Capitolo 8

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Non avrei mai immaginato che da lì a poco mi sarei ribattuto in lui, e in che modo poi!
A vederlo all'interno del negozio di musica, Heric sembrava un ragazzo tranquillo, innocente.

Non che non lo fosse.

Anche se, a poco a poco iniziai a conoscerlo meglio, e mi accorsi che c'era qualcosa di misterioso in lui.
Alle volte si dimostrava in un modo, quando poi scoprivi che in realtà poteva essere in tutt'altro.

La sua amicizia con lui fu diversa rispetto a quella che potevo avere con Nate. Quest'ultimo mi trattava più come un fratellino.

Heric no.

Heric era proprio l'amico di cui avevo più bisogno per rimanere, a volte, il bambino che ero.
Eravamo coetanei, era facile fare cose da coetanei. Cose che stavo da un po' trascurando.

Da quando iniziai a frequentare Jeremy e gli altri, le mie abitudini da ragazzino stavano cambiando.

Stavo crescendo velocemente.

Anche troppo.

È stato proprio grazie ad Heric se ogni tanto potevo permettermi di tornare sui miei passi, sui passi della mia età, che era di soli undici anni.

~

Una volta usciti dal negozio riesco a sentire sulla mia destra l'ansia di Scarlett, mentre sulla sinistra la strafottenza di Emma.

"Che cavolo dico ora alla mamma?!"
"Io te l'ho detto che avevo un'idea ma tu-"
"Emma finiscila, oggi te e Jace avete già fatto troppo." Sul volto di Scarlett non c'è rabbia, ma tanta preoccupazione sì, eccome.
"Le diciamo la verità, e basta. Magari il tizio riesce a sistemarla." Sbuffo, anche un po' perché ammetto di sentirmi in colpa per la chitarra di mamma.
"Vediamo se se ne accorge, nel caso... voi acqua in bocca, avete capito?!" Ci minaccia nostra sorella maggiore, che in questo momento sta mostrando le sue doti da sergente ereditate da nostro padre.

Sto per parlare, ma il demone, con la sua voce squillante da bambina, mi interrompe ancora prima che potessi iniziare.

"L'unica cosa che voglio in bocca è un gelato! Eddai Scar, me lo compri?" Certo che quando si tratta di fare gli occhi dolci quella peste potrebbe sembrare la bambina più buona al mondo, eppure.
"Sì sì, ora te lo prendo..." Sospira Scarlett, come se l'unica cosa che volesse è zittirla.

Beh, chi non lo vorrebbe.
Sarebbe un sogno che si avvera.

Ad un tratto un raggio di sole mi acceca.
Mi porto la mano davanti, per coprirmi.
Quel calore mi fa tornare in mente le volte passate a giocare sotto il sole.

Mi manca il basket.

Ormai è un po' che non gioco, se non ogni tanto qualche palleggio in casa.

La maggior parte del tempo mi tocca passarlo con Jeremy e gli altri, e l'unico a cui piace giocare è Nate.
Capita di fare qualche canestro con lui, ma non è la stessa cosa che giocare in squadra.

Quanto mi piacerebbe tornare a giocarci come prima.

"Vado al campo, ci vediamo dopo." Dico ad un tratto, mentre Emma continua a saltellare attorno a Scarlett per il suo dannato gelato.
"Che vuol dire ci vediamo dopo?!" Mi guarda con un'espressione confusa, e io ricambio.
"Che... ci vediamo dopo?" Faccio spallucce, domandando ovvio.
"Cosa dico a mamma e papà? Devi avere il loro permesso per andarci, lo sai. E oggi dovevo tenervi io sotto controllo... che poi guarda com'è andata...!" Scarlett si porta una mano alla fronte esasperata.
"Uff, non iniziare a fare la mamma ti prego. Ne ho già una, non ne ho bisogno di un'altra." Sbuffo, cominciando a camminare.
"Fai poco lo spiritoso, che per quante ne combini avresti bisogno di dieci mamme che ti stiano dietro."
"Ma anche no, grazie. E poi mi basta papà! Comunque stai tranquilla, vado al campo a fare qualche tiro, poi torno. Lo sai che sono dietro casa."

Il mio Peggior Nemico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora