3. CHARLIE

471 43 5
                                    

"Ciao Draco!" Disse il rosso salutandolo e Draco si sentì andare a fuoco sotto quello sguardo.

Attento Draco, hai già giocato con il fuoco e ti sei scottato... Gli ricordò la coscienza.

"Salve Coach..." Disse Draco.

Charlie si guardò attorno confuso.

"Perché mi chiami coach? Mica siamo sul campo. Siamo in una palestra, chiamami pure Charlie..." Disse l'uomo con un sorriso.

Draco notò che aveva la barba più lunga e gli stava decisamente bene. Era bellissimo.

Quando sentì le mani dell'uomo sui suoi attrezzi, alzò lo sguardo.

"Wow... Ci vai giù pesante vedo..." Disse il rosso che teneva i capelli sollevati sulla nuca in un piccolo chignon.

Draco annuì e prese ad allenarsi mentre Charlie prendeva il posto sulla panca accanto.

I due presero ad allenarsi e a fissarsi in silenzio e Draco si sentì un po' in soggezione.

Avere quell'Adone mezzo nudo, arrossato e sudato accanto gli sconbussolava l'ormone!

Draco ebbe la malsana idea di mollare gli attrezzi, sfilarsi i pantaloni e mettersi a cavalcioni del bacino dell'uomo e farsi scopare come se non ci fosse un domani.

Ma non sapeva se l'omosessualità nello sport magico in America fosse tollerato o meno.

Magari Weasley era sposato con moglie e figli, anche se non ne aveva mai sentito parlare dai giornali.

"Come ti stai trovando nel tuo nuovo appartamento? Ti piace?" Gli chiese all'improvviso Charlie, per spezzare quel silenzio che si era improvvisamente creato tra di loro.

"Sì, é molto carino anche se un po' vuoto..." Disse Draco inspirando profondamente dal naso.

"Beh, devi solo trovare la persona adatta con cui riempirlo..."

Draco lo fissò attraverso lo specchio e pur impedendoselo mentalmente, sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

Charlie lo guardò restando in silenzio.

"Scusa, non volevo turbarti..." Disse l'uomo.

Draco scrollò la testa.

"No, va tutto bene. Non ho nessuno con cui 'riempire' il mio appartamento. Non più perlomeno..."

"Mi dispiace... Non volevo farti stare male..."

Draco sorrise.

"Non é un problema... Non potevi sapere..."

Charlie sorrise.

"Vedrai che l'amore arriverà prima che tu possa accorgertene..."

"E come posso trovarlo? Non conosco nessuno qui..."

"Beh, innanzitutto devi ancora conoscere i tuoi compagni di squadra, poi... C'é un locale qui vicino frequentato da molte persone... Magari una sera possiamo uscire insieme..."

Draco sbarrò gli occhi.

"Uscire? E tua moglie ne sarà felice?"

"Moglie? Non ho una moglie io!" Disse ridendo.

Draco sbattè le palpebre.

"Ah, mi dispiace..." disse Draco confuso da quell'atteggiamento.

"Se volevi chiedermi se sono gay si, lo sono. E avevo già capito che lo sei anche tu, seguendoti sui giornali di gossip. O che ti sei lasciato con Finbar. Ecco perché ho fatto di tutto per averti qui a Los Angeles.." spiegò Charlie afferrando una bottiglietta di acqua.

Draco era sconvolto.

"Come personaggi pubblici non abbiamo nulla di privato... Tu mi interessi, Draco, sia come giocatore che come uomo. Credo che il clima e la gente di Los Angeles ti faranno solo che bene. Vuoi mettere vivere in un posto uggioso come l'Irlanda rispetto a Los Angeles?"

"Non é che sono proprio solo... In realtà ci sarebbe la mia agente, Astoria, solo che ha raggiunto sua moglie a Parigi. É una wedding planner...."

Charlie sorrise ma i due poi non si dissero altro, impegnati a completare i propri esercizi.

Dopo del tempo, Draco vide Charlie bloccarsi e osservare l'orologio che aveva al polso.

"Merda!" Lo sentì imprecare prima di alzarsi velocemente dalla panca e portarsi l'asciugamano nero al volto per asciugarsi.

"Tutto bene?" Chiese Draco guardandolo con le sopracciglia corrugate.

"Sì, abbastanza. Mi sono appena ricordato che mia sorella sta per arrivare via Camino!" Disse l'uomo afferrando la bottiglietta di acqua.

Draco non voleva farlo, davvero, ma era impossibile perché glielo aveva praticamente sbattuto in faccia.

Sì era piegato in avanti e Draco aveva osservato le sue natiche tonde messe in risalto dal tessuto elasticizzato dei pantaloncini che l'uomo teneva indosso.

Draco strinse l'attrezzo che aveva tra le mani e si morse un labbro per non gemere ad alta voce.

La situazione stava diventando imbarazzante.

Aveva venticinque anni, ma con Charlie Weasley vicino sembrava fosse tornato indietro di dieci anni con una Time Turner.

Draco riuscì a malapena a sorridere quando Charlie era scappato verso gli spogliatoi e Draco si era gettato a peso morto sulla panchina, fissando assorto il soffitto bianco della palestra.

Doveva ancora iniziare gli allenamenti e la sua vita in quella città californiana che già Draco aveva perso letteralmente la testa per il suo nuovo allenatore.

Era anche gay... Così come lo era lui... Da come aveva parlato sembrava anche single.

Non commettere lo stesso errore... Gli ricordò la coscienza e Draco sbuffò.

Perché tutte le persone affascinanti con le quali Draco voleva fare sesso dovevano tutte lavorare con lui?!

~*~

Charlie Weasley si era da poco materializzato nel salotto di casa sua quando il camino si accese di verde e una figura incappucciata uscì, avvicinandosi a lui.

"Sembri un dissennatore" disse Charlie prima di stringere tra le braccia Ginny, sua sorella.

"Sempre in vena di complimenti, vero?" Chiese la donna prima di lasciare un bacio sulla guancia coperta di barba del fratello maggiore.

"Come stai? I due cuccioli?" Chiese posando entrambe le mani sul pancione della donna.

Entro un mese avrebbe reso nuovamente padre Harry Potter.

Harry e Ginny avevano avuto una relazione ad Hogwarts durata meno di sei mesi perché Harry si era scoperto gay e non voleva far soffrire la ragazza.

Poi dopo dieci anni Harry aveva cominciato a sentire la voglia di paternità ma sapeva bene che da solo non poteva così aveva chiesto alla giovane se se la sentiva di fare un figlio con lui, tutto attraverso la fecondazione assistita.

Ginny, che sotto sotto sognava ancora un futuro con lui, aveva accettato senza pensarci e dopo un anno dalla richiesta aveva partorito un maschietto, copia sputata di Harry, che avevano chiamato Albus.

Dopo degli anni, Harry le aveva chiesto un altro figlio solo che le cure ormonali di Ginny avevano fatto in modo che gli ovuli attecchiti fossero due e la donna, ora sulla soglia dei quarant'anni, portava in grembo due gemelli, un maschio e una femmina che Harry aveva prontamente chiamato come i suoi genitori, morti quando lui aveva solo un anno per un incidente: Lily e James.

"I due cuccioli scalciano come dannati, non mi stupirei se nascessero da un momento all'altro..." Disse la donna portandosi una mano dietro la schiena prima di sedersi sul divano.

"Dov'é Harry?" Chiese la rossa guardandosi attorno.

"Non ne ho idea..." Disse Charlie grattandosi la testa prima di sentire la porta di casa aprirsi e osservare Harry, e la sua copia più piccola, entrare nell'appartamento. 

⁓Drarry⁓ Il cuore nel boccinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora