CAPITOLO 16

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Io: ma come sa tutte queste cose?
POV DARREN
Caleb: diciamo che è una specie di dono, in campo medico sa cosa è meglio e cosa no, ti spiego più tardi, hai una cosa da fare mi sembra.
Io: mh, sì. Allora vado subito.
Caleb: stai comunque attento piccoletto, tua sorella se la prenderà con me se ti dovesse succedere qualcosa.
Io: farò attenzione. Ci vediamo più tardi.
Dopo di che, senza aspettare una chiara risposta da qualcuno mi sono diretto verso l'ospedale arrivandoci in poco tempo, per poi cercare mio padre con lo sguardo, fino a che non lo trovai e quindi mi decisi ad avvicinarmi a lui dicendo: hey papà.
Si volta verso di me e mi saluta, per poi dire: non si sa ancora nulla della mamma.
Io: immagino, ma vorrei parlarti di alcune cose prima, possiamo?
Papà: dimmi tutto.
Io: ecco, si tratta di Anastasia.
Papà: senti Darren, te l'ho detto. Anastasia potrebbe essere morta, potrebbe non esserci più da molto tempo...
Io: io so dov'è...
Papà: cosa? E dove?
Io: adesso alla Royal Accademy, prima era alla Raimon.
Papà: eh? E tu ce lo hai nascosto per tutto questo tempo? 
Io: in realtà non lo sapevo nemmeno io che fosse lei, si è spacciata per maschio all'inizio, poi mi ha detto tutto l'altro giorno, volevamo venire entrambi per parlarne ma ci sono stati dei contrattempi.
Papà. oh.
Io: e penso che l'abbia già incontrata senza nemmeno accorgertene.
Papà: che intendi dire.
Io: era chi ti ha dato l'indovinello per Jude.
Papà: stai scherzando vero? Adesso è in quel postaccio da sola?
Io: papà, ti assicuro che non è lì da sola, conosce quasi tutti lì per questo l'aiuteranno per quello che ha intenzione di fare.
Papà: che intenzioni ha?
Io: questo non lo so nemmeno io, so solo che ha un piano e che è sicura che funzioni, anche se ci vorrà del tempo.
Papà: e c'è altro?
Io: a quanto pare sì, mamma è incinta e non lo sa nemmeno lei.
Papà: e tu come lo sai?
Io: sempre l'indovinello papà, dice che c'è un bozzolo che deve crescere dentro mamma, quindi è sicuramente il feto che deve formarsi.
Papà: e lei come lo sapeva?
Io: chi la conosce meglio di noi, ha detto che ha una specie di dono in campo medico.
A interromperci fu un'infermiera che disse: signore, sua moglie sta bene. Per fortuna entrambi non hanno subito nessun tipo di danno con la febbre alta della signora, solitamente quando si ha la febbre durante la gravidanza bisogna portare subito la a madre in ospedale, ovviamente se non sapete come agire.
Io: va bene, la ringrazio.
Infermiera: dovere, se volete andare a trovarla potete farlo è a tre stanze da qui, sulla sinistra. La terremo in ospedale sotto osservazione giusto per sicurezza, un paio di giorni e potrà tornare a casa, giusto per far abbassare la febbre.
Dopo averla ringraziata ci siamo diretti nella stanza in cui hanno ricoverato mia madre dicendo: cosa ti avevo detto...
Papà: l'ho incontrata senza saperlo...
Io: adesso bisogna dirlo anche alla mamma.
Papà: appena si sarà ripresa lo faremo...
Io: già.
UN PAIO D'ORE PIU' TARDI.
Papà: voglio sapere tutto quello che sai di tua sorella intendo.
Io: beh, sinceramente non so molto, l'unica cosa di cui sono sicuro è che sia diventata un'eccezionale giocatrice di calcio, tira di quei calci che non ti immagini. Però ci sono due persone che la conoscono d'avvero bene.
Papà: vorrei parlarci...
Io: potrei chiamarli e farli venire qui se ti va, tanto non ci sono allenamenti.
Papà: va bene, se loro non hanno problemi.
Io: non penso ce ne siano.
Dopo di che presi il mio cellulare chiamando Caleb che mi rispose quasi subito: qualche problema piccoletto?
Io: nessuno, ma mi chiedevo non è che potresti venire dove sono io con Archer.
Caleb: come mai?
Io: beh...
Non finisco la frase che mio padre m'interrompe dicendo: conoscete bene Anastasia?
Caleb: sì, fin da quando ne abbiamo memoria. Dateci dieci minuti e siamo lì.
Dopo di che la chiamata si conclude in quel modo e, io insieme a mio padre ci mettemmo a parlare di quello che potremmo scoprire.
POV ARCHER
Sono passate due ore dal messaggio in codice che ci ha passato Anny sinceramente sono seriamente preoccupato per lei, nonostante sappia cosa stia facendo che sa come fare.
Caleb: terra chiama Archer.
Io: eh?
Caleb: ti sto chiamando da un po', che cosa c'è?
Io: lo sai, sono preoccupato.
Caleb: lo so, anche io, ma non possiamo fare nulla adesso, dobbiamo solo aspettare. Sappiamo entrambi che sa cosa fa, quindi dobbiamo solo portare pazienza e aspettare.
Io: mh...lo so.
Caleb: se lo sai, allora vieni con me, vogliono conoscere di più su Anny e suo padre vuole vedere entrambi.
Annuisco solamente per poi uscire dalla zona della Raimon e dirigerci verso l'ospedale, luogo in cui arrivammo in poco tempo, dopo di che abbiamo chiesto la stanza della madre di Darren, che ci venne indicata la strada.
Non appena siamo davanti alla stanza, il ragazzo con la cresta bussa e ad aprirci fu Darren che ci fece entrare.
Darren: siete stati veloci.
Io: conosciamo solo molte scorciatoie, tutto qui.
Un uomo si mise a parlare dicendo: siete amici di Anastasia?
Caleb: si, signore.
L'uomo riprese a parlare: quando l'avete conosciuta?
Io: avevamo cinque anni quando ci siamo conosciuti, eravamo dei bambini ma diciamo che eravamo sulla stessa barca in poche parole e beh ci siamo aiutati a vicenda, nonostante sia stata difficile all'inizio.
Padre di Darren: e siete rimasti amici da allora?
Io: esatto, ci siamo aiutati a vicenda fin da allora.
Padre di Darren: e adesso? Come la state aiutando?
Caleb: non possiamo dire nulla, fa parte del piano.
Darren: prima di unirsi alla Raimon, che facevate?
Io: beh sopravvivere, mi sembra scontata come cosa.
Darren: e le cicatrici che ha? Le abbiamo viste tutti quando siamo andati al mare.
Io: beh, nell quartiere dove vivevamo non era una delle migliori zone della città, ci sono persone che vogliono qualcosa e che quindi se la prendono con chi non ha praticamente nulla, quindi le risse sono pane quotidiano. Non tutti ne escono illesi. Tutti noi ne siamo pieni.
Darren: tutti chi?
Io: io, Cal e molti di noi che sono nella Royal.
Così facendo, continuano a farci domande su domande e noi non possiamo fare a meno che rispondere, per quello che possiamo dire a loro, perché non tutto deve essere per forza saputo da noi, ma da lei stessa, per questo abbiamo volutamente nascosto molte cose, dicendo solo le più banali.

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