©apitolo 2

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La giornata era passata abbastanza velocemente e Kageyama non aspettava altro di tornare a casa.
Diverse persone avevano tentato di avere una conversazione con lui, ma alla fine finiva che ottenevano risposte in malo modo dal sottoscritto.

Tobio non aveva la minima intenzione di fare amicizia, d'altronde non ne aveva bisogno.
Lui stava bene da solo, lui voleva stare da solo.

Una volta che la campana suonò, Tobio, prese lo zaino e uscì da quella rumorosa classe.
Istintivamente aveva preso il suo telefono, ma vedendo lo schermo spaccato si ricordò che esso era rotto.
Un sonoro sbuffo fuori uscì dalle sue labbra.

Mentre camminava immerso nei suoi pensieri, il ragazzo di quella mattina era proprio dietro di lui.
Si sentiva in colpa per avergli rotto il telefono e voleva assolutamente ripagarglielo.

-U-uhm ehy- balbettò.

Kageyama voltò lo sguardo verso di lui e, appena lo riconobbe, lo guardò male.

-Che cazzo vuoi?- chiese seccato.

-N-Nulla, volevo solo dirti che domani ti ridarò i soldi del telefono- spiegò spaventato.

-Non ce né bisogno- rispose Tobio per poi accelerare il passo.

-Invece si, te l'ho rotto io- insistette il più basso.

I due continuarono a discutere per molto tempo, ma alla fine Tobio si era arreso.

-Comunque piacere sono Hinata Shoyo- si presentò.

-Non mi interessa chi sei- disse freddo l'altro.

Hinata però rimase lì ad attendere la presentazione di quel ragazzo più alto di lui.
Quest'ultimo sbuffò.
-Kageyama Tobio- disse per poi voltare l'angolo.

Purtroppo il piccolo Shoyo non doveva andare da quella parte.
-A domani K-Kageyama- disse montando in sella alla sua bici, per poi pedalare e sparire dalla vista di Tobio.

'A domani un corno' pensò irritato l'ex alzatore.

In breve tempo entrambi erano arrivati nelle proprie abitazioni e dalla propria famiglia.
La madre di Kageyama salutò con allegria suo figlio mentre stava iniziando a preparare la cena.
Una volta ricambiato il saluto, Tobio, si era precipitato nella vasca da bagno.
Non c'era nulla di migliore nel stare a galla in una vasca di acqua calda e profumata.

Nel frattempo il piccolo Hinata stava giocando con la sua sorellina Natsou.

-Shoyo hai preso le medicine?- chiese la madre interrompendoli.

-Uhm no, ora le prendo- disse alzandosi in piedi.

-Shoyo io ti aspetto qui- disse allegramente la sorellina e il fratello annuì.

Hinata si sedette nel divano e prese una pastiglia, poi la madre gli passò l'aerosol.
Tutto questo andava avanti da sempre.

Purtroppo Hinata era nato con una malattia piuttosto grave: la fibrosi cistica.
Fortunatamente con delle nuove cure aveva la possibilità di raggiungere l'età adulta e con un trapianto poteva vivere cinque anni senza troppi problemi.

Il medico però aveva riferito che non era urgente, i polmoni di Hinata erano abbastanza forti grazie alle medicine e alle diverse cure.
In questo periodo la malattia non gli stava dando nessun problema, riusciva anche a respirare senza la macchina.

Nessuno, oltre alla sua famiglia, era a conoscenza della malattia.
Era stata una decisione di Hinata, non voleva vivere la sua breve vita visto dagli altri come uno malato e debole.
Non era difficile tenerlo nascosto, dato che questa malattia non causava nulla all'aspetto esteriore; non per nulla era anche chiamata 'la malattia invisibile'.
In più poteva fare tutte le cose quotidiane tranquillamente, anche lo sport non era un problema.
Anzi gli era consigliato di fare sport, dato che aiutava nella funzione respiratoria.

Una volta finita la cura giornaliera era già ora di cena.

-Shoyo, io ti stavo aspettando- borbottò offesa Natsou.

-Scusami, ci è voluto più del previsto- gli scompigliò i capelli.

La sorellina sorrise e si sedette a tavola, raggiunta subito dopo dal fratello.

-Come è andata oggi?- chiese la madre.

-Bene bene, domani pomeriggio andrò al corso di pallavolo- spiegò il figlio.

-Oh ci sono già i corsi?- domandò sottovoce, come se stesse parlando più a se stessa, la madre.

-Si, non vedo l'ora di iniziare- esultò Shoyo, facendo ridacchiare tutti.

Il resto della cena nella famiglia Hinata era passata molto allegramente, ma anche in quella Kageyama c'era una certa allegria.

-Quindi domani rivedrai quel ragazzo?- chiese curiosa la madre di Tobio.

-Purtroppo sì, ho cercato di dirgli che i soldi non erano un problema, ma quel ragazzo è davvero testardo- si lamentò il figlio.

-Ha insistito nonostante le tue solite risposte scorbutiche?- chiese sorpresa ricevendo un'affermazione da parte di Tobio.

La madre sorrise e ridacchiò appena.

-Che cosa ci trovi di divertente?- chiese seccato il figlio.

-Oh niente, niente- rispose lei per poi tornare a mangiare.



































Angolo scleretico

Hi guyss

Scusate il capitolo corto, ma sono solo i primi capitoli :')
Presto saranno più lunghi

Comunque spero vi sia piaciuto questo capitolo e anche il segreto che tiene il piccolo raggio di sole :3
Scusate i probabili errori grammaticali =.="

E niente

Se volete supportarmi lasciate un commentino o una ☆ se vi è piaciuto il capitolo

Beyy

Black wings of my heart || Kagehina ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora