«Obbligo o Verità.»

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Pov Zulema
"Stai zitto idiota, non sai nemmeno tu quello che stai dicendo."
"Cosa c'è Zulema non la pensi anche tu così? Cazzo, hai l'opportunità di avere una ragazza del genere in stanza, io me la sarei già scopata appena varcata la soglia."
"Ti ho detto di chiudere quella bocca Fabio."
Quasi mi maledico per essermi fatta coinvolgere dal solito spirito festaiolo di Saray.
Sarebbe stata anche una bella festa se solo non fosse che la maggior parte delle persone presenti era solo un accumolo di idioti.
Presi una bottiglia di tequila e mi risedetti sul divano di quella villa enorme, cercando di ignorare i commenti di quegli stronzi.
"L'ho vista solo di spalle ed è bastato. Che dici tu?"
"Io? Che dovrei dire? Che sei solo un ragazzino arrapato che perde la testa per il primo buco che vede. Scopati chi vuoi, basta che te ne vai coño."
"Ai ai...Zulema è gelosa."
Mi alzai di scatto e se non fosse stato per la presa salda di Saray quello stronzo sarebbe morto.
"Hermana calmati. È ubriaco fradicio."
Mi sedetti attaccandomi alla bottiglia per alleviare il peso di una società fatta da porci in grado di parlare la nostra lingua.
Ho sempre detestato il genere maschile proprio per questo. Non che siano tutti così, ma il mio passato mi portò a non riporre più un briciolo di fiducia nell'uomo.
Le persone come Fabio e il suo amichetto mi facevano schifo.
La festa procedette e l'alcool scorreva pesante attraverso le mie vene e nei meandri della mia testa.
E i commenti circostanti si fecero sempre più lontani.
"Ma guarda un po', non è mica lei?"
Quello però lo sentii.
Una sola e stupida frase dettata da un branco di idioti mi fece sussultare il cuore.
"Bionda!!"
Saray sbracciò per farsi vedere ed io alzai gli occhi al cielo attaccandomi nuovamente alla bottiglia.
La vidi avvicinarsi e dio, cosa avrei voluto farle.
Indossava un vestito bianco attillato, che lasciava molto all'imaginazione. Non mi sarei mai aspettata di vederla vestita in quel modo il che mi fece girare la testa molto più della tequila che stavo assaporando da parecchio.

 Non mi sarei mai aspettata di vederla vestita in quel modo il che mi fece girare la testa molto più della tequila che stavo assaporando da parecchio

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"Piacere, Macarena."
Vidi come gli occhi di quei cretini scesero sul suo corpo e mi trattenni con tutte le forze per ignorare la situazione e non spaccare la faccia a quei viscidi.
"Ciao bellezza, è un piacere."
Grazie a dio c'era Saray che capii subito la situazione e la invitò a sedersi nel divano con noi.
"Ciao sono Kabila! Ma puoi chiamarmi Riccia."
"È un piacere. Sono Macarena ma puoi chiamarmi...Bionda."
Sentii le due ridere insieme a Saray ed io sbuffai una risata che non riuscii a trattenere.
"Chi ti ha dato l'idea per un soprannome tanto orribile?" azzardai.
Finalmente i suoi occhi furono su di me, nonostante io cercassi di evitarli in tutti i modi, continuando a guardare davanti.
"Una donna che si diverte a giocare non solo con i soprannomi a quanto pare."
Non riuscii a non puntare i miei occhi nei suoi e mi alzai, giusto per essere al suo stesso livello.
Sentii il mio corpo scaldarsi quando si trovò quasi attaccato al suo.
"E a te non piace giocare?"
Notai la difficoltà nel suo sguardo e dio, quanto mi faceva impazzire.
Prese la bottiglia dalle mie mani, e cogliendomi del tutto alla sprovvista, se la portò alle labbra senza smettere di fissarmi.
"Visto che a Zulema piace tanto giocare perchè non iniziamo?"
"Cos'hai in mente bionda?" chiese Saray.
"Un qualsiasi gioco alcolico."
"Ragazzi, obbligo o verità, forza!!" urlò la Riccia, meritandosi uno sguardo minaccioso da parte mia.
"Cos'è? Non ti piace più giocare ora?"
Mi fece ridere la sfacciataggine che stava tirando fuori.
"Ti sembro una che si tira indietro?"
"Bene."
Ci disponemmo tutti in cerchio, ragazzi compresi.
"Siediti qua bionda!"
"Porca puttana Fabio chiudi la bocca."
Vidi l'imbarazzo crescere in quel povero angelo che tanto santo forse non era.
Ma non avrei permesso a quei luridi porci di toccarla, anche solo con un dito.
Mi spostai lievemente per farle spazio cosa che sono sicura le fece piacere.
"Fabio, il grande. Visto che sei tanto coraggioso perchè non inizi tu?"
"Sei una puttan.."
"Obbligo-o-verità." lo interruppi, per evitare di sfregiargli la faccia in 40 modi diversi.
"Verità."
"Ahh..dov'è finito il coraggioso uomo virile?"
"Callate!!"
"Mhh..vediamo..è vero che ti faresti pure tua madre pur di scopare con qualcuno?"
Scoppiarono tutti a ridere, tranne lui.
E la cosa mi rese tremendamente soddisfatta.
"Rispondi."
"NO."
"Cazzo Fabio..non sai come funziona il gioco! Bisogna dire la verità!"
Un'ennesima risata da parte di tutti.
"Sei una stronza Zulema."
"Stronza arrogante, per la precisione."
Sentii gli occhi della bionda scattare nei mei ai quali risposi con un sorriso ricambiato.
Avrei voluto vivere quell'istante per l'eternità.
"Ho finito. A te l'onore."
"Fanculo questo gioco di merda. Hierro, andiamocene."
Ridemmo a più non posso alla vista di quei due miserabili.
"Te l'ho detto che era pieno di idioti bionda!!"
"E avevi ragione!"
"Bene...dov'eravamo rimaste?"
"Saray.."
"Oh giusto, alla vendetta nei confronti di Zulema."
"Vendetta che quell'idiota non è nemmeno riuscito a pensare." disse la bionda al mio fianco.
"Preferisci punirmi tu Rubia?"
Vidi le sue guance andare a fuoco e il suo sguardo abbassarsi, cosa che trovai a dir poco adorabile.
"Callate Zulema."
"Bene, visto che nessuno sa come punire questo elfo del puto infierno...Zulema: Obbligo o Verità?"
"Saray non ti azzardare."
"Vuoi seguire Fabio e Hierro hermana?"
"Obbligo."
Sentii gli schiamazzi della coppietta al nostro fianco, cosa che sicuramente non prometteva nulla di buono.
"Si amore, fallo fallo."
"Volete muovervi o aspettiamo che la bionda vada in coma etilico?"
"Oh, callate Zulema. È una festa."
Risi sapendo già che la tequila che stava buttando giù non l'avrebbe retta ancora per molto.
"Muy bien Zule..ti obbligo a chiuderti nello sgabuzzino per 15 minuti con la biondina."
Per poco non si strozzò, cosa che fece scoppiare tutte a ridere.
"Saray...quella merda è un buco."
"Appunto." rispose con fare ammiccante.
Mi girai verso la bionda la quale teneva lo sguardo basso.
"Bionda, hai già finito di giocare?"
Eccolo lì, il fuoco che si riaccese nei suoi occhi.
"L'obbligo è tuo Zulema, sei tu quella a non aver ancora accettato."
"Bene.." mi alzai porgendole la mano, la quale rifiutò incamminandosi davanti a me, lasciando ai miei occhi l'onore di osservare le sue bellissime curve.
"Lo stanzino è di la." sussurrai al suo orecchio.
Notai subito dei brividi nascere lungo la sua pelle.
Quanto mi piaceva provocarle quest'effetto.
"Dio, ma almeno c'è una luce!?"
"Si..dovrebbe essere..ecco. Debole ma c'è."
"Mi raccomando fate piano!!"
"Joder, callate Saray!"
"Apriremo noi tra 15 minuti, divertitevi."
Alla sua risata risposi con un dito medio per poi voltarmi verso la bionda.
"Beh..almeno abbiamo da bere!"
"Tu...tu sei una furba stronzetta, altro che angelo."
"Ho mai detto di essere un angelo?"
"No ma..lo hai dimostrato."
"Quando?"
"Lascia stare."
"Zulema parlami. Non fuggire."
«Datti tempo, non fuggire. Non lo saprai mai se non ti ci butti.»
Le parole di Saray risuonarono forti nella mia testa.
"Non è stato bello vederti piangere."
"E allora perchè ti sei persa gioco di me?"
"Non era il mio scopo. E, ti ripeto, non sono stata io a sottolineare quella frase."
Vidi a stento un leggero velo di delusione nei suoi occhi.
Ci stavo provando con tutte le mie forze, ma non potevo darle il lusso di quella certezza.
Si sarebbe fatta un'idea sbagliata di me.
Si sarebbe solo illusa.
Illusa che dentro di me ci potesse essere ancora del buono.
"E comunque...perchè mi stai parlando?"
"Perchè..siamo chiuse in uno stanzino?"
Mi avvicinai piano a lei, attratta dal suo corpo come fosse un magnete.
"Non avevi forse detto che non avresti mai voluto conoscermi?"
"T-tu..hai sentito."
"Mh mh."
"Beh, è vero."
"Ah si?"
"Si.."
Scostai lievemente i suoi capelli su un lato per poi poggiare le mie labbra lungo il suo collo.
Le accarezzai la pancia scoperta con l'altra mano e sentii la sua pelle riempirsi di brividi.
"E dimmi..se è vero che non mi vuoi, perchè stai ansimando?"
"Zulema.."
Continuai il mio lavoro imperterrito, baciando quel poco di pelle che mi era concesso.
Risi sul suo collo percependo l'effetto che le stavo provocando.
Cogliendola del tutto alla sprovvista le rubai la bottiglia dalle mani.
"Che fai! Quella è mia!"
Si divincolò, tra una risata e l'altra cercando di rubarmela.
"E chi ti ha detto che è tua?"
"Io."
"E da quando imponi tu le regole?"
"Da quando quella bottiglia l'ho rubata io. Ora dammela Zulema, non fare la stronza!"
Rise, e più lo fece, più il mio cuore veniva curato da quella dolce melodia.
Più si avvicinava e più sollevavo la bottiglia, divertita dai suoi sforzi invani di riprenderla.
Senza nemmeno accorgercene ci ritrovammo una attaccata all'altra, io con la schiena appoggiata al muro e lei a due millimetri dalle mie labbra.
Notai i suoi occhi cedere ed osservare insistentemente le mie labbra, cosa che non riuscii a non fare anche io.
"Sai Zulema..ho imparato molto da te in poco tempo."
"Ah si? E cos'hai imparato?"
I nostri respiri ora sempre più pesanti, accompagnavano le parole che uscivano dalle nostre labbra. Parole che avrebbero voluto dire tutt'altro.
"Prima lezione, mai farsi mettere i piedi in testa da qualcuno.."
Si avvicinò sempre di più a me e per un attimo persi quasi tutto il controllo che da anni oramai mi padroneggiava.
"Seconda lezione...sfruttare le situazioni a tuo piacimento."
Di scatto riuscì a prendere la bottiglia dalle mie mani, oramai flebili, sotto il suo controllo.
Rimasi a bocca aperta per la sorpresa, sentendo tutto il fuoco accumulato incendiarmi da dentro.
Scoppiò in una risata a dir poco contagiosa e gioiosa della vittoria che aveva ormai in pugno, portò la bottiglia alle labbra.
"Tu..piccola stronza.."
Mi avvicinai lentamente al suo corpo, facendola ridere sempre di più. Quella risata così contagiosa da essere in grado di far ridere anche una come me.
"Ti sei presa gioco di me.."
"Che dire? Imparo in fretta."
Fece un altro sorso ma un goccio le scappò dalle labbra, proseguendo lungo il collo fino al suo petto.
Seguì attentamente il suo percorso per poi puntare di nuovo i miei occhi nei suoi.
"Guarda cosa hai combinato."
"Ops."
Prese un dito e ripercorse tutto il tragitto di quella maledetta tequila per poi portarselo in bocca ed assaporarne il retrogusto.
"Risolto."
Dire che mi stava facendo eccitare da morire sarebbe stato poco.
"Tu.."
Presi lievemente il suo collo facendola scontrare contro la parete alle sue spalle.
"Piccola stronzetta.."
Leccai e baciai il percorso che aveva tracciato il suo dito, fino ad arrivare al suo orecchio.
"Non provare mai, mai, a prenderti gioco di me.."
"Ah..altrimenti?"
"Altrimenti potrebbero succedere cose che non ti aspetteresti."
Sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra.
La vidi completamente abbandonata a me e la cosa mi fece impazzire.
Guardare il suo viso perso nelle mie labbra, sentire il suo repiro pesante ed ansimante su di me, vederla bramare con tutta se stessa le mie mani su di lei, mi faceva andare fuori di testa. Avere il controllo, il dominio su di lei era una cosa mi appagava come nient'altro prima d'ora.
Sentii le sue labbra buttarsi nelle mie e non ci pensai due volte a prenderla e sbatterla di nuovo contro quella parete.
I nostri corpi combaciaroni alla perfezione, muovendosi insieme, presi dalla foga e dalla passione che bruciava ardente in quella stanza.
La presi in braccio senza staccarmi un secondo dalle sue labbra e la feci sedere su uno scaffale riposto in quello stanzino.
Mi staccai un attimo da lei per poterla osservare meglio. Aveva gli occhi intrisi dal desiderio e le labbra arrossate per i baci. Le gambe aperte, aperte per me, ed io in mezzo a lei, tenendola dalla vita.
Credo di non aver mai contemplato qualcosa di tanto bello ed eccitante in vita mia.
E di ragazze ne avevo viste.
Ma Macarena aveva quel qualcosa in più.
Quella faccia da brava ragazza, ma che sotto sotto nascondeva molto più di quel che sembrava.
Una personalità tutt'altro che santa.
E la cosa mi faceva impazzire.
I nostri sapori si mischiarono, le nostre lingue ora erano intrecciate tra di loro, le sue mani nei miei capelli, le mie sul suo corpo.
Mi staccai per un attimo da lei, cercando un consenso nei suoi occhi, che mi diede annuendo dolcemente.
Perchè lo feci? Di solito non davo importanza a stronzate del genere.
Sorrisi.
Me ne accorsi.
E mi chiesi che cazzo mi stesse combinando questa stupida biondina.
Ripresi a baciarle il collo per poi allungare la mia mano sotto il suo vestito, entrando in contatto con la stoffa del suo intimo bagnato.
"Ahh.."
Sentirla godere ad un minimo contatto con le mie mani mi fottè completamente il cervello, portando a spingerla di più contro di me ed aumentare le mosse.
Mi stavo eccitando troppo per continuare questa lenta tortura, così scostai l'intimo ed entrai a contatto con il suo punto più sensibile.
"Ahh..Zulema"
"Bionda..menonale che non mi volevi."
"Ca-callate.."
Stimolai la sua intimità, facendole provare tanto piacere da doverla zittire con una mano.
"Che cosa vuoi bionda?"
"Ahh..Z-zulema.."
"Dimmelo."
"Ti-ti prego.."
Sorrisi maliziosa di fronte alle sue suppliche.
Mi stava pregando di entrare in lei, di farle provare piacere, di farla venire per me.
Stavo per accontentarla, ma proprio in quel momento sentimmo il rumore della porta aprirsi.
Scese di scatto reggendosi a me con le gambe tremanti.
Si tirò giù il vestito ed io, non so con quale forza, mi ripresi dal mio stato di trance, allonandomi di scatto da lei.
Di fronte ci trovammo le due con la faccia di chi non aspettava altro che cogliere di sorpresa qualcuno.
Presi in mano la situazione, armandomi di tutto il controllo che mi ha sempre contraddistinta.
"Beh? Era ora. Non siamo venute ad una festa per perdere tempo in un buco del cazzo."
Mi girai verso la biondina e le feci un occhiolino fugace per poi lasciare quella stanza dove i nostri corpi si erano incollati l'uno all'altro in una dolce e famelica danza.
Le due sbuffarono, anche se incredule, caddero nel mio gioco.
Fingere. In questo ero brava. Fottutamente brava.
Fingere di avere il controllo su tutto, quando in realtà avevo perso la padronanza delle mie azioni qualche minuto prima.
Fingere di non provare niente per nessuno, fingere di essere una stronza arrogante a detta della Bionda.
Fingere di non avere un cuore quando invece quest'ultimo si stava riscaldando a mia insaputa. Scaltro l'amore, traditore, alle mie spalle stava architettando già da tempo un piano per far crollare ogni mia difesa.
Ora non ti arrabbiare, cuore.
Ti avevo conservato nel posto più sicuro e desolato,
ignara che l'amore avesse incaricato
la sua miglior criminale.

Fue porque la necesitas.🦂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora