Epilogo

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"Mi ricordo, Zelda." La casacca era macchiata di sangue fresco, come quel giorno di cent'anni prima. Però ora splendeva il sole.

"Tagliami i capelli." "Zelda, è l'alba..." "Tagliami i capelli. Oggi inizia una nuova Hyrule e ci sarà una nuova Zelda!" La guardò confuso, mentre lei si sedeva meglio sul suo ventre. "Ne sei certa?" "Non pretenderai che giri in lungo e in largo con questa massa che non fa altro che annodarsi e darmi fastidio." "Beh, scelta tua. Ma perché non chiedi al parrucchiere reale?" "Voglio che me li tagli tu." "Non so se sono capace..." "Devi solo tagliarli, quanto sarà difficile?" Link sbatté un paio di volte le palpebre: "Devo farlo con le forbici o con una spada?" "Stupido!" La risata del ragazzo le scaldò il cuore.

Il mezzogiorno lo trovò ancora accoccolato accanto al fuoco. Zelda lo pungolò col piede: "Alzati, Link." "Ma è così presto, Zelda!" "Ormai sei sveglio. Alzati, che pranziamo." "Come pranziamo?" "Non noti un po' troppa luce, caro?" Lo osservò mettersi seduto e stropicciarsi gli occhi, sbadigliando. "Ora capisco perché ho dovuto aspettare più di cento anni, pelandrone. Sono dovuta andare da sola fino al fiume per pescare qualcosa, quando qualcuno aveva detto che mi avrebbe insegnato." "Ma quindi ci sei riuscita?" "No, ovviamente. Perché tu eri troppo intento a dormire." "Potevi svegliarmi." Zelda gonfiò le guance: "E l'ho fatto." Scosse divertito il capo e si alzò. "Va bene, va bene. Ora ti mostro." La attirò a sé e le rubò un bacio.

La luna brillava candida sopra le guglie del castello, la sua luce polverosa filtrava tra le tende. Bussò piano alla sua porta. "Sai che non ti è permesso vedermi prima di domani!" "Oh, lo so, Zelda. Volevo solo sapere come stai." "Non riesco a dormire..." "Nemmeno io. Agitata?" "Molto." "Più o meno di quando abbiamo sconfitto la Calamità?" "Di più." Ridacchiò: "Esagerata!" "Non prendermi in giro!" "Non oserei mai." "Cretino." La sentì sospirare esasperata. "Come farò a sopportarti per tutta la vita?" "Mi ami troppo per non sopportarmi." Un lungo istante di silenzio. "Tu sei agitato?" "Da morire" fu il suo bisbiglio.

Note dell'autrice
Lo so, è un finale buttato giù di getto, non è perfetto e forse nemmeno bello (ho molta stima di me stessa, lo so). Non scrivo da un bel po' di tempo (più o meno dall'ultimo capitolo di questa serie; diciamo che oltre alla poca ispirazione avevo, e ho purtroppo, problemi personali), ma volevo concludere questa storia, anche per rispetto verso chi era interessato.
Forse, pensandoci, alla fine questo è il finale giusto: anche questa fanfiction è stata buttata giù di getto e non è perfetta. Quindi almeno sono rimasta sulla stessa linea di azione, no?
Vi invito a lasciarmi un commento su cosa vi sia piaciuto o meno e vi ringrazio per essere rimasti con me fino ad ora. 
Giughi10

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