CAPITOLO 20

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POV MAMMA DI DARREN E ANASTASIA
Dopo che Anastasia è uscita dalla stanza d'ospedale, mi sono guardata intorno. In nove anni è proprio cresciuta. Il suo viso è maturato molto e sembra essere più di quello che il suo corpo mostri.
Ah, quanto mi è mancata.
Spero di riuscire a passare molto più tempo con lei ora che non c'è niente che può separarci.
Non appena la piccola si è addormentata, la rimetto nel suo lettino, lasciando che continuasse a dormire tranquillamente mentre io mi sono solo guardata intorno.
Ad un certo punto, vicino a Darren, vidi una specie di quaderno o album. Beh da qui non mi è chiaro che cosa sia. Ma sono solo dettagli.
Mi alzai dal letto e con un po di fatica riuscì a prendere l'album da disegno.
Dopo di che mi sono seduta sul letto e mi misi a sfogliare quell'album.
C'erano molti disegni che riguardavano lo sport in generale, ma in alcuni c'erano rappresentati dei bambini.
Continuando a sfogliare fino a che la mia attenzione venne rivolta su una foto. Al centro c'erano Anastasia con altri due ragazzi, i suoi amici presumo. Non li ho mai visti di persona.
Anastasia aveva un bambino in braccio, dai capelli turchesi, sembrava essere un piccolo gatto a primo impatto. Mentre gli altri due tenevano in braccio due gemelle, che si stavano aggrappando ai ragazzi e nel mentre sorridevano.
C'erano così tanti bambini in quella foto che ho perso il conto di quanti ce ne fossero, ma erano tutti intorno ad Anastasia ed ai ragazzi che sorridevano. Quel sorriso sincero che ti fa capire che quei bambini si stessero divertendo tantissimo a realizzare quella foto.
Devo ammettere che questa foto mi fa sorridere solo vederla. Mi trasmettono tutta la felicità che c'è in quella foto, anche se oggi è uno dei più bei giorni della mia vita.
Ci sono così tanti bambini che sorridono, in questa foto, così come anche i ragazzi che è impossibile non sorridere, se la guardi.
Continuando a sfogliare l'album vidi l'ultimo disegni che c'era.
Aveva disegnato me che tenevo in braccio la nuova arrivata, o almeno come lo aveva immaginato dato che non l'ha visto di persona, però questo disegno è davvero bellissimo.
Decido di chiudere l'album e di appoggiarlo sul comodino vicino al letto.
Poi voltai lo sguardo notando che mio marito si stesse svegliando e che vedendomi sveglia mi chiese: hey tesoro, come ti senti?
Io: sto bene tranquillo.
Lui: dov'è Anastasia?
Io: aveva detto che andava di fretta. Era in ritardo per qualcosa.
Lui: secondo te cosa?
Io: non posso saperlo, non mi ha detto nulla
Lui: capisco. Che guardavi prima?
Io: un album da disegno, Anastasia lo ha dimenticato qui, quindi volevo dare una sbirciata.
Lui: disegni o foto?
Io: c'è solo una foto, ma per il resto solo disegni, tra l'altro bellissimi.
Lui: ora mi è venuta voglia di dare una sbirciatina. Posso?
Non credo se la prenderà se glieli faccio vedere no?
Prendo l'album dicendo: ma solo per poco, non sappiamo se voglia o meno.
Lui: prometto di fare subito.
Dopo di che prende in mano l'album, iniziando a sfogliarlo e commentiamo insieme i disegni bellissimi che ha fatto nostra figlia. Ed alla fine giungiamo alla foto dove mio marito chiede: secondo te chi potrebbero essere?
Io: non lo so, ma mi fa ricordare di quando Darren e Anastasia avevano la stessa età di questi bambini, non c'era giorno che non sorridessero in questo modo.
Lui: già, avevano sempre il sorriso stampato in faccia, come se non gli preoccupasse nulla.
Io: d'altronde erano solo bambini, adesso stanno crescendo e stanno maturando. Pian piano, ma lo stanno facendo.
Lui: hai ragione, cara.
POV ARCHER
Come al solito, verso le quattro del pomeriggio, sono andato a trovare dei bambini ad un orfanotrofio. Ormai io, Caleb e Anny facciamo visita regolarmente ai quei bambini, fin da quando abbiamo aiutato uno di loro a tornarci.
Anny è molto amata in quell'orfanotrofio, tutti la cercano e si sentono tristi quando deve andare via. D'altronde li capisco. Loro non hanno i genitori, oppure li hanno abbandonati e Anny è una persona buona e gentile a cui vuoi bene fin dal primo sguardo che scambi con lei. È come dire che lei sia un angelo pronta a proteggere questi bambini da questo mondo crudele, almeno proteggerli fino a che non avranno un'età per cui possano capire la verità del mondo, perché prima o poi dovranno affrontarlo.
Ma pensando ad altro, in questo momento sono davanti all'orfanotrofio e stavo per mettere piede all'entrata, ma vengo travolto da qualcosa, o per meglio dire qualcuno.
Abbasso lo sguardo verso la persona che mi ha appena travolto, notando che fosse Anny, la quale disse: mi dispiace, non stavo guardando dove stavo andando.
Io: tranquilla Anny, non c'è problema.
Anny: oh, Archer. Ciao. Sei venuto a far visita ai bambini?
Io: si, immagino che anche tu sia qui per lo stesso motivo no?
Anny: ormai è diventata un'abitudine farlo.
Io: già...
Dopo di che entrammo nella struttura dell'orfanotrofio, mentre le chiesi: ti sei riconciliata con i tuoi?
Anny: penso di sì, non ne sono sicura.
Io: e com'è il nuovo arrivato?
Anny: è una femmina ed assomiglia tantissimo a nostra madre, devo dire che è adorabile.
Io: allora devi farle una foto, la prossima volta che la vedi, così possiamo vederla anche noi.
Anny: potresti anche vederla di persona, che dici?
Io: perché no? Sempre se i tuoi vogliono.
Anny: penso che gli faccia solo piacere. Dai, una volta non ti farà male.
Io: va bene, va bene. Basta che non mi tiri.
Anny: ops, scusa.
Quando siamo entrati nella struttura dell'orfanotrofio, i bambini che erano nelle vicinanze, non appena ci notarono, ci circondarono immediatamente, salutandoci o abbracciando le nostre gambe, lo hanno sempre fatto, dopo che hanno preso un po' di confidenza.
Anny: hey là nanerottoli, come va?
Ognuno di loro si mise a parlare sopra a qualcun'altro giusto per farsi sentire al che disse: se parlate tutti insieme non vi capisco, quindi parlate uno alla volta per favore.
Uno dei tanti bambini dice: rimanete?
Era un bambino con capelli turchesi e occhi gialli, il suo nome è Aitor. E' stato abbandonato all'età di due anni circa, ma è stata Anny a trovarlo, anche se non potendo tenerlo con se ha deciso di farlo stare in un orfanotrofio, proprio perché conosce il proprietario e gentilmente le ha fatto questo favore, anche se era lui in debito con Anny.
Anny rispose alla domanda del piccolo dicendo: io sì, non so lui.
Io: pure io.
Aitor: evviva.
Dopo di che ci trascina entrambi verso la sala grande dell'orfanotrofio e si mettono a giocare con noi, fino a che non si fa tardi per i bambini e quindi li mandammo tutti a dormire.
Di solito quando ci fermiamo a dormire o abbiamo una stanza tutta per noi o dormiamo insieme ai bambini in sala grande, tutti insieme, come se fosse una specie di campeggio enorme. Anche oggi abbiamo fatto la specie di campeggio enorme e quindi siamo tutti stesi in cerchio. Io mi sono messo vicino ad Anny alla sua destra, mentre Aitor è quello alla sua sinistra.
Alla fine prima di mettersi a dormire si è messo tra me e Anny, accoccolandosi alla ragazza.
La nostra conversazione da qui in poi è solo un sussurro, giusto per non svegliare i bambini che dormono beatamente.
Io: non hai sonno?
Anny: non ancora, tu?
Io: non ancora.
Così facendo parlammo a bassa voce, di cose che non ricordo già più fino a che non ci addormentammo entrambi.

YOU AND I, FOREVERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora