"Sta andando verso casa tua" affermò Noemi, rivolta al padre.
Alberto rimase in silenzio, concentrato, cercando di carpire ogni minimo particolare da quelle silenziose inquadrature. Teneva le mani incrociate sotto il naso, assorto.
Non voleva far trapelare alla figlia che anche lui era perplesso per ciò a cui avevano appena assistito.Noemi era irrequieta: voleva trovarsi col marito faccia a faccia, non ne poteva più. Per quasi due giorni era rimasta sospesa in quel limbo, senza sapere dove fosse e, ora che era lì in carne e ossa, seppur in pericolosa compagnia, sentiva il bisogno di vederlo coi suoi occhi e non attraverso la lente di una videocamera di sorveglianza.
Si torceva le mani, nervosa, indecisa sul da farsi.Nel frattempo, Mauro era giunto a casa del suocero, trovando la porta scassinata.
I due accompagnatori gli dissero che, essendo quella la casa del Sindaco, era stata accuratamente perquisita.
"Diversi anni fa, un abitante di questi posti è stato prelevato da una nostra nave e sottoposto ad alcuni esperimenti. Ci è stato raccontato, non lo abbiamo vissuto in prima persona. Allora ci trovavamo da tutt'altra parte."
"Gigi..." collegò subito il giornalista, constatando che il matto del paese era sempre stato l'unico a sapere la verità.
"Ne abbiamo prelevati tanti, nel corso degli ultimi cent'anni. I vostri governanti ce lo hanno permesso in cambio di tecnologia. A noi serviva per capire se foste adatti ai lavori di cui necessitiamo, ma anche per migliorare il nostro DNA" spiegarono con un po' di imbarazzo.
"Perché casa mia era chiusa a chiave?"
I due si guardarono, cercando di ricordare. "Dev'essere stata chiusa dopo: siamo entrati in ogni abitazione. Non siamo andati lì personalmente, ma quel che so per certo è che non ci premuriamo di chiudere a chiave le vostre case, dopo che vi abbiamo prelevati."
"Devono essere ancora qui" pensò Mauro a voce alta.Loni e Yal gli dissero che lo avrebbero aspettato all'esterno, per non destare sospetti in caso fossero arrivati altri dei loro: non potevano farsi vedere in compagnia di un umano libero e non volevano perdere un potenziale alleato fra gli umani.
Noemi vide il marito entrare nella villetta del padre, vicina al centro storico del paesino.
"Papà? Io vado! Hai detto che c'era un'entrata anche a casa tua: aprila!"
"Cosa? No, Noemi, non posso permettertelo, non posso metterti in pericolo!"
"C'è qualcosa che non quadra e voglio scoprire cosa. Solo guardando Mauro negli occhi saprò se è ancora dei nostri. Avanti, dimmi dove devo andare e apri!" gli ordinò, perentoria.
Non voleva perdere tempo, non poteva lasciare che Mauro se ne andasse.Il padre ci pensò su qualche secondo, che le parse infinito, poi annuì.
Le fece cenno di seguirlo fino a uno stretto corridoio, che sembrava finire in un vicolo cieco.
Sollevò un pannello metallico sotto cui stavano, ordinatamente in fila, un tastierino alfa-numerico e una serie di pulsanti.
"Fa attenzione, piccola mia."
"Se dovesse succedermi qualcosa, affido a te Samuele e Alice" gli disse, con occhi lucidi.
"Aspetta." Il padre si allontanò brevemente, tornando con una pistola. "So che non ne hai mai usata una, ma potrebbe esserti utile."
La abbracciò e poi digitò una serie di comandi sul tastierino.La parete di fronte a loro si aprì rivelando un angusto tunnel che si estendeva verso l'alto.
"Sali le scale. Poi digita 58890 sul tastierino che troverai sulla botola. Se tutto andrà per il verso giusto, fa in modo di farmelo capire attraverso una delle telecamere esterne, ti aprirò io."
Noemi si precipitò lungo i pioli di quella scala metallica che sporgeva dal muro, senza quasi finire di ascoltare le raccomandazioni del padre. Digitò il codice, prontamente memorizzato, e vide la botola aprirsi.Mauro sentì uno strano sibilo provenire dal vano scala. Allarmato, si diresse cautamente verso la fonte del rumore, brandendo un'arma aliena.
"Noemi!" gridò, sorpreso.
"Mauro."
La donna non gli saltò al collo come sperava, anzi, lo osservò cauta, timorosa. Sembrava sbucata dal nulla.
"Stai bene, grazie al cielo! Ero così preoccupato per voi... i ragazzi?" chiese con voce tremante, notando che non erano con lei.
"I ragazzi sono al sicuro" rispose glaciale.
![](https://img.wattpad.com/cover/259743364-288-k956109.jpg)
STAI LEGGENDO
La strada di casa
Science FictionSembrava una giornata come tante. Durante un giro al centro commerciale dopo il lavoro, per comprare un regalo alla moglie, Mauro si ritrova scaraventato a terra, dopo un'esplosione. Cos'è successo? La sua famiglia sta bene? Quella strada, percorsa...