2. Perso tra un libro e un tiro di tabacco

156 42 38
                                    

"Leggere con la musica in sottofondo"

Arrivata in accademia in orario, come ogni mattina mi limitai a guardare la folla avanzare al suo interno e ad osservare qual grande palazzo dai grandi vetri oscurati con l'enorme scritta "MUAccademy", e subito difronte l'università di filosofa, due istituti davvero diversi tra di loro, ma il presiede era lo stesso quindi condividevano davvero tanto dalle assemblee agli open day.

Prima di entrare io e le miei amiche ci prendevamo una piccola pausa sigaretta e ovviamente seconda colazione al nostro bar di fiducia, ormai la tappa al Bar era fissa, e il tavolino in fondo a destra quasi portava il nostro nome, già dal primo giorno, ci limitavamo ad osservare i ragazzi dell'istituto di fronte,subito dopo correvamo nelle nostre rispettive aule.

Le aule dell'accademia erano enormi, con grandi banchi ed immensi specchi ricoperti di luci, sulle pareti vari quadri, che raffiguravano le varie tecniche di makeup, e grandi sedie da regista.

Mi ero iscritta in quest'accademia perché il trucco era sempre stata la mia passione fin da bambina, mia madre vedendomi truccare le mie bambole, era convinta fin da subito su cosa volessi fare una volta diventata "grande".
In famiglia eravamo solo io e mia madre, mio padre mi lasciò da piccola, non si era mai preoccupato per me, ma nonostante ciò mia madre era sempre al mio fianco, lei era un solo genitore ma faceva per due.
Era la mia grande donna il mio sole.
Litigavamo spesso e forse ogni anno che passavo fuori casa, ero sempre più distante da lei, ma il rapporto che avevo con lei anche se non legatissimo era sincero.

Il tempo di arrivare in classe notai il prof di morfologia, già seduto in aula a spiegare, il prof. Angel era un uomo dai lunghi capelli grigi e dallo sguardo severo, anche se buffo in alcune sue espressioni, prof Angel con la sua voce rauca iniziò a spiegare le varie micologie di volto, la lezione era davvero interessante anche se con la sua voce quasi faceva addormentare tutte, ma essendo uno delle mie materie preferite cercavo di rimanere più attenta possibile, nel frattempo in sottofondo la sua lezione, e la mia penna che scriveva sul mio quaderno degli appunti.
"-Allora ragazze ognuna di noi ha  varie morfologie, per precisare sono quattro pure e poi ci sono quelle di mezzo, ovviamente non ve le dirò, preferisco che facciate una bella ricerca, così da iniziare alla grande la settimana, ricordate siete qui per diventare professioniste non per fare altro, come spettegolare o fare baldoria."

Il discorso del prof era interessante quanto noioso, causato come già detto dal suo tono di voce, lento e rauco.
I miei appunti presi sempre in modo sistemato e colorati, giravano per tutta la classe, si ero una secchiona e sinceramente non me ne vergognavo per niente, ansi me andavo fiera.

Dopo l'ora passata con il prof Angel, al suono della campanella, era arrivata l'ora della prof Megghie, lei insegnava makeup teatrale, la materia che probabilmente preferivo di meno, non sono mai stata amante delle cose vintage, preferivo il moderno, ma il programma lo richiedeva quindi mi sarei sacrificata.
La prof era una donna sulla quarantina, molto alta davvero alta, snella e con capelli a caschetto castani, con un carattere gentile, è sempre pronta ad aiutare in caso di bisogno, sembra una cosa scontata ma dalle voci che giravano nell' Accademia non tutti erano come lei.
L'aula teatrale era quella che preferivo, a differenza della materia, aula piccola ma piena di contenuti, libri e fotografie da cui prendere tanta ispirazione ovviamente specchi e sedie da regista, tutto rigorosamente sui toni del cupo e teatrale.

Dopo le ore di pratica prime di riprendere con la lezione, era arrivato il momento di svago, della così detta ricreazione, momento di relax dove potevano incontrare anche i ragazzi dell'università accanto, in una sorta di spiazzale comune, la ricreazione era di circa quaranta minutiate abbastanza lunga per fare qualsiasi comodo che volevano, pausa pranzo, pausa sigaretta, pausa bagno.

Avendo molto tempo a disposizione io e Kiara ci dirigemmo verso il bar di fiducia, mentre Vivian è Ilary rimasero nell'atrio a parlare del più e del meno, diciamo che non erano due ingorde come noi,
Puntammo nel prendere, panini e pizze per tutte, perché una volta arrivate sapevo già che avrebbero chiesto un pezzo.
Mentre attendavamo il nostro turno, non potetti non notare, accanto alla colonna portante del bar, una figura al dir poco carina, un ragazzo chinato a leggere il suo libro concentrato e con la sigaretta tra le mani, il fumo che usciva quasi dalle pagine, il suo stile era molto casual, jeans neri, t-shirt dello stesso colore, giacca di pelle, è un buffo cappello grigio con una grande "J" tappezzata sopra, a forma di corona, un cappello mai visto prima.
Mentre ero persa nel fissare quella figura i suoi occhi per caso incontrano i miei, occhi color smeraldo, verdi come un diamante luminoso, in contrasto con il rossore attorno agli occhi, causato dal fumo.

Lui fisso verso la mia direzione non distaccava lo sguardo quasi come una sfida.
Mentre il ragazzo mi fissava attorno a me tutto stava sparendo piano piano, come se stessi vivendo un film, le persone iniziarono a sparire e le voci quasi scomparire nel nulla, stavo iniziando a sentire caldo, è chiusa in una bolla, dove c'ero solo io e quella figura dinanzi a me.

Dopo qualche secondo tolse lo sguardo e punto nuovamente il suo viso sul suo libro, facendo travedere un piccolo sorriso quasi malizioso.
A quel sorriso i miei piedi iniziarono di nuovo a toccare terra e dentro di me una sensazione mai provata prima.
Trascinata da Kiara presi le pizze pagai e corsi via, quasi con il cuore a mille.

Nel tragitto di ritorno neanche due passi il mio cervello, si era quasi bloccato sull'immagine del ragazzo, il mio cervello era in stand by.
Durante tutta la pausa, non feci altro che pensare al ragazzo, al suo libro, al fumo che lo circondava e al suo cappello strambo, perfino durante la lezione, non riuscivo più a stare attenta, cosa che non era da me, qualcosa dentro di me stava accadendo, quella sedazione mai provata, stava mandando tutto il mio corpo, cervello e il mio cuore in palla.
Cercai di non farmi notare dalle altre per non farmi fare mille domande, non tanto per le domande stesse ma perché non avevo risposto a quelle domande, non mi capacitavo del fatto che senza un contatto visivo, verbale o fisico stavo provando tutte quelle cose, sicuro avrebbero pensato che stavo diventando pazza, e che avevo bisogno di un psicologo, forse ne avevo bisogno davvero.

Una volta finite le lezioni di teatro era arrivata l'ultima ora, quella di shooting moda, dove per fortuna il prof. Manuel non spiegó ma ci lasció come un'ora di svago, durante quest'ora immersa tra i vari pensieri, iniziai a fare la ricerca del prof, Angel, così da anticiparmi il compito, e recuperare il tempo magari facendo alto in dormitorio, come ad esempio leggere un libro, guardare una serie, oppure dormire, amavo dormire.

Finite tutte le ore, ci riunimmo tutte all'entrata e insieme ci dirigemmo sull'autobus che ci avrebbe riportato in dormitorio, come ci avrebbe aspettato un pranzo delizioso, ironia ovviamente, il cibo non era un granché ma in qualche modo dovevamo vivere.
Arrivate ognuna si fece il suo vassoio e sedute a mangiare, iniziammo a chiacchierare.

"Spero che la storia fin qui vi stia piacendo, ovviamente molte cose non sono espresse, perché ho intenzione di scrivere davvero un bel libro da portare sempre con voi, magari farlo diventare il vostro libro preferito, da consigliare alle vostre amiche. ❤️"
••••••••••••••••••••••••••••••••••••

Via di qua...🤍🏹J&MDove le storie prendono vita. Scoprilo ora