60. "tengono a capa p sparì e recchie"

1.3K 37 3
                                    


Ginevra

"FORZA ALZATEVI NON ME LO FATE RIPETERE DUE VOLTEE" 

sta mattina è peggio del solito, le urla le avranno sentite fino a Margellina, non so perché sia così agitata
Liz: "Ginè adda venì cu me"
"è success coccos?"
Liz: "...si, fa mpress" dice agitata senza guardandomi negli occhi, e ora che cazzo è successo
Faccio un salto dal letto e in pochi minuti mi preparo, mi infilo una maglietta nera e dei leggins con una felpa leggera, oggi fa un pò freddo, e sotto i stivaletti
Liz: "aie fatt?"
"si jamm" dico preoccupandomi più di prima
"m ric che succer?" dico mentre la seguivo
Liz: "nun c la facc" dice con la voce tremante
"WE MA CHE RE?" urlo dall'ansia
Liz: "...tras" dice aprendo la porta dello studio della direttrice

Azzurra

"Nunzia bellaaaa"
Nunzia: "we e comm staje già in piedi tu"
"m è pigliat accussì"
 Nunzia: "a facc ru cazz, tengo notizie"
"buone?"
Nunzia: "è" mi dice sorridendo
"pozz ascì?" chiedo con gli occhi pieni di gioia e speranza
Nunzia: "prego" dice aprendo la cella
"maronnn" rispondo dandogli ripetuti baci sulla guancia
"si a chiù bella Nu"
Nunzia: "comm no, muovt" risponde ancora ridendo
"finalmente nu poc e libertà...p modo e dire eh"
Nunzia: "eh nun l'avmm recis nuoj che adda sta ca"
"e manc ij"
Nunzia: "no eh?" mi chiede ridendo
"no ja seriamente"
Nunzia: "e chi"
"nu scem ca m piacev, m ha miess na bustin e coca rint a bors"
Nunzia: "e al processo nun l'hai ritt?"
"no, ma tu pienzi che gente comm loro va a senti gente comm a me?"
Nunzia: "pecchè no?"
"ma quann mai, chill tengono a capa p spartì e recchie"
Nunzia: "vabbuò ja mo vai"
"grazie Nunzia" gli dico prima di entrare nel corridoio delle celle
Vado per il corridoio ed entro nella cella di Naditza e Silvia
"we weeee"
Silvia e Naditza: "ammooo" dicono correndo ad abbracciarmi
"comm state?"
Naditza: "nuoj buon tu?"
"buon"
Silvia: "stevem pienzann ca riman, ah no si uccupata" dice ridendo
"e vuoj che n sapit?..."  dico per poi capire
Silvia, Naditza ed io: "Ginevra"
Naditza: "vabbuò ja nun l'ha ritt p coccos e mal solo pecchè nun capivamo ù mutiv ca duvevi ascì p forz"
"vabbuò ja ma sit vuoj che me ne fott si o sapit"
Silvia: "accussì c piac" dice sorridendo
"vag rint a cella mij co chell'at pazz"
Naditza: "no amo nun sta rint a cella suoj"
"e aro sta?"
Silvia: "è iuta cu Liz, era assai preoccupata però"
"o ver?"
Naditza: "eh"
"speriamo niente di grave"
Silvia: "speramm ma nun crer"
"vabbuò ij vag a miett a posto e cos scinnim, facimm colazione, saluto Edoardo e poi sentimm sta cos e Ginevra vabbuò?"
Naditza: "vabbuon" risponde ridendo ed io esco accennando un sorriso
Questa cosa mi ha fatto preoccupare, Silvia è una tipa che pensa sempre al meglio e sentire queste parole da lei mi hanno fatto parecchio agitare, devo capire che succede
Metto le cose che avevo in isolamento sul tavolo e poi scendo con le altre a fare colazione

Ciro

stiamo facendo colazione come ogni mattina, ma oggi mi sento qualcosa che non va, un brutto presentimento, poi dopo la litigata di ieri, mi ha detto l'unica cosa che non doveva dire e per me le cose possono chiudersi qua
"Linù vag a ù cess" gli dico avviandomi e non aspettando la sua risposta
Vado al bagno e prendo il telefono che tengo nascosto nelle scarpe, compongo il numero di mio fratello e comincio a far squillare, dopo qualche squillo risponde
"we piè"
Pietro: "we..."
"ma che tieni" dico già infastidito dal suo modo di parlare; mi spiega perché aveva quel tono e cosa era successo. Rimango immobile, era una delle poche cose che non avrei mai voluto sentire
"MA CHE CAZZ STA RICENN"
Pietro: "è turnat papà, c sentimm..." mi dice per poi attaccare
Non so che fare, sono sconvolto e la prima cosa che mi passa per la mente è lei, devo trovarla 

Ginevra

"m vulet ric che succer?" dico agitata vedendo la direttrice, Liz e il comandante con facce tristi
La direttrice è seduta sulla sua sedia, Liz si è appena seduta su un'altra sedia, quella del grande tavolo ed il comandante sta guardando fuori dalla finestra con le mani nelle tasche
Direttrice: "allora dobbiamo darti una notizia"
"riguarda Pinuccio?"
Comandante: "Pino è asciut, aier ha cercat e accirs ma ù chiattill l'ha salvato"
"oh maronn comm sta?" dico sempre molto agitata
Comandante: "buon ma l'avimm trasferit rint un istituto per riprendersi"
"e nun lo putimm vere chiù?"
Comandante: "no, per il momento no" mi dice molto freddo e in quel momento sento una lacrima uscire ma la asciugo subito, non mi piace farmi vedere debole soprattutto davanti a loro
"è chest a nutizia?"
Direttrice: "beh no, questo avremmo pensato che te lo avrebbero detto gli altri ragazzi ma ormai lo sai anche tu"
"e che m vulivat ric accussì impurtant?" dico nervosa 
Direttrice: "...da fuori ci è stato comunicato che poche ore fa tuo padre è stato coinvolto in una sparatoria e dopo una mezz'ora l'ospedale ci ha telefonati e..." mi dice tutta ad un fiato per poi interrompersi da sola. A queste parole non sento più il respiro, come se qualcuno mi bloccasse la gola così comincio a fare grandi respiri 
Direttrice: "...ci hanno comunicato che non ce l'ha fatta"

Azzurra

siamo tutti in cortile, vedo Edoardo da lontano e sto per andare da lui, o meglio sto per saltargli in braccio, siamo a pochi metri ormai
"NOOOOO" si sente una voce straziata che fa calare il silenzio, io riconosco quella voce, mi blocco e scambio un velocissimo sguardo con Ciro che era appena uscito dalla mensa correndo 
"Ginevra" dico per poi correre come mai prima d'ora per raggiungerla, corro per le scale e sento delle persone corrermi dietro ma non ci faccio caso e corro talmente veloce che me le lascio alle spalle. Arrivo davanti allo studio della direttrice e vedo al suo interno Liz seduta con le mani fra i capelli, la Direttrice che guarda in basso con le mani incrociate sul tavolo e il comandante che tiene lo sguardo basso come la direttrice e le mani ai lati del corpo; appena arrivo fuori la porta lei mi vede e si alza velocemente venendo verso di me, apre violentemente la porta, non con rabbia ma con disperazione, e si butta tra le mie braccia. Non dico nulla, ora parlare sarebbe inutile in queste condizioni, l'abbraccio forte a me come per darle la certezza che nonostante tutto io ci sarò sempre, vedo molti ragazzi ed alcune ragazze raggiungerci ma non ci faccio molto caso
Comandante: "forza guagliù turnat abbasc" dice a tutti i ragazzi sotto gli strazi di Ginevra
Io e lei torniamo in cella e la faccio stendere sul mio letto 
"che è succiess"
Ginevra: "HANNO ACCIS A PATM" dice continuando a singhiozzare quasi strillare
Cominciano a scendermi delle lacrime dal viso ma mi faccio forza per lei
"shh sh shhhhh, calma" gli dico portandola sulla mia spalla
Restiamo così per un po' poi si calma, resta a piangere ma in modo più silenzioso
"vag a piglià nu calmante, nu mument solo c miett vabbuò?" gli chiedo e lei mi fa segno di si con la testa



we,weee
diciamo che questo capitolo è un pò triste ma mi serve un collegamento per il dopo, poi capirete
è molto descrittiva la fine e questo mi piace  a voi?
fatemi sapere che ne pensante
<3<3

Quella Notte...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora