V- Helen.
Quando Helen aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu una luce accecante posta proprio davanti il suo viso. Era stesa su una superficie dura e fredda, probabilmente un pavimento. Non portava vestiti.
Catene di ferro le bloccavano i piedi, stringendole con forza le caviglie. Non percepiva alcun rumore: tutto in quel momento sembrava tacere alla sua vista. Restò per un po' ferma, ad ascoltare il proprio lento respiro. Dentro si sentiva vuota, come se qualcuno le avesse letteralmente svuotato il corpo. Lei, in quel momento, aveva un cuore pulsante tra le costole, ma non lo percepiva. La vita che pensava le fosse stata donata dal Padre si era trasformata completamente e nel modo peggiore possibile: come poteva essere lei, che si era sempre impegnata a seguire correttamente ogni regola, uno scarto del diavolo?
Tuttavia, sebbene si sentisse molto affranta, il suo dolore era attenuato dal ricordo della potenza che aveva percepito quando il serpente le aveva morso il collo. Bramava quella sensazione e voleva ancora possederla.
<< Alzati >> rimbombò una voce tra le pareti.
Si alzò sui gomiti, sollevando solamente il busto, per guardarsi attorno, ma non vide nessuno. Notò che la sala in cui si trovava era circolare: davanti a lei e ai suoi lati vi erano tre enormi statue in marmo raffiguranti angeli seduti su troni di pietra grigiastra. Avevano una vaga somiglianza con i tre identici angeli che erano con Finn nel momento in cui stava svolgendo il test. Lei era l'unico essere presente in quella stanza...o almeno così pensava. Con uno sguardo più attento la giovane vide i petti delle statue sollevarsi ed abbassarsi ritmicamente, ed i loro occhi, che sembravano fatti di smeraldi purissimi, la osservavano con disprezzo. I capelli sulla nuca le si rizzarono alla vista di quelle così belle sculture che però le inquietevano timore.
<< Alzati >> ripetè la voce. Ad Helen tremavano le gambe, ma si alzò comunque, incrociando le braccia per coprire i poco prosperosi seni.
<< Provi vergogna, o Demone? >> stavolta la voce proveniva dalla statua alla sua sinistra. Spaventata, la giovane spalancò gli occhi, incapace di mormorare alcuna sillaba. Le catene le impedivano di muoversi, quindi era costretta a restare ferma al suo posto, senza poter indietreggiare o fuggire.
<< Hai paura, o Demone? >> il suono arrivò da destra. Helen affondò le unghie nella carne delle braccia scarne, abbassando lo sguardo.
Eccome se aveva paura.
<< Tremi al nostro cospetto, o Demone? >> davanti a lei, quella che sembrava la figura più grande dei tre, sembrò sporgersi verso di lei.
<< Provi dolore, o Demone? >>
<< Sei impura, o Demone? >>
<< Hai coraggio, o Demone? >>
<< Perchè sei qui, o Demone? >>
<< Sei il Male, o Demone? >>
<< E' Satana che ti ha spedito qui, o Demone?
<< Perchè non rispondi, o Demone? >>
Passi lenti rieccheggiarono per la stanza. Helen alzò timidamente gli occhi e vide Finn avvicinarsi verso di lei, mentre le statue continuavano a porle domande, rendendola confusa.
Osservò il viso di quello che era stato il suo istruttore all'orfanotrofio e sorrise, speranzosa.
Lui...lui puo' aiutarmi...lui è qui per portarmi via, per dirmi che c'è stato un errore...si, è certamente un errore...quella Lia avrà voluto incastrarmi...
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Helen†- Anche il Diavolo, una volta, era un angelo.
FantastiqueHelen, non ha mai conosciuto i suoi genitori. Ha sempre vissuto in un orfanotrofio, ma non un orfanotrofio qualsiasi. Helen, infatti, vive in Paradiso: è un angelo. O almeno credeva di esserlo. Quando arriva il giorno del suo diciassettesimo complea...