XI- Nathan.
L'aria era estremamente gelida quel mattino in Paradiso. Il giovane figlio dell'arcangelo Gabriele si era svegliato presto, proprio mentre l'alba faceva capolineo all'orizzonte. Aveva aspettato pazientemente l'arrivo delle sue tre ancelle, che lo avrebbero lavato, profumato, vestito ed acconciato a dovere per la cerimonia della Consegna delle Ali.
Finalmente, dopo giorni di duro addestramento, era riuscito ad arrivare al livello dei suoi compagni, se non addirittura a superare quello di alcuni. Il suo svenimento lo aveva lasciato indietro con gli allenamenti, ma inspiegabilmente aveva ritrovato la forza in poco tempo. Finn era stato l'artefice di quella cura miracolosa: ogni giorno gli aveva portato una tazza di latte di capra appena munto, dal sapore acidognolo: era grazie a quella bevanda che si era rimesso subito, tanto da poter ignorare le cure che invece offriva il padre di Jacopo, l'arcangelo Raffaele, con disappunto dell'amico che non si fidava di quella medicina rudimentale dell'Istruttore angelico; tuttavia, non c'era nulla di cui preoccuparsi, poiché Finn era un uomo perfettamente affidabile ed un amico fedele.
Non ricordava il motivo del suo svenimento e porre domande ai suoi amici non era servito a nulla, dato che nessuno di loro conosceva la causa di tanto dolore. Andrea era venuto di rado a trovarlo e quelle volte in cui c'era, i suoi occhi erano come vuoti quando incrociavano quelli blu intenso del giovane. La memoria di Nathan era un ammasso di nebbia nera e fitta, impossibile da scalfire.
La notizia dello Scarto era stata via via messa da parte: non sentiva più parlarne da un bel po' a dire la verità. Molto probabilmente, si diceva, non era nemmeno riuscita a raggiungere l'Inferno, morta quasi certamente nel condotto che portava in quel luogo maligno. Alcuni addirittura pensavano, non senza volti disgustati, che quella giovane dalla treccia bionda, pallida ed esile, fosse stata stuprata e torturata non appena arrivata. Quelle pratiche erano perfettamente legali lì in fondo, dove ogni cosa era lecita.
Le ancelle arrivarono nei loro morbidi abiti color rosa cipria, tutte sorrisi ed inchini, portando un'enorme calderone riempito d'acqua calda. Versarono il contenuto nella vasca in pietra personale di Nathan, che si trovava nel bagno collegato alla sua camera, aggiungendo petali di fiori e oli profumati. Il ragazzo si lasciò spogliare ed entrò lentamente nella piscina, lasciandosi sfuggire un piccolo gemito non appena sfiorò l'acqua. Seguirono poi trattamenti per i suoi capelli biondi e per la pelle. Le ancelle gli rasarono le braccia, le gambe, le ascelle e anche quel poco di barba che gli era cresciuta in quel periodo. Si passò poi alla scelta della tunica: Nathan optò per una dall'aspetto semplice che arrivava fino ai piedi, con le maniche lunghe e larghe, terminanti con pizzi in oro. Dietro la schiena aveva due fessure per far passare le ali.
Le donne lucidarono anche la sua Spada della Folgore ed il fodero, che appese alla vita tramite un cinturone di cuoio con fibre dorate.Non appena ebbe finito, uscì dalla sua camera, sfoggiando un sorriso allegro e gentile, dirigendosi verso il salottino in cui avrebbe incontrato i suoi compagni per raggiungere insieme la Chiesa Principale, la più grande tra tutte quelle presenti nel Paradiso, poco distante dall'edificio in cui si svolgevano i test.
Splendenti nei loro abiti, i suoi amici erano lì ad aspettarlo, eccitati quanto lui. Le ragazze, oltre alle loro vesti, avevano i capelli perfettamente intrecciati o decorati con fiori freschi, mentre i giovani erano anche loro rasati di fresco, profumati e lievemente incipriati. Persino Andrea, che era il più rude di tutti, si era lasciato strigliare per benino, tagliando la folta barba castana di cui tanto si vantava. Tutti avevano con loro le proprie Spade della Folgore: << Buongiorno >> salutò, accompagnato da un cenno del capo il figlio dell'arcangelo Gabriele. Elia gli circondò le spalle con un braccio: << Amico mio! Hai ripreso un po' di colorito, eh? Si vede proprio che stai bene. Hai il tuo solito incarnato bianco latte e non il precedente malaticcio bianco cadavere! >>. Nathan ridacchiò, strofinando la mano sui capelli a spazzola del futuro discendente dell'arcangelo Barachiele. Anche Elisabetta, che non era solita ridere alle battute del giovane si lasciò sfuggire un sorriso: << E' bello riaverti tra noi, Nathan. Con il tuo riposo e gli allenamenti pomeridiani ci siamo visti veramente pochissimo >>
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Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.
FantastiqueHelen, non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sempre vissuto in un orfanotrofio, ma non un orfanotrofio qualsiasi. Helen, infatti, vive in Paradiso: è un angelo. O almeno credeva di esserlo. Quando arriva il giorno del suo diciassettesimo complea...