Trascorsero dei bei momenti insieme. La madre di Effy era uscita fuori città con il suo nuovo fidanzato lasciandole casa libera. Invece il padre se ne era semplicemente andato. Effy ne ha sofferto molto. Tony era lontano, suo padre l'aveva abbandonata e sua madre preferiva stare con il suo nuovo fidanzato.
Il lato positivo era che in quel momento la casa era completamente sua. Ormai era come se Freddie si fosse praticamente trasferito da lei. Erano passati 4 giorni da quando sua madre se ne era andata ed erano 4 giorni che passava unicamente con Freddie. Facevano sesso di continuo e ogni sera avevano una bottiglia di alcol con il quale dare il via alla serata. Nessuno dei due andava a scuola. Entrambi erano concentrati nel loro piccolo mondo. Effy su poteva permettere di non andare a scuola, i suoi voti erano sempre alti e veniva considerata un piccolo genio dai suoi professori. Ma non si poteva dire lo stesso di Freddie. Lui non andava per niente bene a scuola.
Con un primo sguardo Freddie viene visto come un ragazzo menefreghista, il tipico skater che passe le giornate a fumarmi le canne. Ma togliendo l'erba e l'alcol lui era una ragazzo davvero maturo e cercava di essere il più responsabile possibile. Ma come poteva esserlo se non andava nemmeno a scuola?
Ogni mattina si alzava, baciava sulla fronte Effy e andava a scuola lasciandola sola a casa. Quando lei si svegliata si sentiva ancora frastornata dai postumi della sbornia della notte prima. Eppure questo non la fermava nel continuare a bere anche durante la mattina. Ormai era abituata al bruciore di stomaco che gli davano gli alcolici.
Anche Freddie beveva qualche bicchierino la sera ma cercava sempre di non esagerare. Per Effy invece era diventata una routine. Ma almeno non ne aveva ancora la dipendenza. Delle volte anche i pomeriggi visto che Freddie doveva fare ripetizioni per stare al posso con le materie.
Non era un bene che lei stesse da sola. Più stava da sola più il suo umore si abbassava, risultando quasi tetro. Più volte le venivano in mente pensieri strani. Pensieri che riguardavano la morte. E pian piano ne rimaneva sempre più affascinata. Un pensiero che velocemente divenne costante ma a cui lei non dava molto peso.
Non ne parlava mai con Freddie. Quando lui era a casa facevano l'amore fumavano e bevevano. Non uscivano mai di casa. Effy non sentiva l'aria fredda sulla pelle ormai da una settimana. Ma questo non la turbava assolutamente. Non sentiva nemmeno la voglia di mettere piede fuori casa. Tutto quello che le serviva era al suo interno. Alcol, fumo e Freddie. Lei si rianimava ogni volta che lui tornava a casa da scuola,ma si segnava ogni matti a quando si svegliava e non lo trovava affianco a sé.
Cercava di tenersi impegnata durante la mattina. Si rese conto che se non faceva niente il suo corpo si immobilizzava ed era come se la sua mente si soegnesse. Anzi no, come se i suoi pensieri fossero incentrati solo su una cosa: il significato del dolore.
Lei non provava vero e proprio dolore. Ma nella sua testa vedeva molte immagini che ritraevano il dolore. Vedeva persone che venivano torturate, che piangevano disperate, e sangue. Vedevamo molto sangue e scene di persone che morivano. Persone consenzienti che avevano scelto la morte. E più le pensava più ne rimaneva affascinata.
Ne rimase ancora di più quando trovò delle vecchie riviste. Era andata in cantina a cercare una bottiglia di San Buca, o qualsiasi altro alcolico. Ma la sua ricerca si fermò subito non appena l'occhio le cadde su quelle riviste. Era come se tutto si fosse fermato per lei.
Prese le riviste e si nascose nella camera da letto di sua madre. Si buttò sul letto e iniziò a sfogliate le riviste una per una. In mano teneva strette un paio di forbici. Erano riviste che non aveva mai letto ne mai visto. Sicuramente erano vecchie di anni e anni visto l'ingiallimento sul bordo delle pagine. Il giornale parlava di persone che si erano suicidato, di disastri naturali e di segreti che l'umanità non riusciva ancora a scoprire. Erano tante le persone che si, spingevano fino al suicidio si rese conto. Poi trovò anche delle interviste fatte a degli psichiatri, dove spiegavano le diagnosi delle malattie mentali dei loro pazienti. Nelle pagine spuntavano spesso le parole "disturbo mentale" "insonnia" "depressione". Parole scritte in grossetto che attiravano la sua attenzione.
Le sue mani si muovevano quasi in modo meccanico, come se non fosse realmente lei a strappare e ritagliate i fogli. I suoi occhi si muovevano velocemente mentre leggeva ogni singola riga di ogni singola pagina. I suoi movimenti cominciarono a diventare più decisi e aggressivi. Il letto ormai era pieno di ritagli di giornale, foto di sconosciuti che si erano suicidato o che ci avevano provato. C'erano così tanta roba sopra quel letto che molte pagine scartate finirono a terra ai piedi del letto.
Effy alzò la testa non appena sentí arrivare un rumore estraneo dal corridoio. Così estraneo che ne fu quasi spaventata. Si rassicurò non appena vide Freddie sul ciglio della porta.
- Che stai facendo? - le chiese in modo cauto.
Effy sorrise ma non smise un attimo di ritagliare le ultime pagine che le erano rimaste.
- Effy? - la chiamò facendo un passo dentro la stanza.
Effy finalmente si fermò e alzò lo sguardo verso Freddie, sorridendogli in modo strano. Poi prese i suoi ritagli e ridendo gli lanciò in aria.
- Hai scoperto la mia collezione porno - rise lei.
- Smettila con queste cose - sbuffò Freddie non riuscendo a capire.
- Sto solo cercando un significato - borbottò Effy.
Freddie scosse la testa non sapendo cosa fare. L'occhio gli cadde su una bottiglia vuota di vodka abbandonata a terra. Pensò che si fosse ubriacata già di prima mattina.
- Su, andiamo a letto prima che ti faccia male - provò a toglierle le forbici di mano ma lei le ritrasse con uno scatto.
- Non ho sonno - gli ringhiò contro con un tono che nemmeno le apparteneva. Freddie indietreggiò di un passo ed Effy ammutolí non appena vide la sua espressione.
- Non dovresti bere di prima mattina - disse Freddie - maggiormente a stomaco vuoto -
- Io non ho bevuto - sussurrò Effy.
Si guardò attorno. "Perché ho fatto tutto questo?" si chiese confusa. Ripensando all'ultima ora passata quasi non si riconosceva. Ma era stata lei. Di questo era consapevole. Ed ora quella stanza la stava soffocando.
- Freddie fammi uscire - disse cercando di mettersi in piedi - ti prego fammi uscire - continuò con le gambe che le tremavano.
Freddie riuscì a prenderla tra le braccia un momento prima che cadesse a terra. La prese in braccio e la portò nella sua stanza.
Effy aveva il respiro pesante e si calmò non appena riconobbe le coperte del suo letto. Effy sentiva la testa galleggiare e all'improvviso gli occhi si fecero pesanti.
Prese la mano di Freddie e quasi si aggrappò al suo braccio cercando di stringersi a lui. Sentire le dita di lui intrecciarsi alle sue riusciva a rilassarla. L'ultima cosa che sentí prima di addormentarsi furono le labbra di Freddie premere sulla sua fronte.
Al suo risveglio Freddie non era accanto a lei. Subito andò in panico mentre lo cercava per tutta la casa. In un momento d'impulso stava per uscire fuori, ma non appena vide la leggera sfumatura arancione del cielo si bloccò. Una morsa le si strinse nel petto facendola indietreggiare e chiudere la porta con un tonfo.
Si guardò attorno e si rese conto di essere completamente sola. Eppure aveva una sensazione che la faceva sentire come se non fosse così. Voleva Freddie, voleva che le sue braccia la stringessero. Prese in mano il telfono e chiamò tutti i numeri che aveva in rubrica tranne quello di Freddie. Era arrabbiata con lui perché l'aveva lasciata sola.
Ben presto casa sua fu invasa da quello che dovevano essere i suoi amici. Eppure non ne riconobbe nessuno. Per lei erano quasi come degli estranei. Ed ora li vedeva come degli invasori.
Qualcuno accese a tutto volume la musica ed Effy di spaventò. Avrebbe voluto far uscire tutti di casa. L'ansia la stava divorando. Ma dalle labbra non riuscì ad uscire nemmeno un sussurro.
Disperata corse su per le scale e si nascose sotto il letto. Si coprì le orecchie con le mani non appena sentí le urla dei ragazzi provenire dal piano disotto. Lentamente delle lacrime le si formarono negli occhi ma non le sfuggì nemmeno una. Si continuava a chiedere da quanto tempo era nascosta sotto quel letto e il motivo per cui aveva chiamato tutta quella gente a casa sua, quegli estranei.
All'improvviso sentí qualcuno urlare il suo nome. Subito si ritrasse finchéa sua schiena non toccò il muro.
- Effy! - sentí più forte. Sentiva che la voce era famigliare ma ancora non riusciva a riconoscerla.
Vide delle scarpe da sotto il letto muoversi in tondo - Effy? - chiamò ancora.
- Freddie? - chiese lei dubbiosa. Quella somigliava tanto alla voce di Freddie. Era davvero il suo Freddie?
I piedi fecero due passi e una figura si abbassò per distendersi. Freddie appoggiò la guancia a terra e allungò una mano verso di lei. Effy stava per stringere la mano ma non si sa per quale motivo all'ultimo momento la ritrasse.
- Perché ti sei nascosta? - le chiese Freddie.
- Sono entrati in casa - gli disse - erano in così tanti e io non li conoscevo -
- Adesso ci sono io qui e tu mi conosci - lui notò l'occhiata dubbiosa nei suoi occhi e aggiunse - Sono Freddie -
Sentendo quel dolce suono nella sua voce fu certa che si trattava del suo Freddie. Sorrise un attimo ma si spense in fretta. Troppo rumori provenivano dal piano disotto e questa cosa la spaventava.
- Ehi, ci sono qui io - cercò di rassicurarla Freddie.
- Mandali via Freddie - disse con la voce le tremava - ti prego cacciarli fuori -
Lui annuì - Tu non ti muovere da qui, torno subito - le promise alzandosi.
Effy sentí Freddie dire a tutti di andarsene. Più di una volta imorecava e alzava la voce. Questo agitò molto Effy. All'improvviso la musica si spense e Freddie tornò da lei.
- Siamo solo noi due adesso -
Effy lo guardò e le lacrime non riuscirono più a rimanere all'interno dei suoi occhi - Non lasciarmelo affrontare da sola -
Effy ormai era consapevole che c'era qualcosa che non andava. E questo la terrorizzava a morte.
- Stai pur certa che io sarò sempre al tuo fianco - allungò una seconda volta la mano e questa volta lei l'afferrò.
Lentamente Freddie la tirò fuori dal suo nascondiglio, la fece sedere e le mise una coperta sulle spalle, avvolgendo. Ma questo non le bastava. Subito si rifugiò tra le braccia del ragazzo che amava.
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The Nogitsune - Fanfiction SKINS/TEEN WOLF
Teen FictionUna storia traboccante di paure, tensioni, sorprese, che viaggia attraverso le realtà che un giorno tu credevi essere tua. Pericoloso e crudele . Indifesa e instabile. Effy diventerà il giocattolo preferito di Stiles, usandola, manipolandola, giocan...