IV- Nathan.
Nathan venne scosso violentemente da mani forti e possenti. Spalancò gli occhi: non ricordava di essersi addormentato.
<< Sono sveglio! Sono sveglio! >> si lamentò il giovane, agitando le braccia. Andrea mollò la presa su di lui: << Nathan, non puoi capire cos'è successo! >>. Il figlio di Uriele aveva i lunghi capelli castani raccolti in una coda di cavallo. Nei suoi occhi color nocciola Nathan riusciva a scorgere un miscuglio di sentimenti che andavano dall'eccitazione al timore. Il figlio dell'arcangelo Gabriele si passò una mano tra i capelli: il dolore al tallone provocato dal morso del serpente era completamente svanito. Spostò lo sguardo verso i suoi compagni che erano tutti in piedi, con la testa che sporgeva fuori dalla tendina dorata dove erano stati sitemati.
<< Hanno trovato uno scarto del diavolo, Nathan! >> esclamò Andrea. Il cuore del giovane biondo perse alcuni battiti.
Era una cosa che non accadeva da anni, se non secoli!
<< Finn è qui fuori e sta spiegando la situazione. Sono tutti così spaventati! >>
<< Si sa chi è? >> Nathan aveva un bruttissimo presentimento. I suoi pensieri erano volati subito alla ragazzina che aveva notato tra la folla qualche ora prima. Andrea annuì, piano: << Finn ha nominato una certa Helen e molti di quelli che vengono dal collegio si sono lasciati sfuggire gridolini di paura. Una ragazza dai capelli rossi si è anche messa a piangere >>.
Il ragazzo si precipitò giù dal letto e scostò di un po' la tenda che separava lui dal resto degli angeli, quanto bastava per permettere a lui e ad Andrea di osservare ciò che accadeva fuori. Finn era al centro della pseudo infermeria e aveva una mano poggiata sulla spalla di una ragazzina dai foltissimi e riccissimi capelli rossi, che singhiozzava inginocchiata ai suoi piedi. Si copriva il viso con le mani, ma Nathan riconobbe la chioma: << Andrea...quella...questa mattina era al fianco di quella ragazzina bionda..non è così? >> mormorò, con il cuore in gola. Andrea osservò attentamente la giovane, poi annuì: << Si, è lei. Vuoi vedere che è proprio la sua cara amichetta ad essere lo scarto? >>.
Nathan non rispose.
Ecco perchè aveva provato quel sentimento, ecco perchè gli occhi azzurri di lei gli avevano fatto correre lungo tutta la schiena brividi freddi, scariche elettriche che le avevano invaso il cervello di onde negative.
Finn fece alzare la giovane dai capelli rossi e l'affidò ad un ragazzo dalle guance rosee e paffute che la portò via, mentre quella ancora singhiozzava e si lamentava.
<< Ragazzi miei >> disse l'angelo anziano << di là c'è ancora gente che attende di eseguire il test. Dimenticate ciò che è successo, vivete la vostra vita e fate di tutto per far si che questi avvenimenti non accadano più! >> e poi uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando tutti con sguardi colmi di confusione mista a terrore.
†
Era sera ormai. Nathan era stanchissimo, nonostante avesse dormito per la maggior parte della giornata. I suoi pensieri erano completamente rivolti alla giovane bionda. Il suo volto non era per niente malvagio, o crudele. Lui aveva sempre immaginato i Demoni di Lucifero come esseri oscuri, dagli occhi rossi. Anche i libri che aveva letto sull'argomento descrivevano queste creature a quel modo. Forse la permanenza nel Paradiso aveva mutato il suo aspetto? O magari era stato proprio Lucifero a volerne modificare i caratteri?
Scosse la testa bionda, cercando di pensare ad altro. Era da poco tornato insieme agli altri alla reggia degli arcangeli.
All'interno tutti erano in gran fremento: la notizia dello scarto del diavolo si era ormai diffusa per tutto il Paradiso. Era una cosa tanto spaventosa quanto straordinaria: era un evento triste, oscuro, ma comunque fuori dalla norma. Nathan entrò negli alloggi privati del Palazzo degli Arcangeli, passando sotto l'imponente arcata in marmo decorata con sculture di animali di ogni tipo, e si abbandonò su un morbido divano in pelle color panna, seguito anche dagli altri che sembravano sconvolti e stanchi quanto lui.
<< Non ci posso credere... >> mormorò Giuditta, con voce tremante << ...questo non doveva accadere >>
<< Già...chissà cosa succederà ora >> disse Jacopo, massaggiandosi una tempia.
<< Ah! Mi pare ovvio che quella ora viene spedita dritta dritta da dove è venuta! >> esclamò Andrea. Lia era seduta accanto a lui e rise: << Hai ragione, non dobbiamo avere pietà di queste creature che tentano di distruggere il bene...loro ed i loro stupidi giochetti. Sono così ridicoli! >>. Le parole di Lia innervosirono Nathan. Per quanto le volesse bene, alcune volte lei ed il suo acido sarcasmo esageravano.
Lia era sempre così legata alle tradizioni, non faceva altro che elogiare ogni parola della Bibbia, ogni singola sillaba era linfa vitale per lei.
Eppure Nathan alcune volte notava nei suoi gesti, nelle sue parole, una certa insicurezza. Per questo non aveva mai il coraggio di riprenderla: essere acida era il suo modo di nascondere la propria debolezza interiore.
Elisabetta incrociò le braccia e poggiò la testa sullo schienale del divano: << I nostri genitori saranno riuniti tutti, a questo punto. Non credo che saranno qui prima di domani mattina...un giorno toccherà a noi prendere decisioni, governare il Paradiso >> gli occhi le si illuminarono di gioia. Elisabetta andava fiera del suo destino.
<< Io non oso immaginare quei poveri angeli che saranno sotto il suo dominio, Bettina >> scherzò Elia.
L'angelo dai capelli rosso scuro lo fulminò con lo sguardo.
<< Nathan sei stranamente silenzioso, ti senti bene? >> domandò Jacopo << vuoi una tisana? >>
<< No, sto bene >>
<< Sicuro? Le tisane rilassano i muscoli, la mente e regolano l'intestino. Magari non sei andato i bagno in questi giorni? Ti fa male la pancia perchè soffri di stitichezza? >>
<< Io cos..? >>
<< O forse ti fa male ancora un po' il tallone? Vuoi una pomatina? Un anti dolorifico? >> Jacopo continuò ad investire Nathan di domande. Il figlio dell'arcangelo Gabriele alzò una mano per farlo tacere: << Sto bene Jacopo, davvero. Ho solo bisogno di silenzio e tranquillità, grazie >>.
L'amico annuì: << Ma se hai bisogno di qualcosa conta pure sul mio aiuto! >>. Nathan si lasciò sfuggire un sorriso stanco e sospirò. In effetti una tisana non gli avrebbe fatto male, ma non aveva voglia di risvegliare l'animo da medico-mammina-iperprotettiva di Jacopo. Passò ancora qualche minuto con i suoi amici, poi decise di ritirarsi nella sua stanza per cercare di prendere sonno.
Uscì dal soggiorno ed attraversò il corridoio fino ad arrivare ad una lunga rampa di scale che si apprestò a salire lentamente. Ogni passo sembrava portarlo a dover ricorrere ad uno sforzo immane.
Arrivato in camera sua, si spogliò ed indossò una tunica più leggera per poi sprofondare nelle morbide lenzuola bianche profumate di vaniglia e lavanda, lavate di fresco.
Si abbandonò ad un sonno vigile, con ancora gli occhi cerchiati da occhiaie della ragazza stampati nella mente.
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Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.
ParanormalHelen, non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sempre vissuto in un orfanotrofio, ma non un orfanotrofio qualsiasi. Helen, infatti, vive in Paradiso: è un angelo. O almeno credeva di esserlo. Quando arriva il giorno del suo diciassettesimo complea...