Realtà Nascoste

37 6 24
                                    

Alberto posò il telefono sulla scrivania e, con un'espressione greve, annunciò: «Direi che è giunto il momento di attuare il piano di emergenza.»

Quale piano? Per quale emergenza? Noemi lo guardava stupita.
Il padre cominciò a raccontare, mentre rovistava in un cassetto.
«Gigi non è così matto come tutti credono. Quasi nessuno lo prese sul serio ma, la sera in cui raccontò di esser stato rapito dagli alieni, io mi trovavo in campagna. A quei tempi ricordi che spesso uscivo a tarda serata, per una passeggiata? Quella sera vidi uno strano oggetto discoidale partire proprio da dove Gigi si trovava. Allora non potevo espormi troppo, Gigi era un alcolizzato che tutti ridicolizzavano. Ma, di nascosto, lo avvicinai. Insieme, contattammo esperti e studiosi del tema, senza farlo sapere in giro. Gigi, però, era rimasto troppo segnato dall'esperienza vissuta e la sua mente non ha retto.»

Noemi era incredula, ascoltava il bizzarro racconto del padre, stringendo a sé i figli. Non sapeva più a chi credere; suo padre credeva agli alieni? Lui, un uomo tanto serio e razionale?

«Papà, cosa stai dicendo? Non capisco!»
«Dico che sono arrivati e stanno invadendo il nostro mondo. Era previsto, solo non si sapeva quando. Ma non mi colgono impreparato. Seguitemi» ordinò alla famiglia, dirigendosi verso l'archivio comunale.
Spostò un pesante mobile di legno con non poca fatica. La figlia continuava ad osservarlo, esterrefatta.
Alberto strappò il linoleum che ricopriva il pavimento e scoprì un tastierino alfa-numerico. Vi digitò una sequenza di numeri e lettere poi, con enorme stupore di Noemi e dei bambini, si aprì una botola.

«Beh? Cosa state lì impalati? Seguitemi!» disse l'uomo agli spettatori increduli.

«Seguirti dove papà? Cosa stai facendo?» rispose Noemi innervosita. Sapeva che Alberto era un uomo con la testa sulle spalle, si era fidata di lui per più di trent'anni, ma quella situazione era a dir poco ridicola. L'unica cosa che voleva in quel momento era parlare con suo marito.

«Noemi, bambini, seguitemi, qua saremo al sicuro. Ve lo giuro su vostra nonna.»
Riluttanti. lo seguirono scendendo da un'angusta scala.

Davanti a loro si presentò un'altra porta blindata. Alberto digitò alcune cifre su uno schermo digitale.
«Ora è partito l'avviso, le persone che hanno creduto in me e Gigi sono state avvisate e si metteranno al sicuro con noi.»
La porta si spalancò ed entrarono.

Noemi era stupita; dopo un breve corridoio si apriva davanti a loro una grande stanza, perfettamente illuminata e dotata di schermi, computer e divani.
I bambini si lasciarono scappare un urletto di stupore.
Il nonno cominciò a spiegare di cosa si trattava, accompagnadoli nelle varie stanze.
«Questo è il nostro rifugio sotterraneo, a prova di alieno! O almeno così speriamo. L'abbiamo costruito nel corso degli anni ed è dotato di ogni ritrovato tecnologico. Può ospitare fino a sessanta persone, ci sono camere, camerate, angoli relax ma., soprattutto, ci sono scorte di viveri per molto tempo.»

Noemi era favorevolmente colpita dal luogo che il padre le stava mostrando, ma era ancora scettica su ciò che stava succedendo.
Prese il padre sottobraccio e si allontanò dai figli. «Papà, sei sicuro di questo attacco? E se fosse dell'altro? Magari sono solo guasti alle linee telefoniche.»
Alberto le rispose che ne era certo e che le avrebbe mostrato le prove.
Noemi acconsentì, ma disse al padre che prima aveva l'esigenza di parlare con Mauro.
«Purtroppo le linee telefoniche sono saltate e non so come mettermi in contatto con tuo marito. Vedrai che se la caverà; è un uomo in gamba. Ha già vissuto situazioni analoghe, troverà il modo di sopravvivere.»

Sopravvivere? La donna era profondamente angosciata. Mauro era il suo pilastro, il suo porto sicuro, e ora non sapeva dove si trovava, se stava bene. Forse lui sapeva cavarsela, ma lei? Aveva bisogno di lui!
Sentì la rabbia montarle dentro e si allontanò per dare uno, due, tre pugni ad un cuscino.
Cosa doveva fare? Suo padre li rassicurava dicendo che erano al sicuro. Ma senza Mauro non poteva sentirsi al sicuro da nessuna parte.

La strada di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora