Capitolo 5

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Passavano i giorni, le settimane, e io continuavo a frequentare Nate, Jeremy e altri loro amici.

Nelle serate estive ci piaceva starcene all'aperto, in qualche campo da basket o in un boschetto fuori dalla vista degli sguardi curiosi.
Questo perché ovviamente era nella norma tirarsi su qualcosa da fumare o bere birra a non finire, lasciando le bottiglie vuote in giro.
Per loro, chiaro. Nate mi faceva guardare ma non toccare. Non potevo sapere che di lì a poco avrei cominciato anch'io.
Durante le giornate, però, il caldo era sempre parecchio fastidioso e asfissiante. Conveniva di più starcene in casa.

E quale casa poteva essere migliore se non quella Price?

La prima volta che entrai a casa di Jeremy sentí come una sorta di desolazione.
Era un piccolo appartamento di un vecchio palazzo, e sarebbe potuto essere anche abbastanza accogliente se non fosse stato per il disordine che c'era.
Si vedeva che i genitori non si occupavano particolarmente della casa, anche perché credo di averli incontrati sí e no tre o quattro volte. Il salotto era sempre pieno di carte, documenti, libri o cappotti e scarpe in giro, la cucina era molto piccola, le dispense vuote se non per qualche cosa da mangiare che portava la madre ogni tanto, dopo la spesa.
La stessa stanza di Jeremy era un completo disastro: il letto sempre disfatto, disegni e graffiti sul muro fatti proprio da lui, vestiti in giro e puzza di fumo a non finire.

Non ci misi molto ad abituarmi a quell'ambiente, proprio perché ci passavamo la maggior parte delle giornate. I genitori rincasavano tardi, e noi prontamente uscivamo da lì.

Da quel che spiegò più volte e da quel che iniziai ad intuire io col passare del tempo, sua madre e suo padre erano separati in casa.
Non so perché non attuassero le pratiche per il divorzio. Secondo Nate, parlandone in privato con lui, nessuno dei due voleva preoccuparsi di cercare un'altra abitazione e spendere nuovamente altri soldi. Ma questa è solo una sua supposizione, Jeremy non ha mai voluto far intendere nulla di più.

~

"Jace mi raccomando, io e papà stiamo uscendo. Tu ed Emma restate a casa finché non torniamo."

Alle parole di mamma smetto di guardare la tv e salto dal divano.

"Ma- mamma! Tra poco devo vedere dei miei amici!" Corro davanti a lei, che sta allacciando le sue scarpe.

Quando solleva lo sguardo la vedo bella come sempre, ben truccata e vestita, i capelli morbidi che le cadono lungo le spalle e il suo profumo dolce che riconoscerei anche in lontananza.

"Uff, sempre il solito sei!" Mi sussurra lanciando qualche occhiata dietro di me. "Ti lascio andare, ma devi rincasare prima di cena in modo tale che papà non sappia che sei uscito. Lo sai che ti aveva chiesto di stare a casa con Emma." Fa per prendere la sua borsetta bianca dando un ultimo sguardo furtivo per controllare dove potesse essere papà.

"Isabelle, possiamo andare." Appena in tempo compare nel salotto, sistemando la sua camicia e prendendo le chiavi della macchina.
"Oh, certo!" Esclama mamma, che però si affretta ad avvicinarsi a me con disinvoltura. "Non lasciare Emma da sola però, portala con te e non fate tardi- Eccoci pronti!" Mamma cambia subito intonazione di voce appena papà si affianca a lei.
"Perfetto, andiamo. Jace, ricordati di stare a casa con Emma per lo meno fino a che non rincasiamo o noi o Scarlett."
"Certo, papà." Annuisco fiero, sapendo però di avere le spalle coperte da mamma.
"Mh? Stai bene?"

Il mio Peggior Nemico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora