Capitolo 49

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Eccomi qui, sveglia davanti alla tv spenta.

I miei pensieri mi divorano.

Non faccio altro che piangere da ore ormai.

Sono le 2.

Continuo a pregare che quel intervento vada bene.

Dopo un paio di minuti sento dei rumori, mi allarmo e mi alzo in piedi.

Vedo la porta d'ingresso aprirsi e Alessandro davanti ad essa.

Corro verso di lui e lo abbraccio forte.

Lui nota le mie lacrime e mi stringe a se.

Io comincio a singhiozzare silenziosamente mentre mi stacco dall'abbraccio.

Lui mi prende la mano, usciamo da casa mia e andiamo da lui.

Entriamo e andiamo a sederci sul divano.

"Sapevo che c' era qualcosa che non andava" dice lui stringendomi.

Io mi asciugo le lacrime e nascondo il viso tra i capelli.

"Non ti nascondere" dice spostandoli "Con me puoi sfogarti quanto vuoi"

Io continuo a piangere e lui mi stringe a se accarezzandomi la schiena.

Ogni tanto mi lascia dei bacietti sulla testa.

Piango piango e piango ancora, fino a che non mi rimangono liquidi in corpo da tirar fuori.

Mi sento malissimo.

Mi stacco dal suo abbraccio e mi asciugo le guance.

"Vuoi dirmi che cosa è successo?" chiede lui in un sussurro.

"La mamma...non sta bene...h-ha un problema al cuore" dico io "E martedi si deve operare, ma alla sua età un operazione del genere non va mai a buon fine"

"Dio piccola mi dispiace da morire" dice lui stringendomi forte "Ma cerca di essere un pò positiva"

"No...non mi voglio illudere per poi rimanerci ancora peggio" dico io.

Ed è cosi, ogni volta che cerco di guardare il lato positivo delle cose finisce sempre male.

4 giorni.

4 fottuti giorni per stare con lei.

Ho perso tutti, non posso e non voglio perdere anche lei.

La morte di mio papà è stato un trauma ma almeno avevo ancora lei.

Guardo Ale che mi sta guardando attentamente.

"Tu non dovevi tornare tra 2 giorni?" chiedo con un filo di voce.

"Si ma ho visto che qualcosa in te non andava, quindi appena ho chiuso la chiamata con te, mi sono alzato e ho preparato tutto in fretta e sono andato in stazione, sono qui dalle 10 ma volevo lasciarvi da sole, però poi l' ansia mi stava divorando quindi sono venuto" dice lui.

Dio, non me lo merito.

"Grazie" dico piano baciandolo.

Mi sono mancate le sue labbra, mi è mancato lui.

ALE POV

Vederla cosi mi distrugge.

Ha gli occhi gonfissimi e le labbra arrossate.

Darei qualsiasi cosa pur di non vederla in questo stato.

Già prima dormiva poco, immagino che dopo questa notizia non dormirà per niente.

"Dormiamo un pò, hai voglia?" chiedo dolcemente.

"Tu vai pure, sarai stanco, ti raggiungo tra un pò" dice lei sorridendo leggermente.

"So che non mi raggiungerai" dico io.

Lei abbassa la testa.

Io la prendo e l'abbraccio.

"Vieni con me" le dico alzandomi e prendendole la mano.

Lei si alza e si trascina fino in camera mia.

Ci sdraiamo e mi abbraccia.

Io le accarezzo i capelli piano piano, so quanto la rilassa.

Si addormenta dopo poco, deve essere sfinita.

-

Quando mi sveglio lei ovviamente non è con me sul letto.

Mi alzo e faccio un giro in casa, ma non c'è.

Allora vado in bagno mi lavo faccia e denti ed esco.

Suono al suo appartamento e mi apre.

Lei mi sorride leggermente, non ha chiuso occhio, questo è più che evidente.

Prima di farmi entrare mi lascia un bacio sulle labbra.

Mi prende la mano e andiamo in cucina dove troviamo la mamma.

"Oh finalmente ho il piacere di conoscere il famosissimo Alessandro" sorride lei alzandosi.

Viene verso di me e mi abnbraccia.

"E' un piacere anche per me" le sorrido.

"Dai ora sedetevi che vi porto la colazione" dice Nina.

"Io vado un attimo in bagno" dice la mamma.

Io vado verso Nina e l'abbraccio da dietro.

"Ti sei riposata un pochino?" chiedo appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Si si, non preoccuparti" dice girandosi e dandomi un bacio.

Io la guardo attentamente e tocco le sue occhiaie.

"Bugiarda" dico dolcemente e lei sorride.

Mi abbraccia.

"Ti amo" dice.

"Anche io, tantissimo" dico stringendola.

"Ti sei divertito con i ragazzi?" chiede lei staccandosi.

"Si, abbiamo giocato alla Play ogni notte, ma non c'è divertimento, li batto sempre" dico io.

"Ti sono mancata eh?" dice ridendo leggermente mettendo la colazione sul tavolo.

"Più che altro mi vantavo del fatto che la mia ragazza in mezz'ora avesse imparato a giocare meglio di loro" dico e lei ride.

"La tua ragazza" dice lei sorridendo.

"Si, la mia" dico io.

Amati sempre - Alessandro CasilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora