4 - Istinti omicidi e bad boys

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«Io. Odio. Il. Mercoledì» disse Nikolai, non proprio comodamente spaparanzato sulla panchina del cortile interno della scuola.

Accanto a lui, Fyodor indisturbato riempiva una pagina di compiti che avrebbe dovuto fare il giorno prima, ma che per mancanza di volontà, aveva brutalmente balzato.

«Lo sappiamo Niko» rispose distrattamente Sigma, continuando a leggere il libro che teneva in grembo.

«Che bella compagnia che ho! Questo fa i compiti durante la ricreazione e quest'altro legge. Vado a comprarvi un po' di voglia di vivere al distributore va» gli fece la linguaccia Nikolai, il quale balzò in piedi e si incamminò verso il distributore, dentro l'edificio scolastico.

Era una bella giornata primaverile, i ciliegi erano quasi in fiore, il sole splendeva in cielo e l'erba era di un verde vivido.
Tutta quella luminosità si conservò anche quando entrò a scuola.
Perché quel posto sembrava un luogo tanto tranquillo e proliferante di ragazzi allegri mentre invece era più come un campo di sterminio?
Probabilmente era il potere del Giappone.

Arrivato davanti alla macchinetta, l'albino si rese conto che effettivamente non aveva bisogno di nulla e che voleva solo sgranchirsi le gambe, ma comunque non voleva pensare di aver fatto un viaggio a vuoto, quindi prese una bottiglietta d'acqua giusto per darla a Dos-kun.

Non appena si girò però, quasi scontrò con una figura molto più bassa di lui.
«Pardon!» Sorrise Nikolai a quella che si rivelò essere una ragazza, e che ragazza.
L'aveva subito riconosciuta, spesso sentiva apprezzamenti sul suo aspetto, d'altronde poteva constatare che fosse tutto vero. I capelli corvini, gli occhi argentati...

«Oh, ma tu devi essere una Akutagawa! Scusa ma non vi conosco e non so bene chi è l'una e chi l'altra, ma a giudicare dall'espressione arrabbiata sul tuo viso direi che tu sei Ryu. Ho sentito molti ragazzi parlare di te» disse euforico Nikolai, portandosi una mano sulla bocca e l'altra in avanti, pronta a stringere quella della ragazza.
Lei lo guardò con un cipiglio sotto le poche sopracciglia che aveva.
«Sono io. Presta attenzione a dove cammini, Gogol-san» disse con un che di scontroso nella voce.

L'espressione di Nikolai divenne ancora più euforica e cominciò ad agitarsi sul posto come una ragazzina.
«O mio dio! Tu mi conosci? Sono famoso!»

«Nel consiglio studentesco ti teniamo d'occhio. Da quella volta col topo sei sulla lista nera» continuò stringendo al petto dei fogli che si erano scomposti. «A me non importa, se farai qualcosa semplicemente ti daremo una punizione di conseguenza»

Che scandalo, facevano una tragedia solo perché una volta Presidente aveva preso a correre per tutta la scuola con Nikolai a seguito.
Non era andata molto lontano, in quel periodo aveva messo su una panzetta degna di un maialino.
Infatti Nikolai l'aveva ritrovata spiaggiata in un corridoio, seguendo gli urli delle ragazze spaventate.

«Fa piacere sapere che sono così ben voluto-»

«Si bene, buona giornata devo andare, Dazai-san mi aspetta» e Gogol potè giurare di aver visto un'espressione diversa dell'indifferenza (o fastidio, una delle due insomma) sul suo viso, come quella di un bambino che guarda il suo eroe preferito in TV.

La ragazza si incamminò nuovamente verso la direzione opposta a quella di Gogol che la guardò un'ultima volta prima che-
Si fermasse di nuovo.

Nikolai cercò di capire che aveva adesso e continuò a non farlo quando vide davanti a lei il ragazzo che l'altro giorno lui, Fyodor e Sigma avevano aiutato a recuperare i fogli.

Subito la sua espressione tranquilla si tramutò in una infastidita, mentre Akutagawa quasi non cominciava a ringhiare.
«Akutagawa» disse quello quasi a mo' di saluto, saluto che conteneva una gran quantità di aggressività nascosta malamente.
«Nakajima» ricambiò lei con altrettanto odio, superandolo velocemente con una spallata che mandò parte dei suoi capelli scuri in faccia al ragazzo, apparte le due ciocche bianche che non vi arrivarono.

Sono qui - FyolaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora