«Desideri proibiti.»

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Pov Macarena
Era sera e dopo quel tornado di emozioni rimasi qualche ora a girare per l'università. Colsi la palla al balzo e mi informai sugli orari di domani, sui crediti, gli stage e le attività extra.
Ne approfittai anche per chiamare i miei genitori, sicuramente in preda all'ansia.
Mi accorsi che oramai si era fatto tardi e dopo aver comprato un panino d'asporto al volo, tornai in camera priva di energie.
I miei occhi si fecero sempre più pesanti e incominciava a risultarmi difficile tenerli aperti.
D'untratto sentii la porta cigolare, credo fosse ormai notte inoltrata.
"Bionda.."
Quella voce, quel suono profondo che oramai conoscevo bene mi fece aprire gli occhi con fatica.
"Mhh.." mugugnai.
"Dormi?" sussurrò sedendosi sul mio letto, cosa che mi prese del tutto alla sprovvista facendomi irrigidire d'impulso.
"A te cosa sembra?"
Sbuffò una risata.
"Posso?"
"Dio Zulema sei ubriaca? Domani abbiamo lezione!"
"Quanto sei noiosa Rubia..."
D'untratto percepii il suo corpo attaccato al mio, cosa che mi fece avvampare in un secondo.
"C-che cosa stai facendo?"
"A te cosa sembra?"
Colsi la sua provocazione alludendo alle parole che avevo usato qualche secondo prima.
"Noto che non ti hanno insegnato a non fare sempre come se fossi a casa tua."
"Beh, in realtà lo sono in un certo senso."
"Si ma questo è il mio l.."
La sua mano sotto la mia maglietta fece bloccare ogni sillaba che il mio cervello sarebbe stato in grado di elaborare in uno stato di lucidità mentale.
Le sue dita disegnavano cerchi immaginari sul mio ventre, facendo crescere in me un calore che mai avevo provato fino ad ora.
"Z-zulema.."
"Dimmi bionda.."
"Sei umbriaca Zulema! Non voglio stare ai tuoi stupidi giochetti!"
"Girati."
"Cosa?"
"Girati e guardami."
Sbuffai sonoramente, ma arresa mi girai.
Mai avrei dovuto farlo.
Era già difficile combattere la sensazione che stava esplodendo dentro di me, imbattendomi nei suoi occhi, ora fissi nei miei, persi quel poco di lucidità che mi era rimasta.
La vidi avvicinarsi ad un soffio dalle mie labbra.
In quel momento sentii il mio cuore martellare così forte che pensai: "Se mi bacia, muoio."
"Guardami e dimmi che non mi vuoi."
Aprì leggermente la bocca, incapace di rispondere.
Il suo profumo era inebriante e mi invase le narici creando in me uno stato di completa estasi.
Sentii le sue labbra poggiarsi sul mio collo.
Ormai ero sotto il suo incantesimo, in un completo ed eccitante stato di trance.
"Dimmi che non desideri le mie labbra sul tuo collo.."
Proseguì un lento percorso raggiungendo le mie clavicole e arrivando ai miei seni.
"Sul tuo corpo..."
Sentii la sua mano accarezzarmi la gamba raggiungendo i punti più proibiti e sfiorando lievemente la mia intimità.
Risalì tornando ad un centimetro dalle mie labbra.
"Dimmi che non vuoi che ti tocchi.."
Senza alcun tipo di preavviso fece pressione sulla mia intimità e in quel momento non riuscì più a trattenere il piacere che mi stava offuscando la mente.
"Ahh.."
"Dimmi che non mi desideri, ed io non lo farò."
"Z-zulema..."
Vidi nascere sul suo viso un sorriso malizioso.
Non c'era più via di scampo.
"Come immaginavo."
Presi di forza il suo viso e feci scontrare le nostre labbra che iniziarono un gioco reciproco.
Con la lingua chiese un accesso che le consentii subito facendo intrecciare la mia con la sua in una danza meravigliosa e passionale.
Una danza che si interruppe solo quando Zulema riprese a tracciare quella tortura, ora meno lenta, lungo il mio corpo.
Sapevo cosa stesse per fare. E sarei potuta venire solo all'idea di averla tra le mie gambe.
"Che cosa vuoi bionda?"

Mi svegliai di scatto maledicendo il suono di quell'aggeggio posto sul mio comodino, comunemente chiamatosi sveglia.
Mi presi la testa tra le mani, ancora sotto shock per il sogno appena fatto.
Tutto questo non aveva senso.
Perchè il mio subconscio si era manifestato in quel modo?
"Che cosa vuoi bionda?"
Che cosa volevo da lei?
Non ho mai provato attrazione per le donne, mai un pensiero del genere aveva anche solo sfiorato la mia mente. E allora perchè feci quel sogno?
Quasi come se dentro di me tutte le domande che affollarono la mia mente dopo il nostro incontro si fossero manifestate senza limiti.
Perchè è questo quello che fa il subconscio: ti mette davanti alla realtà nuda e cruda senza scrupoli n'è freni.
Da svegli, a mente conscia, è possibile reprimere e mettere da parte certi pensieri che il subconscio sarà subito pronto a sbatterti in faccia quando meno te lo aspetti.
Mi accorsi che il letto posto di fianco al mio era disfatto. Questo significa che Zulema aveva dormito qui stanotte, anche se non c'era al mio risveglio.
Meglio così. Avrei dovuto evitarla il più possibile.
La sveglia segnava le 7:15.
Avevo ancora una ventina di minuti a disposizione per farmi una doccia e prepararmi con calma.
Aprii la porta del bagno, ma mi scontrai di getto contro qualcuno.
No.
"Non ti hanno insegnato a bussare?"
Ditemi che sto ancora sognando, vi prego.
Ditemi che la persona di fronte a me non è Zulema con addosso solo un misero asciugamano.
"I-io.."
Più mi costringevo a guardarla negli occhi e più il mio sguardo cadeva sul suo corpo, fasciato perfettamente da un asciugamano troppo corto.
La sentii avvicinarsi e di conseguenza percepii quasi le mie gambe tremare.
Mi prese il mento e me lo sollevò, costringendola a guardare.
"I miei occhi sono qui."
Sentii le guancie andare a fuoco e indietreggiai, ma più andavo indietro e più Zulema avanzava.
Sussultai sentendo il mio corpo poggiarsi sulla parete.
"Ti innervosisco?"
"Zulema ti prego.."
"Mi piace essere pregata.."
Chiusi gli occhi cercando di mantenere regolare il mio respiro, fallendo miseramente.
"Rubia vai in bagno o perderai la lezione.."
"Se tu ti spostas.."
Aprendo gli occhi mi accorsi che già da un po' si era spostata per darmi libero accesso, ma così presa dal mio stato di trance non ci feci nemmeno caso.
Abbassai lo sguardo sentendola sogghignare e mi diressi in bagno chiudendo la porta a chiave.
Volevo sprofondare.
Perchè proprio una come lei doveva attratmi così?
Sì l'ho ammesso. Ero attratta da quella donna odiosa, arrogante e sfacciata.
Ero attratta da lei come se fosse una calamita, come se fossi sotto incantesimo ogni volta che i suoi occhi si incatenavano ai miei.
Ero attratta e completamente sedotta da quella donna che pareva essere il male fatto a persona.
La odiavo e più la odiavo più dentro di me cresceva la consapevolezza che quella donna custodisse molto più di quello che lasciava trasparire ad occhi troppo superficiali per andare oltre a delle mura.
Sì, perchè era questo ciò che lei faceva.
Indossava le vesti di una persona spietata e crudele agli occhi del mondo.
Mi chiedo se dietro quella corazza c'era la fragilità di una persona bisognosa di essere amata.
Più non la capivo e più la odiavo.
Più la odiavo e più avrei voluto capirla.

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