Pov Macarena
Fui svegliata da un mal di testa lancinante e dal mio stomaco che chiedeva pietà in tutti i modi.
A fatica aprii le palpebre colpite dai fasci di luce che attraverso le finestre illuminavano la stanza.
Come d'impulso i miei occhi puntarono un preciso punto della camera: il letto di fianco al mio.
Vuoto.
Mi girai lentamente verso il comodino notando che su di esso era riposto un bicchiere con un'aspirina al suo fianco.
Non poteva essere. Non era da lei.
E proprio mentre pensai a questo una vagonata di flash della sera precedente affollarono la mia mente facendomi chiudere gli occhi."Zulema non sono ubriacaa!"
"Saray la porto in camera."
"Direi, anche noi ce ne stavamo andando."
"Ma Saraaaay, la notte è giovane!"
"Biondina tu sorprendi ogni giorno di più.
Ma ora abbiamo tutte bisogno di riposare.
Zule sicura? Non vuoi una mano?"
"No hermana no te preocupes."
"Stai attenta."
"Claro. Buenas noches."
Una serie di immagini offuscate tormentavano la mia vista, stanze che giravano, poi riuscii a notare quello che mi sembrava un giardino anche se lo vedevo quattro volte in più del normale. Mi chiesi come stessi riuscendo a camminare.
Non avevo il controllo sul mio corpo, non sentivo le mie gambe. Eppure ero in piedi, di questo ne ero certa.
Mi girai di lato notando la presenza di una persona.
E solo lì mi accorsi che il mio giro vita era avvolto dalla presa salda della mora, la quale con attenzione mi stava accompagnando in stanza.
"Zule.."
"Quanta confidenza Bionda. Da stronza arrogante sono passata ad essere Zule?"
Non riuscii a togliere lo sguardo dal suo viso che attentamente guardava la strada da percorrere, camminando per due.
"So di essere irresistibile, ma se guardassi avanti mi eviteresti il doppio della fatica."
Distolsi il mio sguardo imbarazzata, ma non riuscii a trattenere un sorriso. Cosa che notai anche in lei.
"Sali."
"Cosa? No Zulema."
"Ho detto sali."
"No!!"
Mi prese di peso su una spalla facendomi uscire dei gridolini divertiti.
"Zulema ti prego! Vomito! Riesco a farle le scale!"
"Ma se non riesci nemmeno a stare in piedi?"
"Zulema io riesc.."
"Cazzo Bionda tu non la chiudi mai quella bocca. Siamo arrivate, ecco."
Delicatamente mi fece scendere da lei e per poco non persi l'equilibrio una volta in piedi.
Il suo braccio mi prese di forza, attento, quasi come se l'avesse già previsto.
"E tu saresti in grado di salire le scale?"
"Cazzo Zulema apri la porta, come sei polemica."
Scoppiammo in una risata, incatenando un'ennesima volta i nostri sguardi.
La vidi scuotere la testa ed entrare in camera seguita da me.
"Vale, sono ubriaca."
"Ma non mi dire Rubia."
Mi iniziai a spogliare lentamente e fu in quel momento che dentro di me sentii nascere quella voglia di sentirmi desiderata da lei.
Come quando entrai in quell'enorme villa popolata da un'infinità di persone, ma che tra mille, gli unici occhi che guardai furono i suoi su di me.
Mi tolsi lentamente il vestito sentendo il suo sguardo ardere sul mio corpo.
Mi girai sorridendo, completamente in intimo, vulnerabile ed esposta di fronte ai suoi occhi che non si fecero problemi a guardarmi.
La vidi avvicinarsi, prendendomi lentamente per il collo.
"Non mi provocare Rubia."
"Non so di cosa tu stia parlando."
"Ah no? Non lo sai?"
Sentii le sue mani accarezzare il mio interno coscia per poi proseguire sopra la stoffa del mio intimo.
"Ahh.."
"Non ti scoperò."
"Perchè..?"
"Perchè no. Non..così."
"Non così?"
Un sorriso a trentadue denti fu la conseguenza delle sue parole che fecero sussultare il mio cuore.
Avrebbe potuto approfittarsi di me in qualunque momento quella sera, soprattutto ora.
Ma non lo fece.
Questo mi dimostrò che infondo lei ci teneva, nonostante tutto quel che fece per mascherarlo.
"Che significa?"
"Beh si, sei ubriaca fradicia, non mi va di fare tutto da sola no? E poi chi ti dice che farei qualcosa con te?"
"Davvero Zulema? Dopo lo stanzino mi fai una domanda del genere?"
"Era un obbligo Bionda, non farti troppe illusioni."
Sapevo benissimo oramai come reagiva Zulema di fronte a certe situazioni. Per questo quella frase non mi fece male anzi, al contrario, mi fece sorridere.
"L'obbligo non era di scoparmi su una mensola."
"Mi hai baciata tu."
"Non mi pare che fossi contrariata."
Rimase in silenzio, un silenzio che valeva molto più di ciò che avrebbe potuto dire.
Finii di cambiarmi e quasi non rischiai di cadere infilandomi i pantaloncini del pigiama.
"Bionda..non ti farò da sostegno per l'eternità. Sdraiati."
Finalmente mi infilai nel mio letto, caldo e protettivo, ma troppo vuoto per una persona sola.
"Zulema.."
"Che c'è?"
"Puoi..venire qui..?" biascicai, temendo più di qualunque altra volta la sua risposta.
Scoppiò in una risata che mi fece pentire subito della mia richiesta. Una richiesta che mai avrei avuto il coraggio di farle se non fossi stata ubriaca persa.
"Lascia stare, sono ubriaca. Notte." risposi tanto infastidita quanto..ferita.
Ma come biasimarla. Tutto questo era troppo anche per lei. Aveva già fatto molto più di quel che mi aspettassi e di quel che, ero sicura, si sarebbe aspettata anche lei stessa.
Spensi la luce arresa e i miei occhi si fecero pesanti.
Ma più volevo dormire e più non ci riuscii.
D'improvviso una presenza al mio fianco mi fece sobbalzare, ma quando il suo profumo inondò le mie narici, mi tranquillizzai d'impulso.
Come fosse un antidoto, la sua presenza mi faceva da calmante.
"Se provi a dirlo a qualcuno ti.."
"Non lo farò."
Sentii anche il suo corpo rilassarsi, avvolgendo piano la mia vita con il braccio.
Mai mi sarei aspettata tutto questo da lei.
Mai mi sarei aspettata tutto questo da me.
Cosa significava quello che stava succedendo?
Mi ricordo ancora il primo istante in cui posò il suo sguardo su di me.
Così intimidatorio, così tagliente, a tratti oscuro.
Ma la lessi dentro dal primo momento in cui i miei occhi si legarono ai suoi.
Era fredda, acida, arrogante, insensibile all'apparenza. La guardai bene: era la cosa più bella che avessi mai visto. Fragile, dolce, bella, ferita.
Io non le espressi mai le mie emozioni a parole e in quel momento avrei tanto voluto farlo.
Ma non mi concessi questo lusso, nemmeno quella volta. E così, racchiusi tutti i miei sentimenti in un'unica parola. La più adatta per quel momento.
"Grazie."
Un grazie che aveva il sapore di amore, il sapore di salvezza da una vita monotona che solo lei aveva reso ogni giorno sempre più intensa.
Sentii i miei battiti cardiaci rilassarsi, il respiro farsi più pesante e, finalmente, gli occhi chiudersi per abbandonarsi alla pace di quel dolce momento.
Non sentii più niente.
Niente se non una frase.
"Alla fine ci siamo concesse il lusso di baciarci."
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Fue porque la necesitas.🦂
Fanfiction"Odio e amore sono divisi solamente da una linea sottile." Zulema e Macarena ambientate al college, una storia diversa dalle altre. La storia di un amore travolgente e di un odio profondo tra due poli opposti, destinati ad incontrarsi tra le mura d...