[2] Louise la Zero - parte 2

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La sala da pranzo dell'Accademia di Magia era la stanza più alta e centrale di tutto l'edificio. All'interno, tre lunghissimi tavoli erano sistemati tutti paralleli. Sembrava ci stessero facilmente cento persone. Il tavolo dove sedevano Louise e tutti i ragazzi del secondo anno era quello centrale. Sembrava che gli studenti potessero essere riconoscibili dal colore del loro mantello. Guardando dall'ingresso, tutti quelli seduti nel tavolo sulla sinistra sembravano un po' più vecchi ed indossavano un mantello viola; il terzo anno. Gli studenti seduti nel tavolo sulla destra indossavano invece dei mantelli marroni; il primo anno.

Sembra siano divisi per anno tramite i colori, pensò Saito.

Ogni singolo mago presente nella scuola, era indifferente che fossero studenti o professori, si recavano lì per la colazione, il pranzo e la cena. Su un soppalco poteva infatti vedere i professori che chiacchieravano allegramente. Tutti i tavoli erano riccamente decorati. Numerose candele, vasi di fiori, cesti di frutta...

La bocca di Saito si spalancò alla vista della magnificenza della sala da pranzo. Louise alzò orgogliosamente la testa iniziando a spiegare. I suoi occhi color nocciola brillavano maliziosi.

"L'accademia della Magia di Tristain non insegna solo magia, sai?"

"Giusto..."

"Quasi tutti i maghi sono nobili. Il detto 'I nobili diventano tali imparando a gestire la magia' è il fondamento dell'educazione che riceviamo come nobili. Così, le nostre sale da pranzo devono sprizzare nobiltà da tutti i pori."

"Okay..."

"Capisci? Normalmente, un popolano come te non potrebbe mettere piede nella sala da pranzo di Alvìss. Sii grato."

"Certo... Ehi, cosa è un 'Alvìss'?"

"È il nome per i nani. Vedi tutte quelle statue laggiù?"

Dove stava indicando, vi erano lungo tutto il muro delle sculture elaborate di piccole persone.

"Sono fatti bene. Ehi, queste cose non... ecco... prendono vita durante la notte o cose del genere, vero?"

"Oh, come fai a saperlo?"

"Lo fanno davvero?!"

"Beh, danzano. È abbastanza. Devi sistemarmi la sedia, no? Non sei un famiglio competente," rimarcò Louise, incrociando le braccia e inclinando la testa, cosa che fece arricciare i suoi capelli biondo fragola.

Oh beh, prima le signore. Saito tirò indietro la sedia di Louise.

Louise non pensò minimamente di ringraziarlo come si sedette. Saito prese un'altra sedia per potersi sedere.

"È fantastico!" piagnucolò felice Saito. Era fin troppo spettacolare per una colazione. Un enorme pollo arrosto stupì Saito. E oltre a quello, vi era vino e una torta a forma di trota.

"Non posso mangiare tutta questa roba! Potrei morire! Ehi, padrona!" picchiettò sulla spalla di Louise, solo per ricevere una sua occhiataccia. "Cosa c'è?" chiese Saito dubbioso. Louise mantenne lo sguardo fisso. "Va bene, lo farò da me. Dovrei comportarmi anche io come un nobile, anche se non lo sono."

Louise indicò il pavimento dove vi era una ciotola.

"È una ciotola."

"Sì. Esatto."

"C'è qualcosa di strano dentro."

Louise appoggiò il viso sulla mano "Sai, i famigli dovrebbero stare fuori. Tu sei qui solo perché l'ho richiesto."

Ed ecco che Saito si trovò seduto sul pavimento, guardando dubbioso la ciotola che vi era di fronte a lui. C'era dentro qualche scarto di carne che galleggiava in della zuppa. In un angolo c'era un pezzo di pane che sembrava vecchio di qualche giorno.

Zero no TsukaimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora