[3] - La leggenda - parte 2

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Alla fine, Saito lasciò la sala da pranzo senza aver mangiato.

Non sarei dovuto essere così cattivo... ma era tardi per pentirsi.

"Ahh, sono affamato... Dannazione..." Tenendosi lo stomaco, mise una mano sul muro.

"È successo qualcosa?"

Si guardò in torno e vide una ragazza con un vestito da cameriera con tra le mani un grande vassoio d'argento, che lo guardava intensamente. Portava un cerchietto sui corti capelli neri, e le sue lentiggini erano carine.

"Non è nulla..." Saito dissimulò con la mano sinistra.

"Sei quello che è diventato il famiglio di Miss Vallière...?" Sembrava avesse notato le rune sulla mano sinistra del ragazzo.

"Sai chi sono?"

"Diciamo. Ne parlano tutti, sai, che un popolano è stato evocato con la magia." La ragazza sorrise gentile. Era il primo sorriso spensierato che Saito vedeva da quando era in quel mondo.

"Anche tu sei una maga?"

"Oh no, io no. Sono una popolana, proprio come te. Sono qui per servire la nobiltà e fare le faccende domestiche."

Io vengo dalla Terra, non sono un popolano. Ma probabilmente è inutile spiegarlo. Quindi decise di presentarsi. "Capisco... Beh, io sono Hiraga Saito. È un piacere conoscerti."

"Che strano nome... Io sono Siesta."

A quel punto, lo stomaco di Saito brontolò.

"Devi essere affamato."

"Sì..."

"Seguimi."

Siesta iniziò a camminare.

***

Saito seguì Siesta fino alla cucina, nel retro della sala da pranzo. Tantissime pentole immense e altrettanti fornelli erano allineati nella sala. I cuochi e altre cameriere come Siesta erano impegnati a preparare del cibo.

"Aspetta un attimo, okay?"

Siesta fece sedere Saito su un angolo del bancone della cucina e scomparve velocemente nella parte posteriore.

Ritornò poco dopo con un piatto pieno di stufato fumante tra le mani.

"È un po' di stufato avanzato dal pranzo dei nobili. Se non ti scoccia che siano avanzi, mangialo."

"Posso davvero?"

"Sì. È solo qualche avanzo ma..."

La sua gentilezza era disarmante. Era completamente diversa dalla zuppa che gli aveva dato Louise. Ne prese una grande cucchiaiata e la portò alla bocca. È così buona che potrei piangere.

 È così buona che potrei piangere

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"È così buono!"

"Sono felice. C'è ne ancora se vuoi fare il bis, quindi fai con calma."

Saito mangiò lo stufato felice come un bambino. Siesta lo guardava con un dolce sorriso sulle labbra.

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