VIII

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Adrian è taciturno, proprio come immaginavo. Nonostante io sia praticamente avvolta nella sua giacca, lui continua a fumare come se nulla fosse, come se non stessi invadendo il suo spazio personale. Devo ammettere che sto meglio, però. Il freddo è senz'altro passato.

Tutto ciò che sento, adesso, è solo silenzio. Tanto, tanto silenzio. Aspetto che parli, magari sarà lui rivelare qualcosa; ma sembra impassibile, e fissa una finestra illuminata della casa, portandosi meccanicamente la sigaretta alle labbra.

È chiaramente soprappensiero.

" Adrian..."

È più forte di me. Non riesco a stare al fianco di una persona ed essere ignorata. Inoltre, ho paura che stia pensando a qualcosa di brutto e sento che devo distrarlo.

" Mh? Oh, scusami. Non mi ero reso conto che..."

" Io fossi qui?"

Adrian scuote la testa, e finalmente mi degna di uno sguardo. Ha le gote rosse per il freddo, i suoi occhi due fari nella notte. Poi fa un altro tiro, alzando il viso e gettando fuori altro fumo.

" Già. Messo male, eh? Scusami..."

" Morgana."

Annuisce, buttando un po' di cenere a terra. Un soffio di vento gli scompiglia i capelli, ma lui sembra non curarsene.

" Morgana, giusto. Beh, scusami. Di nuovo."

" Oh, non c'è nessun problema..."

Sussurro, battendo i piedi a terra. Una parte di me muore dalla voglia di sapere cosa gli passi per la testa, perché questa sera si è comportato da vero ribelle. Ma non c'è bisogno che glielo chieda, perché lui sembra aver capito.

" Le cose in questa casa sono molto difficili, sai? Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a quel teatrino, prima, ma David continua a sottovalutarmi e poi... poi c'è quella stupida Stormy e quell'idiota di Max, ed io... Perdo le staffe, ecco."

Borbotta, ed io rimango in silenzio, il suo braccio contro il mio. Sento una strana tensione, ma non mi muovo.

" Ti capita spesso?"

È tutto quello che riesco a dire, mentre lui annuisce e mi porge la sigaretta. Il cuore mi batte nuovamente forte; è l'ennesima volta che mi succede. Ma non sembra qualcosa di negativo, ora. Non è come con David, no. Con David io ho paura. Qui, con Adrian, io non ho paura proprio di niente.

Perciò afferro la sua sigaretta e me la porto alle labbra sotto il suo sguardo, facendo un tiro, lasciando che la nicotina sfumi i pensieri e annebbi la vista.

" Capita spesso, sì. Sono qui da anni, ma non ho mai avuto ciò che mi spettava..."

Mormora, riprendendosi in un soffio la sigaretta. Per dispetto sbuffo un po' di fumo sul suo viso, ma lui non sembra scomporsi e si lascia sfuggire un piccolo sorriso prima di alzare gli occhi al cielo. Sorrido di rimando, ma abbasso lo sguardo.

" Cos'è che ti spettava, Adrian?"

" Soldi, Morgana. Soldi per mia madre, che è malata e aspetta solo me. Ma David è da mesi che non mi paga, nonostante sappia della mia urgenza. Bastardo."

Malata. Sua madre è malata, e tutt'a un tratto provo tanta pena per Adrian e rabbia nei confronti di David. Se fa così con lui, se davvero non paga... Cosa ne sarà di me? Avevo promesso a Sophie di avere denaro, di garantirle una vita migliore... Poi inizio a pensare alla
mia, di madre, a come sia andata via all'improvviso e a cosa penserebbe se sapesse cosa sto facendo...

Gazza Ladra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora