©apitolo 16

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-Ragazzo?- chiese la madre si Shoyo guardandolo.

-N-non è il mio r-ragazzo- disse il figlio imbarazzato.

-Shoyo, non c'è bisogno di nasconderlo. Anche se stai con un ragazzo noi ti accettiamo comunque- lo rassicurò la donna.

-L-lo so mamma, m-ma noi non stiamo i-insieme! L-lui mi piace u-un po'...t-tanto, ci si-siamo anche b-baciati ma n-non stiamo i-insieme- balbettò rosso in viso mentre saliva le scale, poi si chiuse in camera.

La madre guardò Natsuo e si misero a ridere.

-È quel ragazzo che ha invitato vero?- chiese la madre guardando la figlia, che però stava andando in sala a giocare con la palla.

-KENMA! AIUTAMI- disse Hinata disperato al telefono.

-Shoyo perché stanotte non mi hai chiamato?- chiese l'amico.

-I-ieri sono stato con T-Tobio! Ho dormito ancora con lui! In un Hotel- disse il piccolo saltando elettrizzato nel letto.

-Dormito o fatto altro?- chiese il budino.

-S-solo dormito Kenma- puntualizzò a voce bassa.

-Capito, ma quale sarebbe il problema?- chiese confuso.

Shoyo prese un respiro profondo, poi si mise a raccontare tutto quello che era successo la serata prima.

-Mmh, quindi voi non siete nè amici, né fidanzati- ripeté mentre giocava alla sua play.

-Sì, siamo qualcosa di unico che non ha una parola definita- disse ancora Hinata.

-Beh allora continuate a essere questa cosa- disse Kenma.

-Ma come mi dovrei comportare?- chiese il nano.

-Come hai fatto fin'ora- disse Kenma.

-Mh hai ragione- affermò il mandarino.
-Grazie Kenma!- ringraziò.

Dopo di ché i due rimasero ancora in chiamata, per l'intero pomeriggio.

Nel mentre Kageyama era nella sua stanza.
Stava ripensando a quello che era successo la scorsa serata.

-Quindi, vuoi essere quel qualcosa di unico che non ha una parola assieme a me?-

'Ho davvero risposto di sì?!' si chiese mentalmente rosso in viso Tobio.

Il cuore gli stava battendo forte, come se volesse uscire e raggiungere Hinata.
Il calore delle sue guance gli facevano capire di essere rosso come un pomodoro, mentre le farfalle allo stomaco non lo abbandonavano.

Però non provava alcuna ansia, anzi, provava gioia.
Anche se lui non poteva vederlo, gli occhi di Kageyama si erano fatti più luminosi.

'Mi stai facendo perdere la testa...Shoyo' pensò mentre stringeva la stoffa sopra il suo cuore.

Sotto quella stoffa aveva ancora il cerotto, anche se non era più quello messo da Shoyo.
Però era nell'esatto punto di quando glielo mise lui.

Tenerlo lo faceva sentire più tranquillo.
Anche se lo faceva sentire come una ragazza alle prime esperienze d'amore.

'Mi manca' pensò Kageyama.

Purtroppo però doveva attendere la mattina dopo per vederlo.
Si sarebbero visti come ogni mattina sulla strada per andare insieme a scuola.

Per la prima volta anche Kageyama si era messo a fare qualche pensiero su di lui.
Immaginava di averlo ora tra le braccia e accarezzare quei capelli arancioni che si ritrovava in testa, mentre quest'ultimo nel frattempo giocava alla play.

Mentre giocava, Kegeyama, lo aveva baciato, facendogli perdere la partita.
Hinata arrossiva mentre si lamentava con Tobio, ma smise di farlo quando Kageyama lo aveva baciato di nuovo.

Così i due si ritrovano a baciarsi l'un l'altro, andando sempre più oltre.
I pensieri di Tobio però vennero interrotti proprio sul più bello, per via della voce della madre che gli diceva di portare a spasso il cane.

Tobio sbuffò e si chiuse in bagno, doveva prima sistemare un suo problemino.
Una volta risolto mise il guinzaglio al cane e lo portò a spasso.

Non era andato troppo lontano, aveva raggiunto il solito parchetto dietro casa sua e poi era ritornato a casa.

Mentre Tobio era indaffarato con il cane, Hinata era indaffarato in altro.
Era steso nel letto con la febbre e il suo respiratore.

La madre, preoccupata, gli aveva dato delle medicine.

-Ho chiamato il medico, se peggiora dobbiamo portarlo in ospedale- sentirono le orecchie di Hinata dal suo posto.

-Shoyo, non andrai in ospedale, vero? Tu devi restare qui- disse la sorellina con le lacrime agli occhi.

Ammalarsi per la situazione di Hinata non era una cosa positiva.
Una semplice febbre poteva causare qualcosa di molto grave se non anche la morte.

Per questo lui doveva stare molto attento, coprirsi sempre così da evitare di ammalarsi.
Ma ieri aveva abbassato la guardia e si era tuffato in acqua.
Era stato fantastico, ma ora ne stava pagando le conseguenze.

Ovviamente lui non disse ciò che aveva fatto ai suoi genitori, si sarebbero sicuramente arrabbiati con lui.
Si era limitato a dire che era stato un colpo d'aria a farlo ammalare e i genitori se l'erano bevuta.

-Hinata come ti senti? Ti fa ancora male quando respiri?- gli chiese la madre.

Shoyo si era limitato ad annuire, dato che parlare gli faceva troppo male.

-Adesso viene il medico a controllarti, vedrai che starai meglio- gli accarezzò i capelli la madre sorridendo.

Hinata sapeva che quel sorriso era falso, l'aveva sentita piangere dopo aver attaccato la macchina del respiratore.

Odiava sentirla piangere, ma a causa della malattia con cui era nato la sentiva spesso.
Anche lui stesso a volte aveva pianto a causa di essa, ma nessuno lo sapeva.

-N...on mori..rò, v-vero?- chiese con le lacrime agli occhi guardando la madre.

La madre rimase in silenzio e lo abbracciò.
-Certo che no Shoyo, hai ancora molto davanti- disse con voce spezzata.

La verità era che neanche lei sapeva se ce l'avrebbe fatta.
Hinata chiuse gli occhi, facendo scivolare nella sua guancia una lacrima.

-Andrà tutto bene Shoyo-


























































Angolo scleretico

Ho guyss

Come potevate pensare che sarebbe andato tutto bene?

Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto <3
Scusate gli errori grammaticali

!!non so se settimana prossima riesco ad aggiornare perché sono in ballo con un trasloco, nel caso non riesca magari potrei fare due aggiornamenti la settimana dopo!!

E niente

Se volete supportarmi lasciate un commentino o una ☆ se vi è piaciuto il capitolo

Beyy

Black wings of my heart || Kagehina ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora