Pov Macarena
Dopo l'ultima discussione con Zulema passarono diversi giorni nei quali non ci parlammo.
A malapena riuscivo ad incrociarla in camera, ma quelle poche volte in cui io entravo lei usciva senza proferire parola.
Se da un lato c'era una parte di me in cui tutto urlava che quella sarebbe stata la cosa migliore, la cosa giusta per evitare sofferenze e mali inutili,
dall'altro lato un grande vuoto aveva sostituito quella miriade di emozioni che solo Zulema era stata in grado di far esplodere dentro di me.
Nella mia vita sono stata insieme ad un paio di ragazzi, ma mai nessuno mi aveva fatto provare quel fuoco che si accendeva in me ogni qual volta che gli occhi ipnotici della mora mi guardavano, facendomi sentire quasi toccata.
Mi mancavano quelle sensazioni che mi laceravano l'anima, e per quanto Zulema fosse deleteria per me, al contemplo mi faceva sentire viva.
E a volte, per sentirsi vivi, si è disposti a rischiare di morire. Questo era il prezzo da pagare nel donare il proprio cuore, la propria anima a qualcuno.
Che poi, parliamoci chiaro, nemmeno io sapevo che cosa provassi per quella donna avvolta dal mistero. Non sapevo che sentimento fosse, non sapevo nemmeno se fosse un vero e proprio sentimento. So solo che, qualunque cosa esso sia, ce n'era tanto.
Avvolta dai miei pensieri non mi accorsi nemmeno che il libro dimenticato stamattina era riposto sul mio letto.
Mi maledii per la mia distrazione e per quel turbine di emozioni che mi stava del tutto estraniando dal mondo. Fottuto elfo dell'inferno, ci sono cascata come una preda incantata dal canto delle sirene. Sono sotto il tuo incantesimo, sotto il tuo ipnotico sguardo io affogo nel verde smeraldo dei tuoi occhi.
Scossi la testa e aprii il mio libro decidendomi finalmente di studiare approfittando del tempo che avevo da sola.
Qualcosa però d'improvviso mi fece strabuzzare gli occhi.
Una frase evidenziata.
Evidenziata da qualcuno che ero sicura non fossi io.«I nostri incontri eran sessioni
di sguardi sorridenti
che si staccavan solo
per controllare l'ora
e tanto era fra noi lo struggimento
che spesso ci siamo presi il lusso
di non baciarci.»Non poteva essere vero.
Centinaia di migliaia di persone potevano essere state, certo.
Ma mille domande frullarono nella mia testa e quelle mille domande riconducevano tutte ad un'unica risposta.
Ad un unico nome.
D'improvviso sentii la porta aprirsi.
"Zulema.."
"Dio Bionda hai una faccia sconvolta. Cos'è successo? Ti si sono scaricate le penne?"
Sentii la rabbia crescere a dismisura dentro di me e di conseguenza gli occhi pungere.
Non riuscii a trattenermi e mi fiondai su di lei spingendola.
"Che cazzo fai!?"
"Perchè a me!? Perchè devi prenderti gioco di me!? Sei una stronza Zulema!"
La spinsi ancora e ancora sentendo le lacrime scendere a dismisura sul mio volto.
Mi prese per la gola e mi attaccò al muro.
"Non so di che cazzo tu stia parlando so solo che se ti azzardi ancora a sfiorarmi io.."
"Cosa Zulema? Tu cosa!?"
Il respiro ormai era affannato e la rabbia mi acciecò così tanto da non temere nemmeno più le conseguenze delle mie azioni.
La sua mano era ancora stretta alla mia gola, ma sentii la presa allentare.
Vidi i suoi occhi cadere sulle mie labbra e per poco non sentii il cuore cedere.
"Z-zulema sei stata tu?"
"Ti ho detto che non so di cosa tu stia parlando."
"La frase."
Puntò i suoi occhi nei miei e rispose con un sorriso tirato.
"Que?"
"L'hai evidenziata tu."
"Ti sembro il tipo di persona che potrebbe mai dedicare una frase a qualcuno?"
Quella sola e semplice frase non so perchè ma mi fece crollare ogni briciolo di speranza che dentro di me custodivo segretamente.
"Davvero sei così stupida o solo bionda naturale?"
"Vaffanculo Zulema!"
La spinsi con tutte le forze che avevo e feci per andarmene, ma ancora una volta la mia schiena sbattè contro la parete.
"Ti ho detto che non devi azzardarti."
"Non mi interessa di quello che d.."
Senza alcun preavviso sentii la sua mano salire dalla coscia e premere sulla mia zona più sensibile.
"Continua."
"N-non..io..ah.."
Il mio cervello era totalmente andato in arresto.
Le sue labbra si attaccarono calde al mio collo, poi al mio orecchio provocando dei brividi che mi percorsero tutta la pelle.
"Stai giocando con il fuoco Rubia."
"Sei tu che giochi con me. So che sei stata tu."
Si spostò ad un millimetro dalle mie labbra, fissandole.
"Devi stare lontana da me."
Lasciò la presa e abbandonò il mio corpo, lasciando la stanza.
Sarei dovuta tornare a respirare in quel momento, ma perchè invece quello che provai fu l'esatto contrario? Come se in vita mia non avessi mai respirato. Come se solo in quei minuti sembrati un'eternità avessi provato il dolce sapore dell'ossigeno.
Il dolce sapore della vita.
E in quel momento capii.
Capii che dal primo istante in cui la vidi sapevo già che lei sarebbe stata l'eccezione.
Con lei anche il cuore a pezzi avrebbe avuto senso.
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Fue porque la necesitas.🦂
Fanfiction"Odio e amore sono divisi solamente da una linea sottile." Zulema e Macarena ambientate al college, una storia diversa dalle altre. La storia di un amore travolgente e di un odio profondo tra due poli opposti, destinati ad incontrarsi tra le mura d...