L'Esplosione

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«Grazie e arrivederci"» disse la commessa.
Mauro prese il piccolo contenitore e lo mise nella tasca interna del giubbotto.
Sperava che Noemi fosse felice del regalo che le aveva preso: un paio di orecchini di perla per il loro decimo anniversario, che avrebbero festeggiato di lì a due giorni.

Camminò lungo le vetrine del grande centro commerciale, che si trovava quasi in centro città, dove lavorava come giornalista.
Aveva da poco staccato dal lavoro e aveva fatto quella piacevole deviazione per comprare gli orecchini alla moglie.
Essendo venerdì, il centro commerciale era pieno di gente: chi per fare acquisti, chi per mangiare qualcosa nei diversi punti di ristoro e chi per vedere un film nella multisala interna.

Ormai erano le cinque e trenta del pomeriggio e decise di avviarsi verso casa, visto che con la famiglia viveva in un piccolo centro a trenta chilometri dalla città e, con il traffico di quell'orario, difficilmente sarebbe arrivato prima di quaranta minuti.

Osservò una coppia che teneva per mano un bambino di circa tre anni che gli ricordò molto Samuele, suo figlio, quando era più piccolo.
Stava riflettendo su quanto il tempo passi in fretta, quando si ritrovò scaraventato nel seminterrato, lungo le scale mobili.

«Ma cosa?» Esclamò tossendo. Si mise a sedere, confuso, e constatò che seppur un po' ammaccato, non aveva niente di rotto.
Guardò verso l'alto, calcolando la lunghezza del volo che aveva fatto.
Cos'era successo? Cosa lo aveva scaraventato lì?
Sentì delle urla arrivare dal centro commerciale ma non riusciva a capire cosa dicessero, quale fosse la causa di quel terrore.
Ripensò alla famiglia vista poco prima e un po' titubante, decise di risalire le scale, ormai ferme, per controllare la situazione.

Un uomo lo urtò, scendendo le scale di corsa.
«Amico, che diavolo stai facendo? Ti conviene prendere la tua auto e scappare!»
Mauro lo vide presto scomparire dietro la porta che dava sul parcheggio sotterraneo.
Altre persone scesero le scale di corsa, quasi buttandolo di nuovo a terra.
Notò, che fra queste, c'erano anche il bimbo che somigliava a Samuele, con il padre. Della madre non c'era traccia.
Era tentato di girare sui tacchi e tornare a casa, ma la mentalità da giornalista prese il sopravvento e decise di tornare, con cautela, nel centro commerciale.

Fece capolino dalla tromba delle scale.
C'erano pezzi di vetro e calcinacci ovunque sul pavimento; doveva esserci stata una forte esplosione.
Alcuni corpi giacevano a terra privi sensi o, forse, privi di vita.
Mauro voleva capirne di più e, camminando carponi, si nascose dietro un grosso vaso di fiori.
Vide un gruppo di persone in piedi, ma non riusciva a metterle bene a fuoco, la luce proveniente dall'esterno alle loro spalle, non gli permetteva una buona visione.
«Cosa volete? Cosa volete da noi?» Continuava a ripetere una voce maschile.
Una donna piangeva.
Due persone si staccarono dal gruppo e si avvicinarono alla zona dove si trovava lui.
Si appiattì ancora di più contro il vaso.
Lì udì parlare in un idioma sconosciuto. Mauro parlava correntemente quattro lingue e aveva un'infarinatura di altri idiomi, ma questo non somigliava a niente che avesse mai udito prima.

Notò che molte persone si erano nascoste tra gli scaffali dei negozi. Una donna corse fuori da un negozio di borse tentando, invano, di raggiungere le scale. Un raggiò bluastro la colpì e la paralizzò. Sembrava diventata un'automa. Si girò verso i suoi aggressori che la raggiunsero.

Fu allora che li vide.
Avevano un aspetto umanoide ma non sembravano di questo mondo.
I due soggetti, di apparente sesso maschile, avevano teste leggermente appuntite e i capelli biondi, quasi bianchi, lunghi fino alle spalle. Erano sottilissimi, quasi crespi. Le orecchie erano molto grandi così come gli occhi, distanti, obliqui, caratterizzati da un'iride blu molto grande. Il naso e la bocca invece erano piuttosto piccoli rispetto alla grandezza del volto.
Indossavano una sorta di uniforme argentata sulla pelle pallida, quasi bluastra.

La strada di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora