Non era da lei.
Facendo i conti con me stessa, ma soprattutto facendo i conti con quella marea di ricordi improvvisi, mi chiesi che cosa realmente fosse da Zulema.
Era imprevedibile, era mille donne lei.
Non sapevi mai contro o con quale persona avresti avuto a che fare.
I suoi sguardi, l'obbligo nello stanzino, le premura che ebbe nei miei confronti portandomi in stanza, il mancato approfittarsi di me, il prendersi cura della mia fragilità nonostante ciò che le chiesi andasse contro a tutto ciò che si era creata in quegli anni.
E poi...la frase sottolineata sul mio libro.
Mi chiesi perchè avesse fatto tutto questo per me.
Ieri abbassò qualunque tipo di difesa, lasciandosi andare alle emozioni che tanto aveva represso fino a quell'istante.
Per quanto da un lato ciò che stava succedendo mi rendeva così inaspettatamente felice, dall'altro lato ero spaventata.
Spaventata perchè ero consapevole del rischio nel quale mi stavo imbattendo a capofitto.
Consapevole del fatto che, Zulema, temeva ciò che stava accadendo tra di noi dieci volte in più rispetto a me ed io sapevo ormai conoscere e prevedere le sue reazioni.
Temevo più di ogni altra cosa al mondo che, dopo quella sera nella quale i nostri cuori si ritrovarono più vicini che mai, si sarebbero allontanati anni luce per una reazione totalmente contraria.
Per quanto avessi passato poche settimane insieme a lei, avevo avuto l'onore di conoscerla e leggerla dal primo istante ed ero certa che questo la infastidisse più di ogni altra cosa al mondo, ma al contemplo la attirasse ogni qual volta che cercava di respingermi.
Se si permetteva anche solo un istante di lasciarsi andare se ne pentiva qualche minuto dopo, allontanandosi.
Ma più si allontanava e più tornavamo vicine.
Era un circolo vizioso, un infinito ed estenuante rischio nel quale ormai, consapevole, ero caduta senza pensarci due volte.
Senza nemmeno rendermene conto.
Buttai giù attraverso la mia gola la salvezza di ogni ragazzo in post sbornia.
Mi veniva quasi da ridere a pensare che davvero io fossi finita in una situazione del genere e ancora di più risi pensando a come mi avevano lasciata i miei: una ragazza etero e responsabile, che promise di non lasciarsi coinvolgere dalle brutte compagnie e di non avvicinarsi ad una festa neanche ad un kilometro di distanza.
Mi preparai velocemente, ma mentre uscii dalla doccia il mio occhio cadde ancora una volta sul letto di Zulema.
Notai che su di esso era riposta una felpa arrotolata su se stessa. Un sorriso malizioso si fece spazio sul mio volto e non persi tempo ad infilarmela.
Portai subito il colletto della sua felpa al mio naso, inspirando il suo profumo ora su di me pronto ad avvolgermi e proteggermi.
Mi infilai di fretta dei leggins neri e mi accorsi di quanto stessi bene con la sua felpa addosso, forse troppo larga per me, ma non importava.Uscii soddisfatta dalla camera e a passo svelto mi dirisi verso l'università.
Il sole abbagliò i miei occhi, facendoli sicuramente sembrare più verdi del solito.
Era una giornata meravigliosa, rimandava quasi a quel dolce sapore d'estate.
"Maca!!"
Una voce familiare mi fermò nel bel mezzo della strada.
"Riccia!"
"Wow, non pensavo di vederti in piedi sinceramente."
"Diciamo che mi riprendo in fretta."
Sorrise e mi accorsi della presenza di altre due persone sedute un po' più distanti da noi.
Una sbracciò per salutarmi. Saray.
E l'altra..non c'è nemmeno bisogno che lo dica.
Il suo sguardo ora era fisso su di me, fermo ed immutabile e mi creò mille brividi solo quell'incatenarsi dei nostri sguardi.
"Maca vieni con noi, siamo sedute lì."
"No io..tranquilla vado a lezione."
"A lezione? Non fare la guasta feste Maca, oggi si salta."
Rimasi interdetta dalle sue parole, indecisa sul da farsi. Indecisa, un'ennesima volta, su chi ascoltare.
Angelo o Diavolo?
Testa o Cuore?
"Saray!! Urla alla Bionda che oggi non si va a lezione!"
"Non farmi incazzare Bionda! È tradizione!"
Urlò lei, scoppiando in una risata.
Spostai lo sguardo un'ennesima volta verso la mora al suo fianco.
Ed eccolo lì: quel sorriso malizioso e quegli occhi tentatori che tanto avevano il potere di soggiogarmi.
Assurdo come le parole delle altre due non mi avessero fatto effetto alcuno, ma bastò un semplice sguardo da parte di Zulema per far crollare ogni mio ideale.
Non proferì parola, ma mi convinse.
E, inutile dirlo, ancora una volta scelsi di seguire i sussurri del diavolo.
Scelsi di seguire i battiti del mio cuore.
"E va bene.."
"Evvai." esultò la Riccia, fiera della sua vittoria, ma che se non fosse stato per la presenza di Zulema, non avrebbe ottenuto.
Ci avvicinammo alle due e più la distanza tra di noi diminuiva e più i battiti del mio cuore acceleravano.
"Quella è la mia felpa?"
"Non so di cosa tu stia parlando.."
"Aiah.."
Guardai di scatto le altre due le quali cercarono di trattenere una risata.
Sussultai sentendo la presenza di Zulema a due passi dal mio viso.
Si prolungò verso il mio orecchio facendomi indietreggiare.
"Chi ti ha dato il permesso di usarla?"
"N-nessuno."
"Levala."
"No."
"Ho detto levala."
"E io ho detto di no."
Si staccò dal mio viso puntando i suoi occhi grandi dritti nei miei.
Deglutii pesantemente, buttando giù tutta la tensione che si stava accumulando in quel momento.
"Mmh..biondina, a te piace giocare con il fuoco."
"L'hai capito solo o-"
Non riuscii a concludere la frase che la sua presa sul mio collo mi fece sussultare. Non mi fece male, anzi, dentro di me si accese un fuoco che ardeva ogni qual volta che mi trovavo in queste situazioni con lei.
"Questa me la pagherai."
"Non vedo l'ora Zulema."
I nostri occhi caddero sulle reciproche labbra dell'altra e notai come la sua lingua percorse il suo labbro inferiore che sparì sotto i suoi denti.
Dio solo sa che forza ebbi in quel momento per non baciarla.
Mi lasciò interdetta e si allontanò, tornando alla postazione di partenza, mentre portò alla sua bocca una sigaretta.
Era nervosa. Colta, per una volta, alla sprovvista da quelle risposte che sferrai senza pensarci due volte.
Non lo espresse a parole, ma i suoi sguardi parlarono chiaro. Aveva sentito lo stesso fuoco che arse dentro di me.
"Andiamo al bar a fare colazione?"
"Pff, che palle Saray."
"I postumi ti inacidiscono hermana."
"Callate."
Sorrisi alla vista di quelle due, sempre pronte a prendersi in giro, ma con la consapevolezza che si sarebbero sempre difese a spada tratta l'un l'altra.
Un po' invidiavo Saray.
Per quanto sapessi che erano solo grandi amiche, lei aveva sempre la possibilità di starle accanto e si poteva notare quanto fosse importante per Zulema.
Risi tra me e me pensando a come, qualche giorno fa, guardavo Saray quasi con pena.
Credevo non fosse possibile stare accanto a Zulema, che fosse estenuante. E tutt'ora lo pensavo, con l'unica differenza che prima la ritenevo una condanna, andesso non desideravo altro che questo.
"A che pensi Bionda?"
Saray mi distolse totalmente dai miei pensieri e per poco non mi accorsi che eravamo già sedute sui tavolini all'esterno del bar, pronte a ricevere il nostro ordine.
"Nulla..a quante cose siano cambiate in queste settimane."
"Tipo che prima eri una santarellina etero?"
Mi girai di scatto verso Zulema sentendo le guance andare a fuoco.
"Stai zitta."
"Cosa hai detto?"
Stavo per replicare quando il barista si avvicinò porgendo i nostri ordini.
"Scusate l'interruzione.."
"Non interrompi niente, tranquillo."
"Allora con piacere ti lascio il tuo cappuccio e la tua brioche."
Notai come quel ragazzo, per niente male, non distolse gli occhi da me nemmeno per un attimo.
"Grazie.."
"Ecco a voi ragazze."
"Bene ora puoi anche andartene."
"Zulema!" urlarono all'unisono le due, mentre io rimasi a bocca aperta.
"S-scusa, lei...è di cattivo umore."
"Non importa, come potrebbe una persona non essere gelosa di te?"
Non so se rimasi più interdetta per la sua risposta o per quella precedente della mora che adesso scoppiò in una risata.
"Senti cowboy, non ho idea di chi tu sia ma hai sbagliato totalmente strada."
Decisi di prendere la palla al balzo e vedere se l'assurdità che aveva presupposto ingenuamente il ragazzo fosse vera.
"Beh, visto che la mia amica non è gelosa, potresti anche chiedermi il numero al posto di perdere tempo."
Notai come Saray e la Riccia serrarono le labbra per trattenere una risata.
Zulema invece era una bomba ad orologeria.
Chiunque in quel momento avrebbe potuto tagliare la tensione con un coltello.
"Non me lo faccio ripetere due volte."
Segnò il mio numero sul suo cellulare e dopo avermi salutata con un occhiolino tornò al suo lavoro.
Mi girai soddisfatta verso le altre, che non riuscirono più a trattenersi.
"Cazzo Bionda l'hai fatta grossa."
"Ho solamente dato il mio numero ad un bel ragazzo."
Notai come la gamba di Zulema non si fermò un attimo. Il nervosismo era palpabile e la sua mascella contratta me ne diede la conferma.
"Zulema che è successo? Non ti piace il caffè?"
Puntò il suo sguardo nel mio e per un attimo mi sentì trafitta da quegli occhi, ora pieni di rabbia.
Mi colpì notevolmente la sua reazione, ma rimasi sempre e comunque dell'idea che non lo avesse fatto per gelosia. Non avrebbe avuto senso, non da parte sua.
"Fanculo." prese e si alzò, allontanandosi sempre di più.
Guardai con aria interrogativa le altre due che si portarono una mano alla fronte.
"Vi sembra normale?"
"Beh, per noi che la conosciamo bene..sì."
"Che cosa dovrei fare!? Prima mi allontana, poi non vuole niente e adesso? Ha scatti d'ira improvvisi?"
"Va da lei."
"Come?"
"Maca fallo, fidati di me."
Annuii agli occhi dolci e comprensivi di Saray e feci come mi disse.Spazio Autrice
Scusate per l'attesa inanzitutto, è un periodo abbastanza pieno.
So che mi odiate per avervi lasciati sulle spine, ma volevo creare un po' di suspense.
Ma, fidatevi, varrà la pena aspettare.🔥
Come sempre fatemi sapere se vi sta piacendo la storia, se avete qualche consiglio da darmi lo accetto più che volentieri.
Detto questo, grazie davvero per i commenti e tutti i voti che mi lasciate, vi amo.
-A.
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Fue porque la necesitas.🦂
Fanfiction"Odio e amore sono divisi solamente da una linea sottile." Zulema e Macarena ambientate al college, una storia diversa dalle altre. La storia di un amore travolgente e di un odio profondo tra due poli opposti, destinati ad incontrarsi tra le mura d...