Capitolo 11

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I giorni erano passati da quel terribile incubo che Shaila aveva fatto, ma il Lloyd del sogno continuava a tormentarla, negli ultimi giorni le sembrava di scorgerlo con la coda dell'occhio, per poi voltarsi e non vedere nessuno.
Cercó di ignorare ciò che le stava accadendo, ma il problema divenne vero e proprio quando iniziò a sentire anche la sua voce.
"Shaila..."
"Chi è?!"
"Shaila... La promessa.."
"Lloyd sei tu?"
Shaila girò per la cucina, un mattarello in mano, pronta a difendersi.
"Shaila.... Devi mantenere la promessa!"
Lloyd comparve all'entrata della cucina, fermo sulla porta.
"La promessa Shaila!"
Lloyd avanzò velocemente verso Shaila che chiuse gli occhi e lanciò il mattarello verso di lui, lanciando un piccolo grido.
"Mamma stai ben-"
Penelope comparve sulla porta e schivó appena in tempo il mattarello che la madre aveva lanciato
Shaila riaprì gli occhi, Lloyd era scomparso, ora aveva invece davanti il volto preoccupato della figlia più piccola.
"Cosa è successo?" domandò la ragazza
La madre sospirò e si sedette su una sedia, appoggiando i gomiti sul tavolo e mettendosi la testa tra le mani
"Penso di star impazzendo" dichiarò la donna.
"Perché mai pensi questo? " chiese la figlia avvicinandosi alla madre per poggiare una mano sulla schiena
Shaila esitò non del tutto sicura di volerlo raccontare a Penelope
"Qualche tempo fa ho avuto un incubo su.. tuo padre.. E ora continuo a vederlo durante il giorno" disse la rossa, la testa ancora tra le mani.
"Sei solo stressata e anche se papà fosse morto e diventato un fantasma non ti tormenterebbe mai" tentò Penelope
"Potresti anche aver ragione, ma resta il fatto che io vedo qualcosa e questo mi sta distruggendo" stabilì Shaila
"Nei miei corsi pomeridiani di psicologia ho studiato che il senso di colpa può fare avere allucinazioni, solamente brutti scherzi della nostra coscienza.
Può essere il tuo caso?" ipotizzó la bionda
Shaila tacque e si fece pensierosa
"Ti senti ancora in colpa per non aver potuto aiutare papà?" domandò la figlia minore
Shaila annuì piano
"Beh allora ci sarà pur qualcosa che puoi fare per sentirti un po' meno in colpa" propose Penelope
La rossa sospirò
"Si una cosa c'è..."

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"Cosa ci facciamo qui?" chiese Marabelle, guardando l'immenso prato verde davanti a sé, fiori di ogni genere erano sparsi tra esso: margherite, tulipani, gigli, denti di leone, persino dei girasoli.
"È passato molto tempo da quando sono stata qui, l'ultima volta " pensò tra sé Shaila
"Quindi conosci questo posto?" domandò l'altra figlia
"Si, ci venivo molti anni fa con vostro padre, quando eravamo ancora solo dei ragazzi" spiegò la donna
"Questo posto è fantastico! E gli edifici di Ninjago non ne contaminato la vista!" disse emozionata Penelope
"Wow guardate che belli questi fiori blu!" gridò Marabelle, già immersa nel prato verde.
Penelope la raggiunse in fretta e osservò attentamente il fiore
"È una centaurea blu.
Il suo colore è magnifico." dichiarò la bionda
"Cosa ne sai tu sui fiori?" chiese la sorella
"Tu sarai anche un'esperta in astronomia, ma io lo sono per quanto riguarda le piante" disse la più piccola, toccando con dita leggere i petali del fiore.
"Mi ricorda me stessa" annunciò allegramente Marabelle
"Tu invece mi ricordi..... Una rosa verde! Si proprio quella!" disse la ragazza rossa
"Le rose verdi non esistono in natura, sono di origine artificiale, sono state create dall'uomo" chiarí Penelope
"Tua sorella ha ragione, per quanto mi piacerebbe vedere rose verdi in uno splendido prato, non accadrà mai nulla del genere" concordó la loro madre arrivando alle loro spalle
"Tu mamma invece mi ricordi uno di quei fiori gialli con la punta dei petali arancio... Com'è che si chiamano.." disse la sedicenne
"La calendula" disse Penelope al posto suo
"Si esatto, proprio quella" annuì la rossa
"Guardala laggiù" disse la maestra dell'energia, indicando qualche metro più in là.
"Wow in questo prato c'è ogni genere di fiori! Sono un'infinità!" esclamò Marabelle correndo verso i fiori arancioni.
"A volte mi sembra che sia tu la più matura delle due" confidò Shaila alla figlia mentre guardava Marabelle correre nel prato con la stessa gioia ed energia di una bambina.
"Forse solo un pochino" concordó Penelope.

Ninjago: il tempo non aspetta nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora