XV-Helen.

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XV-Helen.


Helen prese un gran respiro, osservando il portone in legno che aveva davanti. Riusciva a percepire i rumori provenienti dall'interno della sala: le voci, le risate e la musica le arrivavano alle orecchie come dolci sussurri che non facevano altro che aumentare il suo stato di panico.

Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente, con fare tremolante, per quanto lo strettissimo corpetto dell'abito riuscisse a farla respirare, mentre i suoi occhi scrutavano spaventati i battenti in bronzo. Perchè erano ancora fermi lì fuori? Non era meglio farla finita subito e gettarsi a capo fitto tra le braccia di tutti quei demoni?

Vedendola così agitata, Bruna le poggiò una mano sulla spalla: il suo tocco era piacevolmente caldo contro la pelle nuda.

<< Mocciosetta, ascoltami bene: è solo un ballo. Non ti mangeranno viva, te lo prometto >> disse, incurvando di poco le labbra rosse in un sorriso. Helen annuì cupamente, spostando l'attenzione verso gli altri accompagnatori che erano con lei.

Andromeda sembrava impaziente quanto la giovane, e continuava a sventolarsi con una mano, con fare spazientito e nevrotico: << Mi si scioglierà il trucco di questo passo! Dov'è finito Aiden?! >> sbottò, nel suo scintillante abito argentato.

Demian le fermò la mano e se la portò alle labbra, baciandola lievemente: << Mio piccolo tesoro, non innervosirti. Aiden ha pur sempre sedici anni, si starà facendo bello...come tutti del resto >>. Il tocco del compagno sembrò calmare Andromeda: Helen, da quando li aveva conosciuti, li aveva sempre visti litigare e lanciarsi continue frecciatine, ma l'amore che trapelava dai loro sguardi era fin troppo per un demone.

Spesso rimaneva sorpresa dai comportamenti dei figli di Giuda, Bruto e Cassio: i loro sorrisi gentili, le battutine per risollevarle il morale...forse qualcosa di angelico era rimasto in ognuno di loro, nonostante appartenessero a stirpi completamente diaboliche.

I suoi pensieri vennero interrotti da una risata cristallina: come comparso dal nulla, la giovane si ritrovò davanti il viso lentigginoso di un ragazzino dai capelli rossi e gli occhi vispi, dello stesso colore di Uther e di Leila, la ragazza che aveva intravisto appena arrivata all'Inferno, che ormai aveva imparato ad associare alla progenie di Satana. Fece un passo indietro, quasi inciampando nell'orlo del vestito, scaturendo altre risate da parte di quello che Bruna chiamò Aiden, con tono di rimprovero: era vestito in modo elegante ma disordinato, con camicia nera, giacca e pantaloni blu notte completamente spiegazzati e con una cravatta bianca portata al collo slacciata.

<< Accidenti, ragazzino, non sei nemmeno capace di vestirti?! >> gli disse Bruna, tirandolo verso di lui, aggiustandogli gli abiti. Aiden fece spallucce, infilando le mani nelle tasche: << Queste cose non fanno per me: stasera non volevo nemmeno venire, ma mio padre ha insistito perchè io facessi da cavaliere alla nostra piccola meretricem e non ho potuto rifiutare...ah, a proposito! >>i suoi occhi dello stesso colore del vetro puntarono nuovamente il viso di Helen, facendole correre un gelido brivido lungo la schiena. C'era qualcosa nello sguardo di Aiden che metteva paura...qualcosa che assomigliava ad un misto tra pura follia e freddezza, sentimenti che sono soliti essere letti nelle pupille di un serial killer con il dito premuto sul grilletto: << Questo è per te, mettilo al polso >>.

Tirò fuori una mano da una delle tasche e le lanciò un corsage formato da sottili fiori bianchi, dai petali corti e morbidi. Helen lo afferrò e lo accarezzò delicatamente con la punta delle dita, per poi allacciarlo, accorgendosi solo in quel momento che sulla cravatta candida di Aiden era stata ricamata la stessa pianta. Improvvisamente ricordò anche della mezzaluna che avevano Andromeda e Demian e capì che quello era un ballo a coppie. Strinse le labbra, per niente rassicurata o eccitata dall'idea.

Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora