🎲Capitolo Tre - Un Dolore Nascosto.

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Rachel's Pov

Mi asciugo le lacrime e cerco di tornare in me.

Cazzo.
In questi lunghi anni, ho fatto di tutto per non pensare a lui.

Per stare bene senza di lui.

Non posso ridurmi di nuovo così e ritornare nel buio totale.

Non voglio tornare in quella strada lunga, buia e senza via d'uscita.

Non voglio tornare a soffocare durante la notte, per quel nodo al petto che mi ha lasciato.

Mi calmo.

Torno in macchina, attivo una playlist a caso e mi metto in marcia.

Ogni chilometro, un'immagine di me e lui.

Dio.
Sto guidando.

Non ora.

"Non mi fare questo", imploro alla mia mente, accelerando senza accorgermene

E ancora le immagini scorrono.

Lui in piedi, davanti alla scrivania color ciliegio che ondeggia sul corpo di quella squallida donna.

Lei urla il suo nome dal piacere.

Il "nome" del mio uomo.

Io ferma, davanti alla porta, a guardare il maestoso spettacolo che mi aveva preparato.

Come aveva potuto?
Diceva di amarmi.
Che ero la sua donna.
La sua vita.

Improvvisamente una macchina, suona ripetutamente il clacson e mi fa sobbalzare.

Freno di colpo.

Gli stavo andando addosso.

Tremo.

Respiro a fatica.

Per fortuna l'auto é andata via.

Apro il finestrino e respiro l'aria fresca che subito riempie i miei polmoni e mi fa sentire meglio.

"Rachel, calma", continuo a dire.

Questo è il risultato di un lungo dolore conservato nel profondo del cuore.
Un dolore nascosto davanti a tutti con sorriso e aneddoti divertenti.

Nessuno sa chi è la vera Rachel.

Il passato della vera Rachel.

Forse sono falsa quanto loro, lì dentro.

Ma non posso biasimare me stessa per questo.

Sono vittima in questa vita, per colpa dell'amore.

Ma esiste l'amore?

Accendo di nuovo l'auto e cerco di mantenere la mia lucidità fin al mio arrivo a casa.
Cerco di arrivare in camera mia, percorrendo la casa dall'altro lato.

Ha tantissime entrate ovviamente, per essere una casa di settecento metri.

Passo davanti allo studio di Dallas.

Sento due voci.

La sua, è quella più fastidiosa.

Sta ridendo?

Mi avvicino alla porta, provando ad origliare.

Poi cerco di guardare dalla serratura, con chi ha l'onore di ridere.

Intravedo un signore sulla sessantina.
Ma quel signore sembra averlo visto da qualche parte.

Ma certo..
Quello é il signor Vince.
L'ho visto qualche sera fa in un ufficio.

𝓐𝓭𝓻𝓮𝓷𝓪𝓵𝓲𝓷𝓪 (DISPONIBILE SU AMAZON )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora