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Venne svegliato da un pungente e fastidioso odore. Il padrino lasciò un'altra volta la finestra aperta e il fumo proveniente dalle fabbriche inebriò tutta la camera. Tossì con la mano davanti, alzandosi dal letto ancora ad occhi chiusi. Tastò il comodino con la mano e afferrò i suoi occhiali, circolari e con una stanghetta rotta, sorretta da un po' di scotch; li indossò.
La camera aveva solo un letto su cui risiedeva il giovane e un comodino, sul quale c'era una lanterna ad olio, spenta.
Il giovane si alzò e si specchiò in quello che una volta era uno specchio, scheggiato e mancante di alcuni pezzi. Sistemò come poteva la chioma mora e ribelle e si cambiò gli abiti, indossando una camicia di un bianco sporco e un gilè marrone, come i pantaloni e le scarpe. Non avevano molto, era tutto quello che si poteva permettere.
Uscì dalla stanza, trovando il tavolo imbandito e un biglietto. La scrittura era frettolosa e disordinata, proprio quella del suo padrino:

"Sono dovuto correre alla fabbrica. Mi raccomando, mangia e corri poi nella piazza. Una carrozza ti aspetta alle nove, sii puntuale."

Harry se ne dimenticò completamente. Quella era una giorno importante, finalmente poteva lavorare, sempre se lo ammetteranno.
I genitori, morti subito dopo la sua nascita, gli lasciarono una piccola eredità giusta per il completamento dei suoi studi e per mantenersi un po'. Fu uno studente laborioso, sempre stato affascinato dall'alchimia e quant altro.
Si sedette a tavola, spezzando un pezzo di pane duro e lo inzuppò nel latte; proprio quello che potevano permettersi.

Indossato qualcosa di più presentabile, corse alla piazza. Guardò il grande orologio sopra il comune, le 8:59. Sorrise, orgoglioso di essere puntuale.
Scrutò una carrozza nella strada, nera e con delle finestrelle, trainata da due manestosi cavalli bianchi dalla criniera bionda.
Un cocchiere lo aspettava fuori, guardandosi intorno alla ricerca del giovane.
Prese un bel respiro e si avvicinò all'uomo.
<<Voi siete Harry..>> il cocchiere osservò attentamente un foglietto ingiallito che tiene in mano <<..Potter. Harry Potter giusto?.>> scrutò il moro. È davvero un bel ragazzo, una bella corporatura, possente. Il lavorare nei campi diede
i suoi frutti, è davvero muscoloso e il suo viso è affascinante. Ma i capelli gli davano quell'aria da ragazzino, troppo scompigliati e un po' sporchi di polvere.
<<Sì, sono io. Sono Harry Potter.>> gonfiò il petto d'aria, orgoglioso. Per chi non lo sapesse, Harry Potter era il figlio di un famoso dottore di paese. Ecco perché andava fiero del suo nome, fiero dei suoi genitori e di quello che fecero.
Il cocchiere lo invitò ad entrare nella carrozza mentre egli prese posto davanti. Afferrò le redini e diede un leggero colpettino sulle schiene dei cavalli, che presero a galoppare.
Harry guardò fuori dai finestrini le campagne di lavanda che stavano sorpassando, era davvero un bel luogo. Dall'altro capo dei campi, si trovava il fiume. Era una bella giornata di primavera.

E davanti a se, la grande tenuta. Era semplicemente maestosa: al centro di tutto c'era una fontana, con due statue di vergini sopra reggendo nelle mani due vasi, da cui scorreva l'acqua. La tenuta è fuori bianca e piena di grandi finestre, alcune coperte dall'interno con delle candide tende mentre altre lasciavano intravedere gli arredamenti della tenuta.
Era davvero sbalorditiva, potevi stare ore e ore ad osservarla. La carrozza si fermò al lato della stradina.
E a lato della tenuta, si trovavano le stalle mentre dall'altro lato, in lontanza, un grande lago con un albero insolito accanto. Doveva essere rilassante, stare poggiati alla quercia, all'ombra, con un bel libro e vivande fresche d'estate.
Il cocchiere aprì la portiera ad Harry e lui scese, guardando ancora meglio la tenuta. In alto, a destra, alla finestra c'era un uomo. Figura slanciata, sembrava cagionevole vista la pelle bianca e le occhiaie ben visibili, e le dita lunghe e ossee, tenenti un bicchiere in vetro con del liquido ambrato. La chioma era un bel biondo, un biondo platino, proprio da nobile. E dai suoi abiti, si poteva intuire che era il Duca:
il Duca Draco Lucius Malfoy.

||Spazio autore||
Ciao!. Nuova drarry, già.
Scusate per dei possibili errori grammaticali e se ci fosse qualche punto del capitolo che non si capisce, segnalatemelo grazie mille.
Spero che vi piaccia, a presto con un nuovo aggiornamento.

House of Cards || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora