XIV- Helen.
I rumori attorno a lei erano come ovattati: la voce di Bruna le arrivava con lentezza, quasi a rallentatore. Capiva poco e niente di quello che la donna stava dicendo, non prestandole semplicemente attenzione. Attorno a lei, un mondo trasparente, liquido. Tratteneva il respiro, sentendo i polmoni premere contro le costole. Era pace, laggiù.
Riemerse dall'acqua della vasca, mettendosi seduta, tornando a respirare aria. I capelli biondi le si appiccicarono in modo scomposto sulla schiena e sulla fronte, gocciolando. Spostò lo sguardo verso la figlia di Giuda, che era di fronte a lei. La sua pelle abbronzata era una macchia di colore insolita tra tutta quell'acqua che le lambiva il corpo, fino alle spalle.
Bruna le rivolse uno sguardo severo, poggiando le braccia sui bordi della vasca, tirandosi la chioma castana bagnata all'indietro: << Stai almeno ascoltando quello che ti sto dicendo? >> chiese. Helen si strinse le ginocchia al petto, poggiandoci il mento sopra.
<< No >> ammise, non trovando il coraggio di guardare in faccia la demone. I suoi pensieri erano legati strettissimi a quell'uomo che aveva incontrato non appena era entrata in camera.
La sua bellezza risplendeva nell'oscurità, come un raggio di sole in piena notte. Helen aveva pensato di essersi ritrovata davanti un angelo...e in effetti così era stato: Lucifero in persona l'aveva accolta. Il suo cuore, quando ci ripensava, batteva ancora forte come un tamburo, risuonando pericolosamente forte. Aveva provato paura, terrore, inquietudine...ma anche attrazione, desiderio, devozione.
Il re degli angeli caduti era quello: amore e odio.
<< Spero che tu sarai presente al ballo che ho dato in onore della seiscenstossessantaseimiliardesima figlia perduta. Ti troverai bene qui >> le aveva detto, dileguandosi in un battito di ciglia, agile come un serpente ricoperto dal fulvo e tenero pelo di un gatto.
Era malvagiamente bellissimo.
<< Stai ancora pensando al Nostro Signore? >> la riportò alla realtà Bruna, con tono seccato. Si era comportata in maniera abbastanza scontrosa da quando era venuta a sapere della visita dell'Anticristo. Helen si morse un labbro, continuando a non parlare. Era sempre stata una ragazza taciturna, con poche cose da raccontare e ancora meno persone con cui parlare. Non era abituata ad esprimere quello che aveva in testa. Bruna sbuffò, alzandosi in piedi, uscendo dalla vasca. La ragazza arrossì, distogliendo lo sguardo dalle forme della donna, decorate da sottili goccioline d'acqua.
<< Faresti meglio ad uscire anche tu a meno che tu non voglia ritrovarti raggrinzita come una prugna secca >>.
Helen annuì, chiusa nel suo mutismo, attendendo che la figlia di Giuda le passasse un asciugamano: si alzò, avvolgendosi in questo, trovando conforto nella morbidezza di quel panno, e diede un breve sguardo a quello che c'era attorno a lei: Susannah l'aveva condotta attraverso una successione di stanze, con all'interno varie vasche di diverse temperature, simili alle terme romane. Helen si era lanciata subito in quella dell'acqua calda, abbandonandosi alla sensazione dello sporco che lentamente le scivolava via dal corpo. Aveva avuto giusto qualche attimo di pace prima che Bruna facesse irruzione, sbattendo la porta.
Sono tutti completamente matti aveva pensato, mentre anche la donna si spogliava per raggiungerla.
Sospirò, mentre la figlia di Giuda le fece cenno di seguirla attraverso una porta secondaria ad arco che conduceva ad uno stretto corridoio in pietra.
Il rumore dei loro piedi nudi rieccheggiava contro le pareti mentre Helen teneva stretto l'asciugamano, attenta a non farlo cadere. Il calore di poco prima era quasi del tutto scomparso, lasciandole, come breve ricordo, la pelle d'oca sulle braccia scarne.
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Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.
ParanormalHelen, non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sempre vissuto in un orfanotrofio, ma non un orfanotrofio qualsiasi. Helen, infatti, vive in Paradiso: è un angelo. O almeno credeva di esserlo. Quando arriva il giorno del suo diciassettesimo complea...