«Consiglio.»

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Pov Macarena
Persi la cognizione del tempo che sprecai a fissare l'acqua di un laghetto non poco distante dai dormitori.
Ho sempre affibiato ai luoghi un significato speciale e decisi che questo sarebbe stato il mio spazio nel quale avrei fatto i conti con me stessa ogni qual volta che sarebbe successo qualcosa. Il posto nel quale avrei ritrovato la calma beandomi dell'immensa pace e desolazione che circondava questo lago.
L'acqua sembrava quasi riflettere il miei pensieri più reconditi e avrei tanto voluto delle risposte.
Seduta sul dondolo accesi una sigaretta, cercando invano di alleviare le mie frustrazioni.
"Perchè dev'essere sempre tutto così difficile?"
Sospirai.
Quando troppi pensieri affollavano la mia mente avevo lo strano vizio di farli uscire ad alta voce, la maggior parte delle volte parlando da sola.
"Perchè dev'essere così dura ogni volta?"
Nella testa mi rimbombarono le parole di mia madre:
"Quando stai per mollare fermati un attimo e pensa al motivo per il quale hai resistito fin'ora: pensa alla meta, non a quanto sia lungo il tragitto. Rimboccati le maniche e non aver paura della fatica. Guardati allo specchio e riconosci quel sognatore che hai di fronte. Lotta e combatti. E quando ciò che desideri sarà tuo, sentirai ogni battito del tuo cuore come l'eco di ogni passo che hai compiuto."
D'untratto una voce mi fece sobbalzare, distogliendomi dai miei pensieri e facendomi schizzare il cuore fuori dal petto.
"Perchè le cose facili annoiano bionda."
Con tutta la non chalance possibile proprio l'unica persona che non volevo in questo momento si sedette di tutto peso sul dondolo.
Osservai ogni suo movimento, incapace di controbattere.
La vidi portarsi una sigaretta alle labbra e accendersela per poi aspirarla come se fosse l'ultimo tiro che avrebbe fatto in vita sua.
Osservò il lago ed io ancora continuai ad osservare lei. Quasi mi persi in quel vuoto immenso che dipingeva i suoi occhi i quali nascondevano sicuramente mille storie e segreti. Per un millesimo di secondo mi sfiorò anche solo il pensiero di voler conoscere quel passato che tanto si celava dietro il suo sguardo tormentato.
"Ti piace quello che vedi?"
Distolsi subito lo sguardo sentendo le mie guance andare a fuoco.
Perchè mi intimoriva così tanto questa donna? Era così maledettamente irritante, sfacciata, arrogante.
Chi si credeva di essere?
La odiavo, ma soprattutto odiavo me stessa per averle dato così tanto potere. Ma era più forte di me, l'effetto che mi provocava era più potente dell'odio che covavo per lei.
"I-io.."
Scoppiò in una risata, puntando il suo sguardo attento su di me.
"Cos'è? Ti hanno rubato la lingua bionda?"
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni, sentendo la rabbia vacillare a dismisura dentro di me.
La sentii avvicinarsi d'impulso.
Appoggiò di forza la mano sulla mia gamba ed è lì che la sentii. Quella sensazione che tanto stavo reprimendo.
"Guardami."
Mi imposi di tenerle testa, di non sottomettermi più al suo sguardo.
Non so con quali forze riuscii a puntare i miei occhi nei suoi, così profondi e taglienti.
"Non permettere mai a nessuno di metteti i piedi in testa. La vita è un postaccio misero e sporco e se glielo permetti ti metterà in ginocchio lasciandoti senza niente per sempre."
E, ancora una volta, mi lasciò lì in balia delle sue parole e del suo sguardo che, in quell'istante, fu a due centimetri dal mio viso, ma soprattuto, ad un millimetro dal mio cuore.

Fue porque la necesitas.🦂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora