Capitolo 4

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Le bande.

Quei gruppi di ragazzi che si uniscono e condividono valori che li accomuna.

Giovani in contrasto con la società, che si "battono" contro i pregiudizi davanti ai quali vengono sottoposti.

Così venivano descritte dai giornali e dai mass-media.

Tutte stronzate, dico io.

Eravamo dei semplici teppistelli da quattro soldi.

Se sapevo che ne avrei mai fatto parte?
Ovviamente no.

Non mi sarei mai immaginato di unirmi ad una di queste, per quanto piccola fosse rispetto ai veri delinquenti di cui è da sempre piena una città immensa come New York.

I veri giri illegali e criminali erano chiaramente controllati e seguiti da bande esperte, veri menti padrone nel campo, e non pochi ragazzini che si divertivano a provare qualche canna, un po' d'erba o a rubare qualcosa di piccolo.

Noi non eravamo nulla in confronto a certi trafficanti. Su una scala da zero a cento non potevamo nemmeno essere presenti, se non sotto zero.

Eppure tante volte mi son chiesto... e se avessimo continuato ad allargare il giro?
Per nostra fortuna non arrivammo mai a fare nulla di realmente grave, ma non ne abbiamo comunque passate di belle.
Chissà come fanno le vere bande criminali di New York a condurre quella vita?
A scappare dalla polizia ogni giorno, a nascondersi, a gestire i veri grandi traffici di droga e tanto altro che, forse, non riuscirei nemmeno ad immaginare.

Da una parte mi ritengo fortunato a non essere arrivato a tanto, ma dall'altro avrei evitato tanti di quei problemi.

Come per ironia della sorte, colui che mi accettò dall'inizio senza dubbi nel gruppo fu proprio lui. Quello che non sapevo che di lì a poco sarebbe diventato la causa di tanti miei problemi.

Jeremy.

Già, era forse l'unico che mi voleva.
A differenza invece di Nate, che non mi voleva affatto inizialmente.
Strano, vero? Proprio lui, che sarebbe poi diventato uno dei miei migliori amici.

Però è proprio questo il punto... era proprio in questo che avrei dovuto cogliere da subito la differenza tra loro due.
Ma ero solo un bambino, cosa potevo saperne?
Nulla, meno di zero.

C'erano dei motivi per cui uno mi accettò, mentre l'altro no. O per lo meno, non subito.

E ad oggi, li ho finalmente capiti, questi motivi.

~

Dopo aver salutato gli altri afferro la palla, e continuando a palleggiare mi incammino verso casa.

Che bello vedere che è arrivata l'estate.
Sono già le 20.00 passate, eppure c'è ancora luce. Anzi, me ne rimarrei volentieri a giocare anche da solo, ma ovviamente se non torno a casa entro cena papà mi mangia vivo!

Niente più scuola, niente più maestre che urlano per tutto, niente di tutto questo.

Ufficialmente, dal momento che mi toccherà cominciare le medie.

Bisognerà ricominciare tutto da capo. Nuova scuola, nuovi professori, nuove materie, nuovi amici.
Speriamo almeno abbiano una bella palestra per giocare a basket.

Sto per raggiungere la via di casa mia, ma mi blocco a quella che la affianca appena sento un grande tonfo, come se qualcosa fosse andato a sbattere su un cassonetto della spazzatura.
Se non ricordo male qua dietro dovrebbero esserci proprio quelli.

Il mio Peggior Nemico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora