3 - C'entra di tutto

419 39 38
                                    

Fyodor era sdraiato sul suo letto.
Non gli importava di aver pranzato da poco.
Da un momento all'altro d'altronde, Nikolai sarebbe entrato in camera e avrebbe probabilmente ripreso quel discorso che lui tanto odiava.
Si rigirò a pancia in giù e affondò la faccia nel cuscino freddo.
Odiava il freddo.

Strinse un pochino le lenzuola sotto di lui e pensò.
Pensò.
Pensò.
Fino a quando non pensò troppo.

Un lamento di frustrazione lasciò le sue labbra e velocemente si alzò, facendo scricchiolare il letto.
Si avvicinò all'angolo dove era lo sgabello e guardò per un attimo il grande strumento posato davanti ad esso.

Si sedette sullo sgabello e si sistemò bene la viola tra le gambe, prendendo anche l'archetto.
Non si curò neanche di accordarla, non lo faceva quasi mai in realtà.
Così, le corde si toccarono, si toccarono veloci ma gravi. Che il suono non fosse propriamente soave non importava.
Il rumore non era abbastanza.

Suonò più velocemente, doveva coprire la voce dei suoi pensieri, non voleva ricordare.
Ma forse, era proprio quel suono familiare e stonato a far riaffiorare tutto.

"N-niko, non ce la faccio più! Non v-voglio più stare lì"

Più rumore.

"Io non s-sopporto più tutte quelle voci..."

Più rumore.

"Ce ne sono sempre di più... Non stanno mai zitte"

Più rumore.

"Niko... Stai con me"

La musica si interruppe quando la porta d'un tratto si aprì e una treccia bianca fece capolino nella stanza.
Fyodor guardò il ragazzo appena entrato con un'espressione apatica in volto, anche se dentro stava cercando di calmarsi.

Il ragazzo fece un veloce guizzo fino al letto dell'altro e si sedette, aprendo le braccia.
«Ehy Dos-kun... Vieni qui» disse con un tono allegro, ma più morbido del solito, come se stesse parlando a un cucciolo ferito.
Vivevano insieme da anni ormai, Nikolai sapeva che Fyodor non era tranquillo se il suono della viola non era calmo, lento o perfetto come al solito.

Fyodor storse il naso e non si mosse da dove era.
«Che c'è Nikolai?»

Questo non si scompose, al contrario, incrociò le gambe sul letto e picchiettò di fianco a lui, facendo cenno all'amico di sedersi.
«Siediti qui bellezza, so che questa frase non ti piacerà ma dobbiamo parlare»

«Non chiamarmi mai più così o giuro che è la volta buona che ti esporto l'esofago»
Disse così, ma comunque appoggiò la viola al muro e si andò a sedere vicino al clown che intanto si lisciava la treccia.

Nikolai lasciò perdere i suoi capelli e si girò verso il corvino.
«Allora Dos-kun... Ancora niente?»

Questo si passò una mano sul volto cercando di trattenere inutilmente uno sbuffo.
Ci avrebbe scommesso, Nikolai diventava sempre più insistente e per quanto avesse sempre sopportato le sue stupidaggini, odiava quando cercava di portarlo a tutti i costi sulla "cattiva strada".

«No, non accadrà mai e smettila di chiederlo. Sai che mi dà fastidio»

«Sono solo preoccupato... Sei al limite e questo si sta ripercuotendo sulla tua vita» rispose l'albino, girandosi anche col busto verso l'altro, che in risposta si limitò a roteare gli occhi.

«È solo una fase. Starò meglio quando tutta questa merda fatta di brufoli ormoni e sbalzi d'umore sarà finita»

Nikolai tornò normale per un attimo, facendo una faccia sconvolta.
«O santissima vodka, il linguaggio Dos-kun! Non vorrai baciarmi con quella lingua spero» esclamò con vari cambi di tono nella voce, per poi giungere a una conclusione troppo amara per lui.

«Non è vero, puoi baciarmi quando vuoi, la mia bocca è tua proprietà privata, usala come ti pare, c'entra di tutt-»

«Ho capito. No, grazie» lo fermò prima di immaginarsi altro.
L'albino lo guardò un attimo poi annuì.

«Però Dos-kun non puoi continuare così... Prima o poi esploderai e ti sentirai male. Non è qualcosa di cui puoi fare a meno» disse mettendo una mano sulla spalla dell'altro, provocandogli un sussulto.

«Non voglio sentire questo discorso da te. Sei l'ultimo che può parlare, quindi evita di rimproverarmi» Rispose Fyodor in tono acido, non guardandolo negli occhi.

|I nostri problemi sono totalmente opposti! Io posso benissimo vivere senza quella roba inutile, ma tu-
Ti farebbe solo bene Dos-kun» ridacchiò l'albino, guadagnandosi soltanto un ulteriore allontanamento dell'altro.

«Non mi farebbe bene, lo sai. Lui era così, lui ne era talmente assorto che mi ha fatto vivere in quel modo...» ricordò Fyodor, con la voce che piano piano sfumava, persa in un ricordo vivido che cercava di reprimere nella sua scatola cranica.

«Se mai diventassi come lui» continuò, puntando gli occhi viola al pavimento, apatici.
«Uccidimi»

Quell'unica parola fece gelare il sangue nelle vene dell'altro.
Sapeva come la pensava l'amico a riguardo ma odiava quando accennava a una sua possibile scomparsa dal mondo.

«No. Ucciderti? Preferisco morire io» rise Nikolai a singhiozzi.
Rideva, ma non era felice.
La triste sorte di un clown come lui.
Ridere sempre, perché ormai gli era rimasto solo quello.

«Se scoprissi che hai provato a toglierti la vita Dos-kun» disse d'un tratto serio, girando il volto dell'altro con una mano, per poi puntare gli occhi gialli in quelli spenti di Fyodor.
«Non risponderei più delle mie azioni» sorrise.

Fyodor resse lo sguardo di Nikolai.
Non distolse il suo neanche un secondo.
Non che fosse difficile mantenere il contatto visivo.
Gli occhi dell'altro erano molto piacevoli da guardare.

Anzi, era una buona occasione per cercare altri tratti di quelle iridi così curiose.
Per ora Fyodor era riuscito a vedere solo poche cose... Gli occhi di Nikolai (l'occhio destro in realtà) erano di un giallo vivace e luminoso, sembravano due soli lampeggianti.
Solo che al contrario del sole, non ci si poteva bruciare la vista guardandoli.
Verso la pupilla, i soli assumevano un colore più scuro, simile al dorato e nell'occhio sinistro in alto a sinistra c'era una macchiolina più scura del giallo tipico dell'occhio ma più chiara del colore dorato nei pressi della pupilla.
Quella poteva benissimo essere una macchia solare.

Poi beh, che dire dell'occhio sinistro? Era vitreo, segnato da una parte all'altra.
Il giallo era opaco ed era quasi impossibile distinguere sfumature in quell'occhio.
Fyodor era riuscito a trovare giusto una parte più chiara in basso quasi invisibile se vista da una distanza normale.

D'un tratto, la freddezza di quegli occhi splendenti si trasformò in dolcezza e calore, accompagnati dal classico sorriso del ragazzo, non quello sadico e pazzo, quello bello, autentico, quello che poteva essere riconosciuto solo da chi lo conosceva veramente.
«Vieni qui Dos-kun...» disse distendendo il braccio, togliendo al contempo la mano dalla guancia dell'altro.

Fyodor osservò attentamente quel braccio.
Che senso aveva provare a nascondersi da Nikolai?
Lo conosceva meglio di quanto lui conoscesse se stesso, aveva visto tutte le sue sfaccettature, anzi, le aveva dipinte lui quelle sfaccettature.
Perché prima di incontrarlo, Fyodor non era altro che l'ombra di se stesso.
Un povero bambino spaventato e solo.
Non aveva mai avuto altro oltre che al ragazzo.
Nikolai non era solo suo amico.
Era... Quasi tutta la sua vita.
Il suo passato, il suo presente e... Forse anche il suo futuro.
L'unica costante, l'unico che nonostante tutto gli era sempre rimasto accanto sin da quando lo aveva conosciuto.

Fyodor con un sospiro si accasciò sulla spalla dell'altro, che contento gli accarezzò la schiena.
«Sono qui»

A.A

gomen gomen gomen, mi sono totalmente dimenticata di pubblicare! Facciamo che i prossimi due capitoli usciranno o stasera e domani o domani e dopodomani qwq
Comunque, questo capitolo è corto ma è significante anche per far capire la profondità del loro rapporto... Avete già teorie su cosa possa essere successo a FyoFyo?
È abbastanza intuibile cosa non voglia fare, ma forse no e sono solo io che non me ne rendo conto.
E si, ti esporto l'esofago l'ho presa dal mio amico Ema che magari spunterà come un fungo a caso. Si spera.
Scusate ancora per il ritardo ma shhh non fateci caso, alla prossima💖

Sono qui - FyolaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora