VI-Helen.
Benchè fosse distesa, girata di spalle e con gli occhi socchiusi, Helen riuscì comunque a capire che c'era qualcuno in quel momento che la stava osservando. Percepiva il suo sguardo gelido sulla nuca.
Aveva ripreso conoscenza da poco e con sua grande sorpresa si era ritrovata distesa su un morbido letto, con un lenzuolo leggero che le copriva il corpo e ,inoltre, qualcuno le aveva fasciato la ferita procuratale da Finn.
<< Ho capito che sei sveglia, mia povera angioletta smarrita >> pronunciò una voce dietro di lei. Helen prese un gran respiro, stringendo con forza la stoffa tra le dita, ed aprì definitivamente gli occhi azzurri, voltandosi. Quella che le apparve davanti fu una delle donne più belle che avesse mai visto: era appoggiata al muro della stanza in cui si ritrovavano, che era vuota, tralasciando il letto su cui era adagiata Helen e una sedia solitaria messa in un angolo. Lunghi capelli castani e lisci le scendevano fino alla vita, seguendo le morbide forme del suo corpo; possedeva gambe magre e lunghe, le braccia erano forti e anche queste ben definite, segnate però da lunghe cicatrici bianche: la pelle, forse una delle cose che la giovane ammirò di più, era leggermente scura. Il viso era un ovale perfetto, come scolpito, e gli occhi tendevano al colore dell'ambra. Indossava una semplice canotta nera, pantaloni dello stesso tono e stivali alti, con i lacci incrociati sul davanti.
Delegutì, intimidita.
<< E così ti hanno dato il benservito, eh? >> continuò a parlare la sconosciuta, che fece qualche passo verso di lei. Helen non disse nulla, continuandola ad osservare con la bocca chiusa, quasi sigillata. Per quanto quella donna potesse sembrare molto potente e anche tanto pericolosa, la ragazza capì che non le sarebbe successo nulla di male. Almeno in quel momento.
<< Ehi, sto parlando con te! Sei per caso muta, ragazza? >>
<< S-si...no, cioè...no >> balbettò Helen. La sconosciuta sorrise, mostrando denti perfettamente allineati e bianchissimi. I canini erano leggermente più lunghi del normale. Le parve quasi di vedere una scintilla di compassione negli occhi di lei, ma non ci si soffermò molto.
<< Sono Bruna, comunque. Tu come ti chiami? >>
<< H-Helen >>.
Quando la giovane pronunciò il suo nome, Bruna parve bloccarsi. Assunse un'espressione strana, nervosa. La vide scuotere la testa castana e sbattere velocemente le palpebre.
<< Sei fortunata...Helen. Se ti avessi lasciata lì, molto probabilmente sarebbe passato qualcuno che sarebbe stato tanto contento di trovare un Angelo Nero dai tratti così puri come i tuoi, completamente nuda >>
<< Angelo Nero? >> domandò la ragazza, lievemente confusa.
<< Ma si, gli abitanti dell'Inferno, no? >>
<< Credevo vi chiamaste Demoni >>. Bruna attorcigliò una ciocca di capelli attorno all'indice, spostando il peso da un piede all'altro, facendo una smorfia: << In Paradiso, ci chiamano così. Noi preferiamo Angeli Neri...dato che resterai qui per parecchio tempo, dovrai imparare ben presto che tutto ciò che ti hanno insegnato lassù, non sono altro che fandonie. Si credono tanto buoni, quelli lì, ma sono marci più di noi, dentro. Noi, semplicemente, non nascondiamo la nostra indole e facciamo ciò che più ci aggrada. E' un mondo duro e oscuro, quaggiù, ma viviamo bene >>.
Helen portò un ciuffo biondo, ancora sporco di terra, dietro un orecchio.
Doveva davvero dimenticare tutto ciò che per lei, fin dal momento in cui era stata in grado di comprendere, era stato importante?
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Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.
ParanormalHelen, non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sempre vissuto in un orfanotrofio, ma non un orfanotrofio qualsiasi. Helen, infatti, vive in Paradiso: è un angelo. O almeno credeva di esserlo. Quando arriva il giorno del suo diciassettesimo complea...