Capitolo 17

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Con l'inizio delle scuole medie il tempo volò velocissimo, e in un attimo ci ritrovammo già il Natale a bussare alle nostre porte.

Quanto era bello, il Natale.

Era tutto così magico e nemmeno lo sapevamo, o comunque non ci facevamo troppo caso.

I pranzi, le cene, i regali, gli addobbi, i momenti in famiglia e con gli amici. Ma soprattutto... mamma e papà.

A casa nostra era sempre festa: mia madre aveva l'abitudine di preparare l'albero già a fine novembre per farci sentire l'atmosfera natalizia per più tempo possibile.

E lei ci riusciva perfettamente. Forse anche troppo.

Da una parte era stupendo, ma dall'altra... ha lasciato un vuoto incredibile.

Passai solo altri due Natali con i miei genitori e le mie sorelle.

Credo che se avessi saputo prima che questi sarebbero stati gli ultimi istanti con loro avrei dato di ogni per fargli avere indietro tutto ciò che mi hanno dato loro.

Ma non potevo saperlo, perché il futuro è incerto, e il destino ti strappa via la vita da un momento all'altro, senza neanche darti il tempo di assaporare quelle sensazioni un'ultima volta.

E io ora li voglio ricordare così quei momenti con loro: infiniti.

Infinitamente unici.

Dei ricordi preziosi che conserverò per il resto dei miei giorni. La casa avvolta dalle luci e da un profumo di biscotti appena sfornati, il sorriso di mamma quando vedeva il mio, gli abbracci di papà e i suoi consigli su come essere una brava persona e le mie sorelle spensierate.

Già, soprattutto loro. Che di spensieratezza ne avrebbero avuta poi molto poca, se non per niente.

Quel Natale fu uno degli ultimi momenti senza pensieri. Quando arrivò il nuovo anno cominciarono i gravi problemi, e la mia vita cambiò radicalmente.

Fu un processo che partì lento... ma all'improvviso accelerarono tutte quelle orribili vicende che mi segnarono dentro.

Jeremy e Nate continuavano, nel frattempo, a fare i loro incontri. Erano maledettamente forti.

Nate aveva un controllo di sé stesso che gli ho sempre invidiato. Mentre Jeremy era un pazzo.
Letteralmente.

Ne combinava di tutti i colori. Non aveva mezze misure: la parola d'ordine era vincere.
E ci riusciva sempre, lui come Nate.

Erano uno l'opposto dell'altro, ma il fine era lo stesso: la vittoria.

In pochi mesi si fecero un nome in tutti questi giri. Le persone scommettevano su di loro e i soldi guadagnati cominciavano ad aumentare.

Ricordo che io ed Heric andavamo quasi sempre a vederli e rimanevamo a bocca aperta ogni volta. Dopo un po' di tempo cominciammo a farci l'abitudine, ma inizialmente sembrava di stare dentro a un film d'azione.

Un ostacolo si presentò molto presto però: Scarlett.
Vedeva spesso graffi e ferite sul volto e sulle mani di Nate, e la cosa le puzzava molto.
Tentammo di girarci intorno più volte, ma c'erano momenti in cui le botte erano più del dovuto. Nate decise di dirle che si trattavano solamente di incontri di boxe, in modo tale da farla stare più tranquilla.

Ma era molto difficile.

Fu anche per questo che io non ripresi più con nessun incontro. Lo volevo, anche tanto. E Jeremy tentava spesso di tirarmi in mezzo. Ma Nate ed Heric mi convinsero a non farlo, soprattutto per non destare troppi sospetti ai miei genitori o a quelle furbe detective delle mie sorelle. Scarlett in particolare, essendo la maggiore.

Il mio Peggior Nemico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora