17

12 1 0
                                    

Effy si svegliò come se fosse appena caduta dal letto. Si tastò la fronte e la trovò leggermente bagnata di
sudore. Si tirò su dal letto per essere sicura al centro per cento di non essere legata a esse. Alla sua destra
c’era Freddie che dormiva profondamente.
“Effy” sentì di nuovo. Stiles, pensò subito.
“Mi dispiace per il tuo sogno” continuò con una note dolce “non volevo che i Nulla ti spaventassero”
- Non mi hanno spaventata – replicò a bassa voce, così che Freddie non potesse udirla.
“Eppure io ti ho sentita urlare”
- Era dolore – precisò – quindi era vero. E tu… c’eri veramente nel mio sogno –
Sentì una leggera risata soffocata “Non più vero della voce che senti”
- La tua voce – disse convinta – so che sei tu Stiles –
“Se questo ti può compiacere”
- So che sei tu – ripeté.
“Quindi tu dici di non aver avuto paura”
- E’ così – quello che aveva provato era dolore. Aveva urlato non per la paura, ma per la consapevolezza che
se anche il secondo Nulla si fosse avvicinato, le avrebbe fatto solo più male.
“Dimostrami che non hai paura allora” la sua voce era talmente dolce che Effy arrossì.
- E come dovrei farlo? – bisbigliò nel buio.
“La vera paura si legge nello sguardo di una persona quando vede la morte avvicinarsi e inseguirla” fece una
pausa “ma tu non hai paura della morte, o sbaglio?”
Effy prese un grosso respiro. No, non aveva paura. Aveva già provato a morire. Ci era quasi riuscita. E l’idea
di togliersi la vita l’attraeva. Ora doveva dimostrare a Stiles che non la temeva.
“Io sono qua fuori” rivelò la voce di Stiles “sto aspettando te”
Effy si affacciò alla finestra e guardò fuori. Non vedeva nessuna ma sapeva in qualche modo che lui era li.
Per un momento fu tentata di svegliare Freddie e chiedergli di accompagnarla da Stiles. Ma la cosa
sembrava solo che assurda. Non se la sentiva di vedere Stiles avendo al proprio fianco Freddie.
Decise quindi di vestirsi. Indossò la prima cosa che gli capitò a tiro, ovvero dei vestiti di Freddie. Cercando di
fare il meno rumore possibile uscì di casa non sapendo nemmeno dove stesse andando. In qualche modo
però era come se sentisse la presenza di Stiles che la stesse guidando da lui. Andò a finire sull’argine di una
strada principale.
Oltre la strada vide Stiles. Era vestito di nero, i capelli scompigliati. Sedeva su una roccia reggendosi con i
gomiti sulle ginocchia. Dietro di lui c’erano due uomini mascherati. Effy rabbrividì quando vide che in mano
tenevano quelle lame lunghe e fine.
- Stiles! – lo chiamò Effy.
“Dimostrami che non hai paura” disse la voce di Stiles quasi in modo aggressivo “su, vieni da me”
Effy strine le mani a pugno e si guardò attorno. le macchine sfilavano davanti a lei a tutta velocità
soffiandole i capelli oltre le spalle. Se lei avesse avuto paura, se una qualsiasi persona avesse avuto paura,
non avrebbe mai attraversato quella strada. Ma Effy non aveva paura.
Si ritrovò ben presto in me mezzo alla strada. Le macchine la sfioravano a tutta velocità non fermandosi mai
e senza rallentare nemmeno. In molti le suonarono il clacson, altri mentre passavano le urlavano di togliersi
dalla strada. Di certo non era abitudine trovarsi una ragazza che se ne stesse li come se fosse una cosa da
tutti i gironi.
Effy era del tutto rigida. Teneva gli occhi aperti e si ritrovava a spalancarli ogni volta che una macchina
alzasse di più i fari. Si sentiva le braccia gelate, eppure le gambe erano a fuoco. L’adrenalina sorreva dentro
di lei come una droga.
- Non ho paura! – urlò Effy.
“Non è vero io la sento”
- Non ho paura! – urlò più forte stringendo i pugni – non sento niente! Non provo niente! Non ho paura! –
Effy aveva il respiro affannato, il cuore lo sentiva in gola. Poi all’improvviso vide un furgone cercare di
superare una macchina.
Effy rimase immobile aspettando che la prendesse sotto. “Non ho paura” continuò a ripetersi nella testa.
Eppure non trovava la forza per dirlo a voce.
Ad un tratto si trovò scaraventata di lato. Cadde a terra e picchiò forte la guancia sull’asfalto. Aprì li occhi e
si ritrovò sotto a Freddie. Stava ansimando e sentiva le sue braccia tremare mentre la stringeva a se.
- Che cazzo ti è saltato in mente? – sbottò rimettendosi in piedi.
Effy rimase seduta a terra a guardare la strada. Per un momento non riusciva a crederci che pochi secondi
fa si trovava in mezzo a quel traffico. “Non avevo paura” continuò a ripetersi “io non temo la morte”.
- Effy! – Freddie la prese per le spalle e la sollevò di scatto.
- Sto bene – disse ansimando – va tutto bene –
- No che non va bene – ribatté lui arrabbiato – stavi cercando di toglierti la vita! –
- No, io volevo… - ma non riuscì a terminare la frase che sentì un brivido freddo salirle su per la schiena.
- Ma che cazzo stai facendo? – tuonò la voce di Stiles.
Freddie lo guardò accigliato rendendosi conto che stava parlando con lui – Chi sei? – gli chiese diffidente.
- Non dovevi intervenire – dissi Stiles arrabbiato liquidando la domanda.
- Non dovevo intervenire – ripeté sgranando gli occhi – ti sei reso conto che stava cercando di uccidersi? –
- E’ una sua scelta e tu non centri niente –
Freddie guardo Effy – Ma chi cazzo è questo qui? –
- Lui è Stiles – disse con un filo di voce – lui è… - come poteva definirlo? “Lui è il ragazzo che sogno ormai
ogni notte, quello a cui appartiene la voce che mi accompagna tutti i giorni e che mi ha incoraggiata in
qualche modo a suicidarmi - …un amico – concluse – è in clinica con me –
- E non sono solo questo per lui – aggiunse sorridendo.
- Che cosa intende dire? – chiese a Effy.
- Lo sai che la tua ragazza è scappata dalla clinica ieri? – aggiunse.
- Stiles! – Effy lo spinse ma questo lo fece solo ridere.
- Sei scappata? – chiese in tono grave – avevi detto che ti avevano dato un permesso –
Effy non riuscì a replicare che Stiles prese subito la parola – E questa è solo una piccola parte delle bugie
che ti ha detto –
Freddie lo guardo stringendo i pugni – Spiegati –
- Come, Effy non te lo ha detto? – chiese facendo finta di essere sorpreso – la tua ragazza è innamorata del
sottoscritto –
- Cosa?! – esclamò Freddie voltandosi verso Effy.
- Non è vero! – gridò lei arrossendo prima di imbarazzo, poi per rabbia.
- Vedessi come si comporta ogni volta che gli parlo, e quando la guardo soltanto da lontano… - guardò
Freddie – non si può nemmeno descrivere il modo in cui diventa nervosa. E poi mi sogna di continuo,
immagina sempre la mia voce. È lei che me lo ha detto –
- No, non è vero – sibilò lei. L’unica cosa vera era il fatto che si innervosiva ogni volta che c’era lui nei
paraggi. Ma questo non significa nulla. E lui non sapeva che lo sognava di notte, non glielo aveva mai detto.
Stiles si strinse le spalle – Beh, immagino che voi due abbiate bisogno di un po’ di intimità per parlare –
guardò Freddie – dubito che noi due ci rivedremo –
Freddi non riuscì a replicare niente che lui già se ne era andata con una velocità quasi sovraumana. Al suo
seguito, anche gli uomini mascherati.
Fra lui ed Effy calò un silenzio pieno di tensione. Effy non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia. Si sentiva
in colpa. Si sentiva così perché in qualche modo aveva tradito Freddie. Non riusciva a nascondere quello
che provava per lui.
- Ti sei innamorata di quel ragazzo? – disse infine Freddie.
- No – rispose subito lei guardando a terra.
Freddie sospirò – C’è qualcosa fra voi due? –
- No – ripeté.
- Allora perché ha detto quelle cose? –
- Non lo so – Effy si sentiva soffocare. Freddie non doveva sapere niente. Ne del fatto che era scappata ne
di Stiles. Soprattutto di Stiles.
- Effy dimmi la verità – insistette lui.
- Si è vero arrossisco quando lui mi parla! – esplode – ma niente di più. Non è vero che lo sogno durante la
notte ne che sento la sua voce nella testa –
- Quando lo ha detto sembrava molto convinto – replicò.
- Lo ha fatto solo perché voleva istigarti – si prese la testa fra le mani – okay è vero, lo trovo carino, è un
ragazzo attraente, ma non significa nulla. Io non mi sono innamorata di lui e tantomeno lo amo –
Rimasero in silenzio per un po’. Nessuno dei due si guardava negli occhi. la tensione era palpabile. Effy
stava per andare in tilt. Non sopportava quel silenzio ma non era capace di riempirlo. Cosa gli poteva dire?
- Perché sei scappate? – gli chiese infine Freddie.
Effy sospirò. Non poteva dirgli la verità. Avrebbe sicuramente pensato che fosse diventata pazza. E lei non
voleva che lui lo pensasse. Stava già rischiando di perderlo a causa di Stiles. Parlargli delle allucinazione
avrebbe solo dato il colpo di grazia.
- Se anche tu passassi ogni giorno li dentro avresti fatto esattamente come ho fatto io – si limitò a dire.
- Lo so che è difficile, ne eravamo entrambi consapevoli – disse Freddie sedendosi su un masso – ma dopo
quello che è appena successo… -
- Non voglio che pensi che sono una matta – lo interruppe subito.
- Io non lo penso. Penso solo che hai bisogno di aiuto –
- E non puoi aiutarmi tu? –
- E come potrei? Per due volte ti ho quasi vista morire – disse stancamente.
- Ma tu mi hai salvata – ribatté prendendo le mani fra le sue.
- Solo perché ero presente – sbuffò – cosa succederebbe se succedesse ancora e io non fossi li per fermarti?

Non sapeva come ribattere. Di certo Freddie non poteva diventare il suo babysitter personale. Anche lui
aveva la sua vita.
- E’ tutto così difficile – disse Effy dopo un po’.
Freddie le strinse le mani – Effy io ti amo, ma ti prego, torna in clinica e restaci finché non sarai guarita –
- Mi ami davvero? – gli chiese quasi con timidezza.
- Certo, e sarà sempre così – appoggiò la fronte sulla sua – è questo che mi fa andare avanti nonostante
tutto –
Freddie l’amava per davvero. E anche Effy lo amava. Certo, provava attrazione per Stiles, ma non lo amava.
Non avrebbe mai potuto amarlo perché lei amava Freddie.
- Si – disse dopo un po’ – il nostro amore sarà sempre l’unica cosa che mi farà continuare a combattere –
Freddie sorrise leggermente – Lo sai vero, quello che succederà domani mattina –
Annuì – Tornerò in clinica –
- Ti ci porterò io – disse subito – non voglio che tua madre si preoccupi più del necessario –
- Si, forse sarebbe meglio –
Effy e Freddie rimasero abbracciati tutta la notte. Si tenevano stretti mentre dormivano. La mattina
seguente Freddie la riportò n clinica e si salutarono con un lungo bacio. Già li mancava. Eppure dopo aver
fatto anche solo due passi all’interno della clinica, pensò subito a Stiles…

The Nogitsune - Fanfiction SKINS/TEEN WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora