Asui stava per addormentarsi, cullata dal movimento regolare del respiro del suo fidanzato che le stava accarezzando delicatamente i capelli mentre osservava tranquillo il soffitto, pensieroso come sempre, quando sentirono un suono, simile a quello che si fa quando si bussa, ma che non proveniva dalla porta, bensì dalla finestra. Prontamente i due studenti balzarono in piedi puntando nella direzione del rumore, Tokoyami evocò Dark Shadow che si posizionò davanti alla ragazza per difenderla.
"Tsuyu, sono io, Ochako" si udì provenire da fuori.
Sul viso della ragazza dai lunghi capelli verdi comparve un'espressione infastidita, ma al contempo come se fosse un qualcosa di abituale.
"Arrivo, dammi solo un attimo" gridò in risposta.
Asui, che era in intimo, per risparmiare tempo prese da sopra la sedia un maglietta maniche corte bianca molto più grande di quanto non le servisse e la indossò come se fosse un abito, dato che le arrivava fino a metà della coscia.
Il ragazzo e la sua ombra dalle fattezze di uccello si guardarono scambiandosi un'espressione stranita.
"È una cosa normale?" chiese richiamando a sé il quirk.
"Diciamo di sì" rispose passandogli i suoi jeans neri con gli strappi sulle ginocchia.
Fumikage gli infilò e la ragazza andò ad aprire la finestra.
Uraraka entrò fluttuando, congiunse le dita ed atterrò delicatamente, era abbastanza sudata ed aveva il fiato corto per via della corsa. Non appena notò il compagno a torso nudo si voltò imbarazzata.
"Scusate non volevo disturbare" disse sbracciando per chiedere scusa.
"Tranquilla, nessun problema" replicò lui indifferente mentre indossava la t-shirt verde acqua.
"Vedo che siete tornati insieme" disse rivolgendosi a Tsuyu mentre si girava, controllando che il compagno si fosse rivestito.
Lei osservò un attimo il ragazzo per poi guardare nuovamente l'amica sorridendo.
"Direi proprio di sì. Qualcosa non va? Cra"
"Ho bisogno di un consiglio"
"Volete che vi lasci sole" domandò il ragazzo corvino indicando la porta.
"No tranquillo, tanto non mi sembri il tipo di persona che ama parlare delle faccende altrui"
Tokoyami si sedette sul letto ad osservare in silenzio.
"Su cosa ti serve un suggerimento?"
"È un questione sentimentale"
"Cra?" esclamò sorpresa portandosi un dito alla bocca e piegando la testa da un lato.
"Prima, mentre ero fuori per la mia solita corsa serale, ho incontrato Midoriya, mi stava aspettando sotto un lampione in una delle strade più perimetrali della UA. Pensavo ci fosse qualche problema urgente o qualcosa di simile, una delle sue solite preoccupazioni da eroe, ed invece era venuto fino là per dirmi che mi amava...o comunque che mi avrebbe voluto al suo fianco per sempre" aveva un'espressione sorpresa nel raccontare il fatto, come se lo stesse vivendo una seconda volta.
"Che tenero" commentò l'amica con sguardo felice "quindi cosa sei venuta a chiedermi?"
"Vedi...il punto è che l'ho respinto"
"Cosa?!"chiese scioccata "ma se eri innamorata persa di lui"
"Questo è vero, ma lui non lo ha mai capito, era sempre concentrato sul suo obiettivo ed io ero sempre in secondo piano, sono la sua migliora amica ma non mi ha mai considerato nulla più di questo, per cui col tempo ho iniziato ad abbandonare quel sentimento ed a concentrarmi anch'io sull'obiettivo di diventare la miglior eroina possibile, o quantomeno credevo di averlo fatto. Quando l'ho respinto e me ne sono andata ho provato qualcosa, una sofferenza interiore, quelle parole che avevo detto hanno iniziato a pesarmi sull'animo, e come se non bastasse mi attanaglia il senso di colpa, mentre mi allontanavo l'ho sentito gridare, a squarciagola, come se fosse disperato, e quel suono mi rimbomba ancora in testa, non voglio farlo soffrire ma d'altro canto anche lui mi ha procurato tanto dolore senza volerlo. Credo di aver fatto la cosa giusta per me, ma allora perché mi sento così?"
Guardava in maniera cupa, fuori dalla finestra, le piante illuminate solo dalle poche luci dei lampioni e dal chiarore della luna.
L'amica l'abbracciò, una lacrima solitaria scese dai suoi occhi castani, leggermente più chiari del normale, cosa che capitava quando piangeva.
"Forse non è come dici, non hai abbandonato i tuoi sentimenti per lui, li hai solo messi da parte, in un angolo dentro di te, e per non pensarci hai deciso di concentrarti su qualcos'altro, come distrazione. Per questo ora stai male, perché hai preferito negare ciò che provi, ignorare quello che ti diceva il cuore, forse per paura di soffrire ancora"
"Ma io HO paura di soffrire" rispose abbracciando a sua volta la compagna.
"È normale, quando ci sono di mezzo i sentimenti umani non ci sono certezze e l'amore non fa eccezione, nessuno ci assicura che andrà bene quando ci affezioniamo a qualcuno, quando amiamo qualcuno, ma non decidiamo se farlo o meno, capita e basta, l'unica cosa che possiamo decidere è se metterci in gioco o cercare di rinnegare le nostre emozioni. Le cose potrebbero andare male e ferirci, ma se così tanta gente decide di provarci, di mettersi in ballo, è perché evidentemente il premio che si ottiene vale il rischio che si corre. Io e Fumi abbiamo deciso di tentare, abbiamo sofferto entrambi e tanto, non è stata una strada priva di sacrifici, ma se siamo ancora qui, insieme, è perché ci ha dato anche tanta felicità"
Le lacrime di Uraraka si fecero più copiose mentre stringeva la sua presa intorno all'amica.
"Quindi cosa dovrei fare ora?" domandò tra i singhiozzi.
"Correre il rischio, cra" disse come se fosse la risposta più ovvia al mondo "Vai da lui. Da quel che mi hai detto ora ha bisogno di te, non importa se in quanto amica o qualcosa in più, ma necessita di averti al suo fianco, tu ci sei sempre stata per lui e lui c'è sempre stato per te. Forse incontrarlo, parlarci, farà chiarezza sui tuoi sentimenti e ti toglierà il peso che senti dentro in questo momento"
Si separarono dall'abbraccio, Ochaco si asciugò velocemente le lacrime con le maniche della maglia termica.
"Non so se posso riuscirci ora"
"Ti ho visto affrontare con determinazione e senza remore l'Unione dei Villain, vuoi davvero lasciarti intimorire da Midoriya?"
La ragazza dai capelli castani chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, la sua amica era riuscita ad indicarle una strada e le stava anche dando la fiducia di cui aveva bisogno per percorrerla.
Gli riaprì facendo comparire un'espressione convinta in volto.
"Hai ragione. Grazie Tsuyu"
Detto ciò si lanciò fuori dalla finestra attivando il suo quirk e planando dolcemente.
Asui si avvicinò alla finestra e si affacciò per controllare che l'amica non si fosse fatta male nella discesa, dopo di che la chiuse, era soddisfatta di essere stata d'aiuto, era una cosa normale che Uraraka fosse colta da dubbi improvvisi e si precipitasse da lei per dei consigli ma quasi mai essi riguardavano la sfera sentimentale.
Tokoyami rimase assai stranito da ciò che aveva appena visto, stava cercando di capire come mai la sua compagna avesse voluto sia entrare che uscire dalla finestra, perché avesse avuto così tanta fretta nel passare all'azione e soprattutto come facesse la sua fidanzata a comportarsi come se tutto ciò fosse una cosa abituale. Scosse la testa decidendo di non sprecare tempo nel trovare delle risposte a tali domande, dato che probabilmente non ne avrebbe trovate.
Si avvicinò da dietro alla ragazza e poggiò entrambe le mani sulle spalle.
"Che strano sentimento l'amore, ci provoca dubbi, ci fa soffrire, ci fa compiere gesti fuori dalla nostra natura, eppure non riusciamo a vivere senza"
Lei si girò e gli sorrise, prese il suo viso tra le mani, lo accompagnò verso il basso e gli diede un bacio nella parte sopra del becco, lui arrossì leggermente sotto il piumaggio nero.
"Che ne dici se vai in camera tua a metterti qualcosa di più comodo e torni qui per dormire insieme, cra?" propose sorridente.
"Ottima idea"
Le diede un bacio sulle fronte e si incamminò fuori.
Izuku entrò nella propria camera, sbattendo dietro di sé la porta, senza accendere la luce si tolse le sue solite scarpe rosse e si diresse verso la scrivania. La stanza era debolmente illuminata da il lampione che si trovava esattamente sotto la sua finestra, si appoggiò alla dura superficie di legno su cui vi erano il suo portatile ed alcuni quaderni ed osservò i gadget disposti, con un ordine quasi maniacale, sulle varie mensole, quelle più in alto erano ovviamente dedicate ad action figure, tazze ed oggetti vari di All Might ma quella più in basso aveva deciso di utilizzarla per qualcosa di più particolare. Nonostante non fossero ancora eroi professionisti il lavorare come tirocinanti aveva messo in mostra alcuni degli studenti della 3a A e di conseguenza erano comparsi anche i primi loro gadget, Midoriya voleva raccogliere il primo ninnolo che avrebbe trovato di ogni compagno. Sarebbe diventata una piccola collezione che gli avrebbe permesso di portare con sé un oggetto materiale che gli avrebbe ricordato i suoi compagni ed amici anche dopo la fine del corso.
Allungò la mano e prese la sua action figure, posta tra una lastra di vetro, che fungeva da lampada dalla luce gialla accesa, raffigurante il viso di Kaminari con la sua solita espressione spavalda ed un termos di Todoroki di colore bianco e rosso col suo nome scritto sopra. Osservò la sua figura in miniatura in plastica rigida, imitava una delle tante pose assunte dal suo eroe preferito nei vari poster, la strinse forte, con rabbia, prima di sbatterla violentemente sulla scrivania, rompendola e lasciando una piccola ammaccatura sulla scrivania. Guardò la sua mano, alcuni pezzi di plastica dura gli avevano tagliato il palmo ma non stava uscendo troppo sangue ed il dolore era troppo lieve per impensierire uno come lui, che aveva dovuto sopportare sofferenze ben più grandi, per cui fece appena un paio di giri di garza, giusto per non sporcare la stanza col sangue, e si allontanò, lasciando lì i cocci. Si stese sul letto ed osservò per un attimo la sua camera, caratterizzata principalmente dai colori bianco, giallo e rosso e dalla figura dell'ormai ex simbolo della pace, prima di piegarsi da un lato guardando il comodino su cui vi era una luce da notte sferica, di quelle che solitamente si danno ai bambini per spostarsi in casa di notte senza avere paura del buio, dalla luce rosa tenue con la stessa forma del casco del vestito da eroe di Gravity, subito era rimasto un po' deluso che fosse quello il primo gadget di Ochako che avesse trovato, avrebbe preferito qualcosa di più iconico, ma poi, riflettendoci sopra, era giunto alla conclusione che si trattava di un oggetto utilizzato per tranquillizzare coloro che avevano paura e portare della luce nel buio, esattamente ciò che rappresentava quella ragazza per lui.
Si sentiva la testa pesante, stanca, ed i muscoli deboli, si sentiva come dopo una battaglia, senza però aver mosso un dito, le palpebre iniziarono lentamente a chiudersi mentre fissava quella tenue e calda luce rosa.
"Midoriya! Midoriya sei in camera? Sei sveglio?"
Il ragazzo riaprì gli occhi a fatica, svegliato da queste parole. Non si alzò, semplicemente si girò guardando il soffitto, era ancora assonnato e spaesato, stava cercando di capire di chi fosse e da dove venisse quella voce, che gli pareva femminile ed udiva smorzata, come se fosse lontana.
Quanto era quasi giunto alla conclusione di essersela immaginata e stava per rimettersi a dormire sentì dei colpi provenire dalla sua destra, immediatamente realizzò che si trattava della finestra, si alzò prontamente ed andò a vedere di cosa si trattasse, vide Uraraka che fluttuava aggrappata al davanzale per rimanere stabile senza fatica. Lei fece un cenno col la mano in segno di saluto, lui, che era rimasto estremamente sorpreso dalla scena, fece scorrere verso l'alto la metà inferiore della finestra e si sporse fuori.
"Ehy, ciao Midoriya" disse la ragazza con tono imbarazzato.
"Cosa stai facendo qui fuori?" chiese con un velo di preoccupazione.
"Volevo dirti un paio di cose"
"E non potevi passare dalle scale?"
"Scusa, hai ragione, avrei dovuto farlo, ma non volevo che qualcuno mi vedesse venire qui, non che mi vergogni di te, o cose simili, ma non mi piace alimentare i gossip della classe"
"Forza vieni dentro"
Allungò la mano e l'aiutò ad entrare, chiudendo la finestra mentre lei disattivava il quirk.
Il ragazzo si sedette sul tappeto di All Might che copriva parte del parquet, appoggiando la schiena contro il lato del letto, mentre la ragazza gli si inginocchiò difronte.
Lei osservò un attimo i suoi capelli spettinati e la maglia stropicciata, deducendo che probabilmente stava dormendo fino a quando non è arrivata, ed il suo sguardo spento e vago, che le provocò una profonda amarezza. Gli passò delicatamente una mano sul viso mentre lui rimaneva indifferente .
"Sembri stanco" esordì nel silenzio con voce insicura.
"Lo sono...e molto" rispose in maniera cupa.
Il volto della ragazza si rattristò, distolse lo sguardo facendo calare un'atmosfera grigia nella buia stanza.
"Volevi dirmi qualcosa, no?" chiese Izuku.
"Sì" disse la ragazza come se fosse stata ridestata dai suoi pensieri "mi dispiace averti detto quelle cose prima, non ho pensato a come avrebbero potuto farti sentire, non volevo ferirti"
"Hai semplicemente detto la verità, non dovresti scusarti per quello, è colpa mia, sono stato ceco e questo ti ha fatto soffrire, credo che il dolore che sto provando sia soltanto una qualche forma di karma che mi sta punendo per le mie azioni"
"Non ha importanza, tu non mi faresti mai del male volontariamente ed io, allo stesso modo, non voglio fartene, non più, non si può scacciare la sofferenza con altra sofferenza"
Uraraka si sporse e lo abbracciò lasciandolo spiazzato.
"Non fraintendermi, hai fatto degli errori in passato, che mi hanno ferito, e quelli non potranno essere cancellati, ma anch'io non sono esente da colpe, avrei potuto parlarne con te, essere più diretta nei tuoi confronti e più onesta nei miei. Ciò che ti ho detto è vero ma, forse per evitare di soffrire ancora, sono giunta alla conclusione sbagliata"
Midoriya ricambiò l'abbraccio portandola più vicina a sé, sopra le sue gambe distese.
"Cosa stai cercando di dirmi?"
"Che non è troppo tardi per noi" rispose sorridente, ma con gli occhi umidi, fissando le sue iridi verdi.
"Sei sicura? Ti ho già fatto soffrire e non voglio farlo di nuovo, ho riflettuto e non so cosa ci sarà nel nostro futuro, non posso prometterti che sarò la persona che meriti e non voglio che sia io a privarti della persona giusta"
"Nessuno può prevedere il futuro" gli passò una mano tra i capelli "ma so per certo che non farai mai nulla per farmi del male, tu ci sei sempre stato per me e continuerai ad esserci, questa è una certezza. Sei tu la persona giusta, lo pensavo ieri, lo penso adesso e sono sicura lo penserò anche domani"
Il ragazzo la prese per i fianchi e si sporse verso di lei, Ochako comprese le sue intenzioni, chiuse gli occhi e si abbandonò a quel bacio che aveva desiderato per tanto tempo, sentì le guance ed il petto scaldarsi percependo quanto erano vicini in quel momento.
"Sono fortunato ad averti qui con me" sussurrò a con le labbra che ancora si sfioravano.
Questa volta fu Uraraka a prendere tra le mani il suo volto per ricongiungere le due bocche, i baci, che si fecero pian piano più passionali, si susseguirono per un paio di minuti, mentre le lingue si cercavano ed i respiri si mischiavano Midoriya aveva infilato la mano sotto la maglia termica per poter toccare la sua morbida pelle, anche se un po' appiccicosa per via del sudore dovuto al recente allenamento, cosa che non gli interessava in quel momento, e lei lo aveva tirato a sé per la felpa intrecciando la mano coi suoi capelli, stringendoli ogni tanto.
I ragazzi si guardarono negli occhi, col respiro leggermente accelerato, i cuori che battevano forte e lo sguardo ancora carico di bramosia, senza dire nulla, ma non vi era imbarazzo in quel silenzio, lei era felice della scelta che aveva fatto mentre lui era sollevato che tutte le paure e le preoccupazioni che gli stavano riempiendo la mente si fossero dissipate, come spazzate via dai baci della persona che aveva dinanzi.
Izuku sbadigliò genuinamente stanco, la ragazza sorrise intenerita dall'espressione molto fanciullesca che aveva assunto in quel gesto.
"È meglio che torni in camera mia, devo ancora farmi la doccia e prepararmi per dormire" disse dolcemente poggiando la propria fronte alla sua.
Per quanto i due si volessero, si desiderassero, aveva capito che il ragazzo aveva bisogno di dormire, probabilmente per via delle notti insonne precedenti, ma non le avrebbe mai chiesto di andarsene, soprattutto in quel momento, appena dopo essersi lasciati andare ai propri sentimenti.
Lui la strinse a sé poggiando la testa sulla sua spalla, gesto che prese alla sprovvista Uraraka.
"Grazie...vedrai che mi impegnerò per essere la persona che meriti"
"Ne sono sicura" rispose sorridente ricambiando l'abbraccio.
La ragazza si alzò, porse la mano al neo-fidanzato e lo aiutò a tirarsi su, lui andò alla porta e gliela aprì.
Lei si incamminò fuori ma sull'uscio si fermò e si voltò.
"Buonanotte Izuku" gli diede un bacio sulla guancia "a domani" aggiunse felice.
"Buonanotte Ochako" replicò impacciato.
La ragazza castana fece un cenno di saluto e si incamminò seguita con lo sguardo da Midoriya, finché non sparì giù per le scale.
Chiuse la porta e mentre si dirigeva al letto guardò i pezzi della sua action figure ormai distrutta, ritenendosi stupido per l'impulsività con cui aveva compiuto il gesto, e decidendo che avrebbe rimesso in ordine il tutto la mattina seguente, in quel momento era troppo stanco e privo di voglia per poterci pensare.
Mentre si svestiva ai piedi del letto guardò fuori e vide la luna, era bassa, molto bassa, non doveva mancare che una manciata d'ore all'alba, fece un sospiro di sollievo realizzando che il giorno seguente sarebbe stato sabato e quindi non si sarebbero tenute lezioni, dandogli tutto il tempo che voleva per dormire.
Osservando quella falce luminosa nel cielo, che aveva assistito come una spettatrice silenziosa e lontana a tutti gli eventi di quella movimentata notte, e ripensando a tutte le emozioni che lo avevano attraversato nelle ultime ore, gli venne in mente una frase che aveva sentito in un vecchio film, proprio alla fine, dopotutto, domani è un altro giorno. Ma nella sua testa non aveva lo stesso significato che trasmetteva nella pellicola, percepiva che da domani qualcosa sarebbe cambiato, non sapeva se di poco o tanto, ma lo avrebbe fatto e lui era pronto ad accogliere con gioia quel cambiamento.
"Sì, domani sarà senz'altro un nuovo grande giorno" pensò tra sé e sé addormentandosi.
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Tutto in una notte
FanfictionÈ ormai l'ultimo anno alla UA per Midoriya e compagni ma molto deve ancora accadere tra alcuni di loro, tra parole non dette e sentimenti sopiti, ed accadrà tutto in una fredda notte d'autunno. Cinque storie che si intrecciano e sovrappongono, cinqu...