo le mani avanti.
"Quello che ti è successo prima, quando tutto d'un tratto hai cambiato espressione, apparentemente senza motivo, non è la prima volta che capita, me ne sono accorto sai"
"Non è nulla, tranquillo"
"Non dirmi stronzate, farai meglio a raccontarmelo o te lo farò sputare a pugni" disse sciogliendo le braccia dall'intreccio e levando la mano chiusa in modo minaccioso.
"Tanto non ti riguarda"
"Lo so anch'io che non mi riguarda, idiota"
"Allora perché ti interessi tanto?"
Ci fu un secondo di silenzio in un Katsuki distolse lo sguardo.
"Senti, quante volte mi hai visto interessarmi ai problemi altrui?" aveva un tono decisamente più calmo, più diplomatico.
Il ragazzo con la maglia di Red Riot ci pensò seriamente un attimo.
"Credo praticamente mai, o quantomeno non così esplicitamente"
"Appunto, vuoi sprecare quest'unica occasione?"
Guardò a terra sospirando con aria sconfitta.
"Riguarda Mina...vedi, lei è una ragazza molto estroversa, espansiva, la amo anche per questo, ma quando inizia ad abbracciare altri ragazzi, a saltarli addosso per gioco, o accarezzarli in maniera materna, come stava facendo prima con Kami per consolarlo...ecco...divento geloso, capisci? Mi da fastidio, anche se so che lei è fatta così, non lo fa certamente con altri fini, ho fiducia in lei, ma non posso farci niente"
"Una cosa del genere non dovrebbe farti infuriare? Perché invece ti compare quell'espressione da depresso?"
"Perché alla fine giungo alla conclusione che è colpa mia, lei non fa nulla di sbagliato, non lo fa con il fine di farmi ingelosire o qualcosa di simile, semplicemente si comporta come ha sempre fatto"
"Non hai mai pensato di dirle tutto ciò, genio?"
"Non voglio fare la figura del ragazzo geloso e possessivo, non voglio che pensi male di me"
"Non la stai chiudendo a chiave in camera, non le stai proibendo di vedere i suoi amici, non le stai imponendo come vestirsi, non stai cercando di controllarla, devi dirle semplicemente che un singolo suo atteggiamento ti fa ingelosire, ci sono mille altri modi per essere solari ed espansivi con gli altri, la tua credo si possa definire a stento gelosia. Parlale e trovate un punto d'incontro"
Kirishima non rispose, continuava a guardare in basso con la stessa espressione che aveva prima in camera di Ashido, probabilmente il suo amico aveva ragione, ma non riusciva a convincersene.
"Ho capito qual è il problema" disse Katsuki avvicinandosi all'amico dallo sguardo cupo.
Gli poggiò una mano sulla spalla, l'altro alzò gli occhi e lo guardò leggermente sorpreso da quel gesto.
"Sei solo un codardo" Bakugo scandì ogni parola prima di spingere il suo amico.
"Cosa?" domandò scioccato mentre riacquisiva l'equilibrio.
"Sei sordo per caso? Sei un codardo"
Lo spinse nuovamente.
"Hai persino paura di parlare alla tua ragazza, la persona che, in teoria, dovrebbe avere più a cuore i tuoi sentimenti"
"Smettila!"
Il ragazzo dal quirk esplosivo lo ignorò e continuò ad incalzarlo
"A forza di incassare nei combattimenti ci hai fatto l'abitudine e non sai più come si reagisce neanche a parole"
"Perché mi stai dicendo ciò?" grido furibondo.
L'altro ragazzo lo spintonò ancora.
"Perché è la verità. Inizio a credere che TU non abbia il coraggio che serve per essere un eroe"
"BASTA!"
Ejiro sbracciò per liberarsi dell'amico, senza neanche accorgersene aveva attivato il suo quirk, rovinando in più punti la felpa. Il ragazzo, carico di rabbia, osservò il suo amico, avrebbe voluto caricarlo e fargli rimangiare tutto ciò che aveva detto, ma notò che gli era comparsa una smorfia compiaciuta in viso, non comprese il perché. Si guardò le mani e notò che aveva trasformato le braccia e percepì di aver indurito anche il viso, era stato del tutto istintivo, capì di aver perso il controllo per un istante, di essersi lasciato andare alla rabbia. Mentre osservava il suo corpo tornare normale intuì qual era stato l'intento del ragazzo dai capelli biondi.
"Perché non provi a mettere un po' di questa convinzione, di questa grinta, anche nelle piccole cose?"
Kirishima sorrise.
"Hai ragione, ci proverò...anzi...ci riuscirò" rispose con entusiasmo chiudendo il pugno e guardandolo dritto negli occhi.
"Non ti emozionare troppo, hai capito che devi parlare alla tua ragazza, cosa abbastanza ovvia se devo essere sincero. Non c'è bisogno di tutta questa foga...ora" rispose tornando al suo solito atteggiamento.
Casualmente in quel momento suonò il microonde.
"Forza prendi i pop-corn, hai un discorso da andare a fare" intimò Bakugo.
"Cosa?" chiese sorpreso mentre prendeva il contenitore.
"Non sono un tipo paziente, quindi vedi di risolvere la situazione stasera stessa"
"Dovrei affrontare la questione difronte a voi?" divenne rosso d'imbarazzato al solo pensiero.
"Certo che no, idiota, non ho intenzione di sorbirmi quella scena da soap opera, io e le due teste vuote vi lasceremo soli"
"Meno male" disse con un sospiro di sollievo.
"Ma tu vedi di non combinare qualche casino" concluse con aria fintamente minacciosa.
I due risalirono le scale, con particolare calma, e raggiunsero la camera di Mina, Kirishima prese un profondo respiro ed entrò senza bussare.
"Abbiamo fatto i pop-corn" esordì solare.
Li posò sul tavolino e si sedette affianco alla sua ragazza.
"Bravo amo" disse Ashido entusiasta.
Sero ne prese una manciata ed iniziò a mangiarli uno alla volta.
"Dov'è Kaminari?"
"È andato a prendere dei nuovi giochi da tavolo" spiegò la ragazza.
"È da un po' che è uscito, la sua camera è sempre in disordine ma è comunque strano ci impieghi tanto" aggiunse il ragazzo dai capelli neri che però non sembrava impensierito dalla faccenda.
"Alzati" intimò aggressivo Bakugo, che si trovava ancora in piedi, rivolto ad Hanta.
"Perché?"
"Fallo e basta"
"Ok, ok, ma rimaniamo calmi" rispose gesticolando lo stesso concetto.
Si alzò con tranquillità e sgranchì le gambe.
"Seguimi fuori"
"In tal caso aspetta un secondo"
Il ragazzo si chinò e riempì le mani di pop-corn prima di rigirarsi verso l'amico.
"Davvero?!" domandò irritato.
"Non lamentarti di qualunque cosa"
I due si incamminarono ed uscirono sbattendo la porta dietro di loro.
"Allora vuoi dirmi perché siamo dovuti uscire?" domandò mentre riprendeva a mangiare.
"Quei due devono parlare"
"Lo so anch'io, ma perché proprio ora?"
"Le cose vanno fatte subito, non ho la pazienza per aspettare"
Il ragazzo scosse la testa in segno di resa.
"Certo che ogni tanto Bakugo è molto strano" concluse la ragazza osservando con sguardo stranito la porta mentre prendeva un qualche pop-corn e se li portava alla bocca.
"Ha sicuramente dei modi...diciamo diretti"
"Già" ridacchiò in risposta lei "chissà cosa voleva da Sero"
Nella stanza calò un silenzio imbarazzante, entrambi avevano qualcosa da dire ma nessuno dei due osava fare la prima mossa, sapevano che quella era l'occasione giusta ma avrebbero volentieri voluto evitare di discutere con l'altro.
Kirishima decise che non era il momento di tentennare, raccolse il suo coraggio e la sua convinzione, si voltò completamente verso Ashido e schiarì la voce.
"Mina, dobbiamo parlare" disse con voce titubante.
"Hai ragione" replicò senza esitazione.
Questa risposta spiazzò il ragazzo, lei non poteva sapere cosa aveva da dirle quindi c'era qualche altra questione da affrontare, all'improvviso venne colto dall'ansia.
"Anche tu hai qualcosa da dire eh?" chiese la ragazza.
"Beh...sì...ma parla prima tu" rispose con tono agitato.
"Sei sicuro?"
"Certo, prima le signore"
"Va bene" sospirò "Eji, so che tu ami, sei sempre così gentile e premuroso con me, fai praticamente tutto quello che ti chiedo e sono felicissima di questo..."
"Vuoi lasciarmi?" domandò con espressione preoccupata il ragazzo afferrando saldamente le mani di lei.
"Cosa?!...No, neanche per idea, ma come ti passa per la testa?!" esclamò come avesse sentito un'assurdità.
Lui emise un enorme sospiro di sollievo.
"Scusa, mi sono preoccupato per nulla, prosegui pure" disse lasciandole le mani.
"Il problema è che sei troppo remissivo, non provi mai a far valere le tue idee, non ti lamenti mai. Voglio che tu mi dica se c'è qualcosa che non va tra noi. Ogni tanto si capisce che sei in qualche modo infastidito ma preferisci stare zitto e questo mi da fastidio. So che ti tieni tutto dentro per paura di ferirmi, perché speri così di rendermi felice ma facendolo impedisci a me di fare la stessa cosa, in una coppia entrambi vogliono rendere migliore la vita l'altro. Tu non stai facendo nulla di grave ma semplicemente vorrei sapere tutto ciò che ti passa per la testa, anche le cose che non ti vanno bene"
Mentre diceva quest'ultima frase le comparve uno sguardo dispiaciuto in volto.
Kirishima capì che lei provava i suoi stessi sentimenti, capì che anche lei provava piacere nel rallegrarlo esattamente come era per lui.
"Scusami, sono stato stupido, ho sbagliato perché non ho provato a mettermi nei tuoi panni. Non ho mai detto nulla per non ferirti, perché te lo meriti, perché l'unica cosa che voglio è vederti felice e non mi sono mai reso conto che invece ti stavo facendo soffrire. Non accadrà più"
Lei mise una mano sulla sua guancia e lo guardò con un'espressione morbida, dolce, innamorata.
"D'ora in poi mi dirai tutto?"
Lui la guardò, sorrise teneramente ed afferrò la sua mano libera.
"Tutto"
I due si avvicinarono chiudendo gli occhi ed unirono le labbra in un lungo bacio, quando si divisero Ejiro riprese a parlare.
"Dovevo giusto dirti di una cosa inerente"
La ragazza lo guardò con uno sguardo leggermente sorpreso.
"Il motivo per cui Bakugo è uscito, portandosi dietro Sero, era per darmi l'occasione di parlarti"
Mina si mosse come se dovesse parlare, avrebbe voluto arrabbiarsi con Kirishima perché aveva parlato delle loro faccende personali prima con Katsuki che con lei, ma si ricordò che se non fosse stato per Kaminari e Sero neanche lei avrebbe mai deciso di parlargli, quindi si ritirò e non fece nulla.
"Vedi" nonostante avesse deciso di dirle ciò che lo infastidiva rimaneva comunque molto titubante nel farlo "può darsi che sia geloso"
Ashido l'osservò confusa.
"Cosa intendi con 'può darsi'? Lo sei o non lo sei?"
"Lo sono, ma anche no, è complicato. Non mi da fastidio che vada in giro o parli con altri ragazzi, anzi, sarebbe da pazzi lamentarsi per quello, calcolando che molti di loro sono miei amici, ma quando siamo insieme e tu inizi ad abbracciarli o accarezzarli mi infastidisce, non è perché non mi fidi di te, ma sono io il tuo fidanzato, dovresti riservare solo a me quel tipo di attenzioni. So che lo fai senza pensarci, che lo fai in maniera giocosa o materna ed è parte della tua indole, per questo non volevo parlartene, ma mi irrita comunque, non posso farci nulla"
"Ti devo chiedere scusa, effettivamente sarei dovuta arrivarci da sola da un po' di tempo" mentre diceva ciò non aveva un'espressione triste o dispiaciuta, era semplicemente imbarazzata per non averlo capito prima "avrei potuto pensarci che alcuni miei atteggiamenti sarebbero potuti essere un po' esagerati o eccessivamente espansivi, d'ora in poi vedrò di evitarlo, ok Eji?"
"Grazie" rispose sinceramente, sperava, ma non si aspettava, sarebbe stato così facile e veloce.

ATTENZIONE: LA PARTE SEGUENTE CONTIENE PARTI DI NATURA SESSUALE (non ce ne saranno altre per il resto della storia) SE NON SIETE INTERESSATI POTETE PASSARE DIRETTAMENTE AL CAPITOLO SUCCESSIVO, NON VI PERDERETE NIENTE A LIVELLO DI TRAMA (vi basti sapere che Kirishima ha congedato Sero e Bakugo, i quali sono scesi in sala comune)


"Sai, finché la tua gelosia è questa e non diventi possessivo, devo ammettere che un po' mi piace l'idea che tu mi voglia tutta per te" pensò ad alta voce mordendosi il labbro inferiore.
La ragazza si avvicinò al suo fidanzato gattonando con sguardo provocante e con delle movenze feline.
"Non hai di che preoccuparti amore..." disse con voce suadente.
Si sporse verso di lui.
"...perché io sono solo tua..." gli sussurrò in maniera calda e soave all'orecchio.
Iniziò a baciargli il collo, spostandosi lentamente verso l'altro lato del viso. Il cuore di Kirishima iniziò a battere più velocemente ed iniziò ad avere caldo per via della sensazione di eccitazione che iniziava a pervadergli il corpo. Mina leccò con la punta della lingua il lobo del suo orecchio mentre poggiava una mano sul cavallo dei suoi pantaloni ed iniziava muovere delicatamente le dita.
"...e tu sei solo mio" concluse con tono provocante.
Ashido sentì crescere ed irrigidirsi qualcosa nella sua mano.
Ejiro trovava estremamente eccitante il corpo della sua ragazza e lei sapeva sempre come stuzzicarlo, motivi per cui lui non riusciva mai a resisterle.
"Aspetta un attimo" disse lui indietreggiando in maniera scoordinata.
La ragazza lo guardò compiaciuta, consapevole di cosa volesse fare, lei era una persona molto focosa ed era felice che il suo ragazzo la trovasse irresistibile e che riuscisse a provocargli ogni volta quel turbinio di passione.
Si alzò sfilandosi la felpa e corse alla porta, la aprì leggermente, quel tanto che bastava per poter sporgere la testa.
"Scusate ragazzi, potremmo terminare qui la serata?"
"Perché? È successo qualcosa?" chiese preoccupato Sero.
"No no, assolutamente nulla, ma...ecco..."
Bakugo scrutò il viso del suo amico intento a trovare le parole da dire, notò il viso leggermente più colorito di prima e il respiro lievemente più corto ed intuì il perché della richiesta, dopo tutto conosceva bene il suo amico ed in che modo gli piacesse il tempo con la sua fidanzata.
"Vieni idiota, andiamo ad avvisare cervello fuso"
"Grazie mille ragazzi" detto ciò richiuse repentinamente la porta.
"Aspettate, io non ho ancora capito il perché" disse aprendo le braccia e facendo passare lo sguardo più volte dalla porta all'amico e viceversa.
"Tsk, vieni pirla che te lo spiego strada facendo"
Kirishima si voltò trovandosi davanti Ashido a torso nudo.
Infatti, mentre lui stava congedando gli amici, la ragazza di era alzata e si era sfilata il top ghepardato a tinte azzurre e fucsia ed il reggiseno blu, rimanendo con addosso solo gli ampi pantaloni rosa da breakdance.
Gli si avvicinò mentre si accarezza sensualmente il corpo.
"Dove eravamo rimasti?" domandò Mina con le labbra che quasi sfioravano le sue, poggiandogli una mano sul petto, che lentamente scese verso l'addome.
Lui senza rispondere le afferrò con forza entrambi i glutei e l'alzò mentre lei si avvinghiava alla sua vita con le gambe e gli buttava le braccia al collo.
I due si baciarono appassionatamente mentre Ejiro la portava sul letto. La stese sopra le coperte ed affondò il viso nel suo seno sodo baciandolo, mordendolo, leccandolo, mentre lei, tra i gemiti, gli alzò la maglietta per poter sentire i suoi addominali scolpiti ed il petto muscoloso.
Il ragazzo scese baciandole la pancia per poi sfilarle i pantaloni, contemporaneamente Mina gli tolse la t-shirt, lui la accarezzò attraverso l'intimo provocandole altri versi di piacere, nessuno dei due poteva più resistere. Spostò la stoffa per poterla accarezzare direttamente sulla pelle, le stimolò il clitoride con due dite guardando compiaciuto la sua espressione di godimento.
"Ti prego Eji, non posso aspettare oltre" disse gemendo mentre gli stringeva i capelli.
Kirishima le diede un paio di baci prima di tirare fuori la lingua.
"Ah ecco perché ci ha chiesto di andarcene. E tu hai capito tutto solo osservandolo?" chiese Hanta guardando ammirato Katsuki.
"Si, ora muoviti"
La coppia di amici si diresse con calma al piano di sotto.

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