1. LA TANA

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Charlie Weasley stava dormendo su un fianco, il braccio sinistro piegato sotto il cuscino, nella vecchia cameretta che divideva da piccolo con suo fratello Bill.

Stava sognando quando il suo sonno venne bruscamente interrotto da un picchiettare alla sua finestra.

Charlie borbottò qualcosa, infastidito, infilando poi la testa sotto il cuscino, cercando di ignorare il suono, ma il gufo sembrava non avere intenzione di smetterla tanto presto.

Charlie sbuffò, cercò di ignorare per qualche altro minuto il picchiettare finchè non si accorse di essere ormai del tutto sveglio.

Infastidito, scoprì il suo corpo dalle coperte e scese dal letto, gli occhi azzurri ancora arrossati.

Scostò le tende e quando vide un gufo fissarlo con i suoi occhi gialli da dietro la finestra si portò una mano tra i capelli rosso fuoco per portare alcune ciocche che gli erano cadute in avanti all'indietro e poi sollevò la finestra, permettendo all'uccello di entrare nella stanza, che si andò ad appollaiare sui suoi vestiti del giorno prima gettati alla rinfusa sulla scrivania.

Il gufo tubò qualcosa mentre gli mostrava la pergamena legata alla zampa.

Charlie non aveva bisogno di aprirla, aveva riconosciuto dall'animale che quella pergamena proveniva dal Primo Ministro Magico, sua cognata Hermione Granger.

Tirò via la ceralacca rossa e aprì la pergamena.

"Ricordi che sabato hai la premiazione per la Pluffa D'oro a Londra, vero? Ci vediamo lì... Hermione"

Charlie sospirò e fece per gettare la pergamena sulla scrivania, ma il gufo ruotò di trecentosessanta gradi la testa e gli beccò il dorso della mano, facendolo sanguinare.

"Porca Morgana!" disse Charlie portandosi la mano al petto.

Se non avesse adorato così tanto gli animali, quel gufo avrebbe fatto decisamente una brutta fine, ma lui per primo preferiva far del male alle persone che osavano toccare quegli esseri speciali.

"Ho capito! Fammi prendere una piuma almeno!" disse voltandosi verso il letto, su cui si trovava una piccola libreria.

Stava per avvicinarsi al suo letto, quando la porta si aprì improvvisamente.

Molly Weasley entrò come se nulla fosse, un cestino della biancheria sporca sotto il braccio, il grembiule bianco attorno ai fianchi.

"Mamma! Sono nudo!" protestò Charlie portandosi rapidamente le mani a coprire le sue parti intime mentre la donna muoveva la bacchetta sui vestiti, facendo volare impazzito il gufo che aveva perso il suo punto di appoggio.

"Ti ho cambiato i pannolini e sappiamo tutti che in estate sei solito prendere il sole completamente nudo in giardino, quindi, 'mamma sono nudo' con me non attacca!" disse la donna facendo una smorfia mentre i vestiti andavano a finire nel cesto della roba sporca.

Charlie avvampò e cercò di darle la schiena, sentendo l'imbarazzo colpirlo.

"Sbrigati a vestirti, ti ho preparato la colazione..." disse la donna guardandolo dolcemente.

Charlie annuì.

"Papà e Percy sono già andati al lavoro?" chiese.

"Si, c'è solo Ron. Tra poco vado a svegliarlo pregando che non si metta ad urlare come fa sempre..." disse la donna uscendo dalla stanza, lasciandolo da solo.

Afferrò la piuma e scrisse una risposta alla cognata, prima di legare la pergamena alla zampa del gufo che volò via, scrollando le piume infastidito.

Charlie afferrò un paio di pantaloni di pelle di drago e si infilò una maglia mentre sentiva Ron, nella stanza superiore, chiedere altri cinque minuti alla madre.

Charlie sorrise mentre scrollava la testa e scese al piano inferiore per fare colazione.

Stava bevendo una tazza di caffè mentre leggeva le ultiime notizie di Quidditch sul giornale quando suo fratello minore, insieme alla madre, lo raggiunsero in cucina.

"Hey" disse Ron subito dopo essersi seduto alla sedia, lo sguardo cadaverico.

"Tutto bene?" chiese Charlie sollevando gli occhi azzurri dalla pagina di sport.

"Si..." si limitò a dire Ron e Charlie e sua madre si scambiarono un'occhiata preoccupata.

"Vedrai che le cose si sistemeranno..." disse Milly accarezzandogli una spalla.

"No, mamma. Era decisa. Ha detto che è finita..." disse con tono rassegnato Ron.

"Non può finire tra di voi. Avete due bambini! Resterai sempre il padre!" Disse la donna andando ai fornelli.

"Ha minacciato di non farmeli più vedere... e... il suo avvocato ti assicuro che non vuoi sapere chi è!" Disse Ron grattandosi la barba lunga rossiccia che gli ricopriva il mento. "Ho perso tutto! La mia famiglia, il mio lavoro, tutto!"

"Siamo noi la tua famiglia..." disse Molly guardandolo da dietro la spalla.

"No. Sono Hermione e i miei due figli. So che lei non ti è mai piaciuta davvero, ma io la amo, mamma. È la donna della mia vita..."

Molly gettò il cucchiaio nella pentola e si voltò verso di lui, arrabbiata.

"La donna che tu definisci 'della tua vita' non la tradisci andando a letto con un'altra! Se davvero tu ami la tua donna, non esiste nessuno!" urlò molly e Charlie guardò Ron che era affranto.

"Lo so! Ma ero ubriaco, Hermione era sempre impegnata ed io..." disse Ron con tono triste. "Ho sbagliato e lo so. Me ne sono accorto dal primo istante quando mi sono svegliato e ho trovato quella donna addormentata accanto a me. ho chiesto perdono ad Hermione, ma lei non mi vuole ascoltare!"

"Sono sei mesi che ti ascolta trovare scuse idiote!" disse Molly.

"Ma non sono idiote, è la verità!" disse Ron spalancando le braccia. "Tu cosa avresti fatto al mio, di posto?" chiese Ron al fratello che stava piegando il giornale e si stava alzando da tavola.

"Io nemmeno ci arrivo a tradire. Non creo proprio le situazioni. Quando amo una persona ho nella testa solo quella, non cambio per nessuno. Comunque... la vedrò domenica, vedrò che cosa posso fare..." disse prima che il fratello minore si alzasse dalla sedia e lo abbracciasse di slancio.

"Grazie!" disse Ron forzando un sorriso.

Charlie fece per uscire dalla stanza, ma la voce di Ron lo fece bloccare.

"E' un peccato che tu non alleni i Cannoni di Chudley..." disse il fratello e Charlie rise.

"Non potrei mai allenarli. E poi il mio cuore sai che batte sempre per i Los Angeles Fire..." disse charlie infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Che spreco, avremmo potuto vincere il campionato con te!" disse Ron.

"Con quei giocatori ancora ci sperate?" disse Charlie prima di abbandonare la stanza per andarsi a fare una doccia.

Quel pomeriggio avrebbe tenuto la prima conferenza con la stampa sportiva a Guildford, dove si trovava la sede del Puddlemere. 

⁓Drarry⁓ Il cuore nel boccinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora