Capitolo 4

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"Quando arriverà Link?" "Presto fratellino, insieme alla delegazione della principessa Zelda." "Evviva! Potrò giocare con lui!" Mipha gli sorrise, mentre stringeva preoccupata il tridente Scagliadiluce. Sapeva perfettamente il motivo di quella visita: volevano chiederle di diventare la custode di Vah Ruta, il gigantesco Colosso che riposava tra le cascate del loro regno. Le piaceva quella bestia di pietra e magia, dalle curve imponenti ma morbide. Ne poteva percepire la forza catalizzata dalla gentilezza, come l'acqua che leviga con pazienza i ciottoli dei fiumi. Aveva accettato da tempo il prezzo di quell'incarico, senza che nessuno potesse vedere quanto dolorosa la scelta fosse stata. "Sorellona? Tutto bene?" "Certo, Sidon. Stavo pensando a Link: mi è mancato tanto quanto a te, sai?" E solleticò gentilmente il piccolo sul collo, facendolo ridacchiare. Si chiese se il suo fratellino l'avrebbe mai perdonata.

Link riusciva a malapena a trattenere un sorriso. Il percorso verso la città degli Zora risaliva il placido sentiero del fiume e anche quando se ne distaccava si continuava a sentirne il gorgogliare leggero. I suoi piedi procedevano leggeri, appena davanti alla principessa. I suoi sensi non smettevano di catturare ogni possibile traccia di pericolo, ma il suo animo volava indietro di anni, quando sulle spalle di suo padre aveva visto per la prima volta quei luoghi. Ricordava il fascino delle costruzioni in lumiserite degli Zora: di giorno di un profondo grigio bluastro e di notte splendenti di una quieta luce azzurrina. Era rimasto in quel piccolo regno per poco meno di un anno e aveva imparato a conoscere la cultura di quel popolo così legato all'acqua. Ne apprezzava la calma che caratterizzava le loro vite, lunghe come lo è il tragitto di un fiume dal ghiacciaio al mare, aveva compreso il loro legame con la luna, il cui chiarore faceva rilucere i laghi, un'entità ciclica come le loro danze, sinuose piroette tra le onde. Ma ciò che lo aveva colpito di più era stata la sua mentore, la principessa Mipha. Il suo corpo minuto nascondeva nella grazia una forza d'animo impressionante: aveva sempre una parola gentile per chiunque fosse in difficoltà e si prodigava per risolvere i problemi di chi le si rivolgeva. Era rimasto affascinato dal sorriso che gli aveva rivolto fin dal primo momento, da come le sue braccia lo avessero sorretto mentre insegnava a nuotare sia a lui che al principino Sidon. Allungò appena il passo e vide le eleganti forme del ponte che conduceva al villaggio. Aspettò il resto del gruppo e osservò la meraviglia nel volto di Zelda. "Di notte, principessa, è ancora più bello. Lo vedrete." Pensò con gentilezza, mentre la seguiva sopra la struttura. Sulla sponda opposta, dove la città prendeva forma, li aspettava la famiglia reale: il gigantesco re Dorefan e i suoi due figli. Sorrise vedendo Sidon scalpitare, entusiasta e impaziente di giocare con Link e Mipha posargli una mano sulla spalla, trattenendolo con tenerezza. 

"Sei diventato grandissimo! Come farò a giocare con te!" "Oh, ma posso ancora giocare con te, Sidon!" Lo afferrò per la vita e lo sollevò roteando, mentre il piccolo rideva. Link gli solleticò la pancia con il naso, facendolo dimenare come un pesciolino. "Ora andiamo a nuotare nel Bacino Idrico Orientale, d'accordo? Aspettiamo solo tua sorella, così andiamo tutti insieme." "Certo!" E sfoderò il suo enorme sorriso.  Non dovettero attendere molto, prima che Mipha li raggiungesse e si avviasse con loro. Mentre Sidon trotterellava davanti a loro, tuffandosi in qualche piccolo stagno, Link si rivolse alla ragazza: "Allora, come è andata?" "Oh, lo sai... Mi hanno fatto la proposta ma mio padre ha voluto lasciarmi del tempo per pensare." "Come se tu non lo avessi già fatto, giusto?" "Giusto. È la cosa migliore per tutti casomai... lo sai." "Lo so. E credo che tuo padre voglia solo proteggerti perché ti vuole bene." "Ne sono certa, ma anch'io devo proteggere qualcuno a cui tengo." Link rivolse un'occhiata al piccolo e sorrise. "Avremo comunque più tempo da passare insieme, noi tre." "Hai ragione, e faremo in modo di godercelo appieno!" Lo prese per mano e corse fino al bacino, dove si tuffò elegantemente. Sidon la seguì, raccogliendo le ginocchia al petto. Link si liberò delle armi, della tunica e degli stivali e si gettò in acqua. Il piccolo gli si sistemò sulle spalle e spronò il suo personale destriero marino a raggiungere la sorella, che sorrideva divertita qualche metro più in là. Raggiuntala Sidon si immerse e schizzò il giovane, ridendo. Link acciuffò in un goffo tuffo il piccolo: "Che birbante che sei! Ora ti mangio!" E aveva iniziato a soffiare contro il suo pancino, tenendolo saldamente quando cercò di liberarsi. "Ehi, solo io posso tormentare Sidon!" I due vennero colpiti da una lieve onda sollevata dalla principessa. Giocarono per buona parte della mattina: Mipha dimenticò brevemente tutti i pensieri che l'avevano tormentata fino a poco prima. 
Quella sera, dopo cena, Link seguì nuovamente Mipha al Bacino: si sedettero sul bordo della diga, osservando il panorama incantato sotto la luce della luna. "È così strano: sembri identico a quando eri un bambino ma allo stesso tempo sei totalmente diverso." "Mentre tu sei rimasta sempre la stessa, Mipha." "Sai che non parlo di questo. Oggi eri felice e ci siamo divertiti tantissimo, ma a cena eri così silenzioso e... e serio." "Questo è il prezzo che ho pagato per adempiere al mio destino." "Perdere le tue emozioni credi sia stato accettabile?" "Non le ho perse. Ma le devo controllare." "Non sempre." "Ma dovrei." "Per me è meglio che tu non lo faccia." "Mi deconcentrano e ho bisogno di essere sempre all'erta per poter proteggere la principessa e Hyrule." "Non dovresti mentirmi: quando lo fai la punta delle orecchie ti diventa rossa." Si toccò un orecchio e arrossì: "Non è tutta una bugia. Mi hanno addestrato così ma... Effettivamente il silenzio era necessario solo durante i combattimenti e le situazioni più pericolose, non anche per tutto il resto." La ragazza gli sfiorò una mano. "È difficile farsi degli amici quando... Quando sei il figlio di un generale, quando diventi il migliore spadaccino del regno per chissà quale talento innato e addirittura il cavaliere con la spada che esorcizza il male. Era molto più semplice farsi rispettare se agivo come volevano i miei titoli, ufficiali e non, che come loro pari. Anche se avrei tanto voluto che mi volessero bene, non solo che mi ammirassero." "Ti capisco." "Mipha, come?" La Zora si lasciò cadere indietro, scivolando in acqua e trascinando Link con sé. Lo portò al centro del lago, dove l'astro si rifletteva. "Caro Link, i miei sudditi sanno che il mio animo è caritatevole, ma molti hanno provato sulla loro pelle che era meglio non prendermi in giro. Tu hai fatto vedere solo il cavaliere, il guerriero. Dovresti far vedere loro il ragazzo che sa ridere e ballare, che canta improvvisando testi stupidi e che adora mangiare." "E se mi ritenessero fuori luogo? Non ho mai partecipato ai loro divertimenti, se iniziassi potrebbero anche considerarmi ipocrita." "Io credo che dovresti provare ad avvicinarti pian piano. Intanto cucina con loro sperimentando le ricette più folli, commenta se parlano di una qualche esperienza che avete condiviso, se iniziano a cantare proponiti per accennare qualche rima. Pian piano vedrai che andrà meglio." "Non so se ne sarò capace." Gli carezzò una guancia: "Sei capace di tutto, ne sono sicura." 

Nota di Autrice
Credo di aver reso Mipha meno timida di quanto sia in realtà... Spero però di averla comunque resa il più fedele possibile. 

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